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irrigazione su campo coltivato
PNRR

L'uso sostenibile dell'acqua in agricoltura nel quadro del PNRR

L'investimento 4.3 del MIPAAF entra nella fase di valutazione delle proposte selezionate.

La sicurezza idrica, oggi minacciata dai sempre più frequenti fenomeni di siccità su tutto il territorio nazionale, rappresenta un requisito fondamentale per uno sviluppo sostenibile del territorio rurale, in grado di garantire, allo stesso tempo, una crescita equa, la competitività delle imprese e la tutela dell'ambiente naturale. In Italia l'irrigazione, di fondamentale importanza per le produzioni agricole, è gestita in forma collettiva dagli enti irrigui per il 50% della SAU irrigua e per il 63% dei prelievi idrici (Bellini, 2014); la restante parte è costituita da uso in autoapprovvigionamento. A livello nazionale il livello di infrastrutturazione irrigua non è uniforme. Il rapporto a livello nazionale tra Superficie irrigata/superficie attrezzata, che rappresenta il rapporto tra l'area effettivamente irrigata e la porzione di territorio su cui insistono le infrastrutture irrigue e quindi potenzialmente irrigabile, è pari al 61%; al Centro Nord tale rapporto arriva al 71% mentre al Sud e nelle isole scenda fino al 31%.

L'irrigazione collettiva è riconosciuta come strumento di governance in grado di garantire un uso sostenibile ed efficiente dell'acqua per l'irrigazione [1] oltre che di promuovere la tutela dell'ambiente e del paesaggio. La gestione dei sistemi di approvvigionamento idrico a scopo irriguo rappresenta, quindi, un ambito strategico per garantire la sostenibilità ambientale, economica e sociale nell'uso della risorsa idrica e necessita di investimenti mirati sia per aumentare la disponibilità di acqua (intervenendo a monte, sui grandi accumuli e reti di adduzione idrica e favorendo il ricorso a fonti alternative) sia per efficientare la distribuzione in termini infrastrutturali e gestionali (anche promuovendo la quantificazione degli usi). A ciò è importante affiancare l'efficientamento dei sistemi irrigui aziendali e lo sviluppo di pratiche gestionali aziendali, anche sfruttando le opportunità offerte dalla architettura verde della futura PAC non solo nell'ambito delle misure di sviluppo rurale, ma anche mediate il ricorso agli eco-schemi.Nel loro complesso, gli investimenti in infrastrutture pubbliche sulle reti di distribuzione, promuovendo un utilizzo efficiente dell'acqua, consentono una maggiore e più costante disponibilità di acqua per l'irrigazione e una maggiore stabilità delle produzioni rispetto ai rischi causati dai cambiamenti climatici con ricadute sociali ed economiche estese al di là del solo settore agricolo. Essi, si configurano, quindi, come una misura di adattamento del settore agricolo alla siccità e, riducendo i prelievi di acqua, contribuiscono in modo significativo al raggiungimento degli obiettivi della Direttiva quadro acque e dell'suo sostenibile dell'acqua in agricoltura.

La gestione sostenibile dell'acqua nel PNRR e l'Investimento 4.3 della componente M2C4

Tra le 6 missioni e 16 componenti in cui il PNRR si articola, il tema della gestione delle risorse idriche per i vari usi è affrontato, nello specifico, nell'ambito della Missione 2 "Rivoluzione verde e transizione ecologica" - componente 4 "Tutela del territorio e del patrimonio idrico" [2]. La componente M2C4 prevede di investire 15,06 miliardi di euro (sul totale della Missione 2 di 59,47 miliardi di euro) per rilevanti interventi sul dissesto idrogeologico, sui grandi schemi idrici e sulle opere di approvvigionamento idrico a scopo idropotabile e/o irriguo e la gestione sostenibile delle risorse idriche e sulle infrastrutture verdi urbane, attraverso specifici interventi definiti in coordinamento tra il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MiPAAF), il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS) e il Ministero per la Transizione Ecologica (MiTE), in relazione alle proprie competenze. Essa si propone come obiettivi generali:

  • il rafforzamento della capacità previsionale degli effetti del cambiamento climatico tramite sistemi avanzati ed integrati di monitoraggio e analisi;
  • la prevenzione e contrasto delle conseguenze del cambiamento climatico sui fenomeni di dissesto idrogeologico e sulla vulnerabilità del territorio;
  • la salvaguardia della qualità dell'aria e della biodiversità del territorio attraverso la tutela delle aree verdi, del suolo e delle aree marine;
  • la garanzia della sicurezza dell'approvvigionamento e gestione sostenibile ed efficiente delle risorse idriche lungo l'intero ciclo.

In attuazione di questo ultimo obiettivo sono previsti investimenti per un ammontare di 4,38 miliardi di euro complessivi, tra cui l'investimento 4.3 "Investimenti nella resilienza dell'agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche" (per 0,88 Mld Euro, di cui 0,52 a valere su risorse aggiuntive del PNRR e 0,36 Mld Euro di risorse nazionali) proposto dal MiPAAF per finanziare interventi infrastrutturali irrigui diffusi sul territorio e realizzabili nel breve-medio periodo ad integrazione ed accompagnamento all'efficientamento e alla messa in sicurezza delle infrastrutture idriche primarie (grandi adduttori, dighe e invasi, grandi derivazioni) promosse dagli altri Ministeri nell'ambito della stessa Componente, per favorire il migliore utilizzo delle risorse rese disponibili da tali grandi opere.
Le tipologie di intervento proposte nell'ambito dell'investimento 4.3 sono rivolte all'attuazione da parte degli enti irrigui e di bonifica che esercitano le funzioni per la difesa del suolo, la tutela e l'uso delle risorse idriche e la salvaguardia ambientale e sono finalizzate ad aumentare la resilienza del settore agricolo alla siccità, attraverso interventi per la riconversione dei sistemi irrigui esistenti verso sistemi di maggiore efficienza, di adeguamento delle reti di distribuzione per ridurre le perdite e l'installazione di misuratori e sistemi di telecontrollo per favorire la misurazione e il monitoraggio degli usi sulle reti collettive. Ciò in linea con la politica avviata dal MiPAAF con l'approvazione delle Linee guida Mipaaf alle modalità di quantificazione dei volumi irrigui da parte delle Regioni [3] e la contestuale individuazione del webgis SIGRIAN [4] come database unico di riferimento nazionale per la quantificazione e monitoraggio degli usi irrigui collettivi e autonomi.Il tema della misurazione dell'acqua è, infatti, molto sentito dalla Commissione europea secondo la quale [5] la diffusione dei misuratori in agricoltura deve diventare una priorità anche allo scopo di promuovere una politica dei prezzi basati sugli effettivi volumi utilizzati, passaggio chiave al fine di incentivare un uso efficiente della risorsa e di assicurare un contributo adeguato all'uso dell'acqua al recupero dei costi, inclusi i costi ambientali e della risorsa, come previsto dall'articolo 9 della direttiva quadro acque 2000/60.Con l'investimento 4.3 si intende incrementare la percentuale di fonti di prelievo con portata >100 l/s dotate di misuratori dal 24% attuale al 29 % entro dicembre 2024 e dal 29 al 40% entro giugno 2026; inoltre ci si prefigge di incrementare l'area che passa a gestione più efficiente della risorsa irrigua per effetto degli interventi dall'8% recentemente conseguito mediante i programmi di investimento Mipaaf (PSRN e FSC) al 10% entro dicembre 2024 e dal 10% al 15 % entro giugno 2026.

Per l'attuazione degli interventi è stata prevista una timeline molto stringente per poter garantire l'appalto dei lavori entro il 2023 e la loro realizzazione entro il 2026. Dopo l'approvazione del PNRR, pertanto, sono stati definiti e pubblicati al 30 giugno i criteri di selezione degli interventi con la successiva selezione dei progetti ammissibili entro settembre 2021.

L'iter di redazione e condivisione dei criteri di ammissibilità e la selezione delle proposte

I criteri di ammissibilità e selezione degli interventi (Figura 1 e figura 2) sono stati definiti per consentire l'individuazione di progetti aventi tipologie di intervento, livello di cantierabilità e tempistiche di realizzazione coerenti con le stringenti condizioni imposte dal PNRR, che fossero inoltre rispettosi degli obiettivi della DQA e del principio, "Do No Significant Harm" (DNSH - non arrecare danno significativo) [6] previsto dal Piano. Essi, inoltre, sono stati costruiti sulla base di informazioni facilmente accessibili e disponibili su tutto il territorio nazionale, anche mediante il SIGRIAN [4], e compilabili in appositi campi della banca dati DANIA [7], gestita dal CREA Politiche e Bioeconomia e appositamente adeguata allo scopo. I criteri così impostati sono stati pubblicamente condivisi con i potenziali beneficiari e le istituzioni regionali (per le pertinenti osservazioni) oltre con la Cabina di Regia prevista nell'ambito del PNRR. 
Al termine di tale processo, in coerenza con la timeline prevista, il 30 giugno scorso il Mipaaf ha approvato e pubblicato sui siti istituzionali Mipaaf e CREA l'elenco dei criteri di ammissibilità da rispettare per accedere alla selezione e dei criteri di selezione utili ad effettuare un ordinamento tra i progetti [8].

grafico Caratterizzazione dei criteri di ammissibilità di cui al DM 299915 del 30 giugno 2021 (fonte: elaborazioni CREA - PB)
Fig. 1 - Caratterizzazione dei criteri di ammissibilità di cui al DM 299915 del 30 giugno 2021 (fonte: elaborazioni CREA - PB)
 
grafico Caratterizzazione dei criteri di selezione di cui al DM 299915 del 30 giugno 2021 (fonte: elaborazioni CREA - PB)
Fig. 2 - Caratterizzazione dei criteri di selezione di cui al DM 299915 del 30 giugno 2021 (fonte: elaborazioni CREA - PB)

Dei 249 progetti candidati da Enti irrigui e Regioni nei tempi previsti mediante la Banca dati DANIA (per un totale di circa 2,7 miliardi di euro), sono stati ritenuti ammissibili 159 progetti, di cui 10 progetti definitivi, (per circa 1,7 miliardi di euro) che hanno rispettato tutti i 23 criteri di ammissibilità previsti [9] e[10]
Mediamente, quindi, il 64% dei progetti correttamente candidati è risultato ammissibile, valore che si differenzia per le Regioni del Centro-Nord (79%) rispetto a quelle del Sud (39%) (Figura 3). Il minor numero di progetti ammissibili ricadenti nelle regioni del Sud rispetto a quelle del Centro-Nord è da imputarsi alla minore capacità progettuale oltre che ad errori materiali nella fase di candidatura dei progetti (come da segnalazioni ricevute dagli stessi Enti).

Nei prossimi mesi il MiPAAF effettuerà l'istruttoria sui progetti ammissibili per verificare il possesso dei requisiti dichiarati in DANIA, in ordine di punteggio conseguito, per emanare poi i decreti di concessione entro settembre 2022 e consentire l'avvio dei lavori. In particolare, occorrerà verificare che i progetti non producano impatti negativi sulle componenti ambientali, come richiesto dalla Commissione, anche mediante l'acquisizione dei pareri delle Autorità ambientali emessi ad esempio nelle procedure di Valutazione di impatto Ambientale o di Valutazione di incidenza.
Inoltre, l'iter istruttorio terrà conto dell'eventuale vincolo di destinazione territoriale delle risorse e delle ulteriori risorse previste dalla legge di bilancio 30 dicembre 2020, n. 178 per il periodo 2022-2027 per il finanziamento degli investimenti per lo sviluppo infrastrutturale nazionale (440 milioni per il periodo 2022-2027).

 

Riferimenti per approfondimenti

 
 

Raffaella Zucaro (*), Marianna Ferrigno (**), Romina Lorenzetti (**), Luca Adolfo Folino (**)

(*) Primo ricercatore CREA Politiche e bioeconomia
(**) Ricercatore/Tecnologo CREA Politiche e bioeconomia

 
 

PianetaPSR numero 106 ottobre 2021