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Calabria
 
Censimento istat

L'affitto dà una spinta alla crescita delle imprese

In 10 anni la dimensione media delle aziende con le terre in locazione è raddoppiata a 11 ettari, spazio ai ventenni - Zootecnia: meno stalle da latte ma più strutturate
grafico 1

Il volto agricolo di una Regione in evoluzione in cui il Programma di sviluppo Rurale gioca un ruolo strategico per lo sviluppo  del territorio e del settore primario. È questa in sintesi la prima fotografia che emerge dai dati provvisori per la Calabria del 6° Censimento generale dell'agricoltura. Diminuiscono le aziende agricole ma al contempo aumenta la loro dimensione.
Il numero delle aziende diminuisce di un quinto nell'ultimo decennio (-21,5%), mentre la Superficie agricola utilizzabile (SAU) e la Superficie agricola totale (SAT) diminuiscono rispettivamente dell'1% e del 16%. La proprietà rimane il titolo di possesso prevalente (85% delle aziende, il 65% della SAU ed il 68% della SAT). Va segnalato l'aumento del numero di aziende che utilizza terreni in fitto o in uso gratuito.  Le aziende con solo affitto e con solo uso gratuito aumentano rispettivamente del 31% e del 71%. La dimensione media dell'azienda solo di proprietà e quelle solo ad uso gratuito non subiscono variazione, mentre le aziende solo in affitto raddoppiano la dimensione media passando da 5 ettari nel 2000 a 11 ettari nel 2010 e quelle miste (proprietà, affitto ed uso gratuito) da 9 ha passano a 12 ha (grafico 1).

 

La conduzione diretta del coltivatore rimane la forma di conduzione prevalente (96% delle aziende, 80% della SAU, 76% della SAT) anche se il numero delle aziende diminuisce del 22%, mentre la SAU non subisce variazioni rilevanti (0,6%). La forma di conduzione con salariati presenta un calo sia nel numero delle aziende (-3,5%) sia in termini di superficie (-15% SAU e -47% SAT). Dai dati dell'ultimo censimento emerge una diminuzione della superficie investita per ogni coltivazione (grafico 2). La superficie investita a seminativi diminuisce del 13%, mentre quella investita a coltivazioni legnose agrarie aumenta dell' 8%. Tra i seminativi la diminuzione maggiore si riscontra nei legumi secchi (-42%) e nella barbabietola da zucchero (-97%). La superficie investita a cereali che resta la superficie maggiormente investita a seminativi (58%) diminuisce del 13% in termini di superficie e del 34% in termini di aziende. Tra le coltivazioni legnose agrarie la superficie investita a vite diminuisce del 35% mentre quella investita a olivo ed agrumi aumenta rispettivamente del 15% e del 11%. In generale, l'incidenza della SAU sulla superficie totale passa dal 66% nel 2000 al 78% nel 2010.

 
grafico 2

Le aziende con allevamenti di bovini e di vacche da latte diminuiscono rispettivamente del 20% e dell'8%. Le variazioni maggiori si riscontrano nelle aziende con pochi capi, mentre aumentano le aziende con più di 50 capi. La diminuzione del numero di aziende con allevamenti di vacche da latte si riscontra sia nelle aziende con pochi capi che con molti. Da segnalare la diminuzione delle aziende con ovini e caprini rispettivamente del 32% e del 48%. Le aziende con allevamenti di suini, avicoli e di polli da carne diminuiscono per oltre il 90%. Complessivamente le giornate di lavoro diminuiscono del 22,5%. La diminuzione è molto più alta tra la manodopera familiare (26%) che tra l'altra manodopera (12,8%). Tra la manodopera familiare le giornate di lavoro con la più alta variazione si ha negli altri componenti della famiglia (33%). Per quanto riguarda la conduzione delle azione, aumenta il volto rosa dell'agricoltura calabrese, con un più 12,8 % di donne in agricoltura rispetto al 2000, mentre diminuiscono molto di più i conduttori maschi (26%). Il 50% dei conduttori continua ad avere un'età superiore ai 60 anni mentre quelli giovani rappresentano il 10 % del totale dei conduttori. In particolare, la fascia di età sia per maschi che per femmine del conduttore nel 2010 rispetto al 2000 che subisce un calo è quella meno di 20 anni , mentre quella da 20 a 24 anni aumenta e diminuiscono tutte le altre tranne che per un leggero aumento in quelle femminile dai 25 ai 29 anni e dai 55 ai 59 anni.Nel 2010 i conduttori con un titolo di studio elevato (laurea) aumentano rispetto al 2000, molto di più le femmine rispetto ai maschi. Inoltre, va sottolineato una maggiore frequenza dei conduttori femmina ai corsi di formazione rispetto ai conduttori maschi In generale, i conduttori con un basso o nullo livello di istruzione restano il 44% dei conduttori, mentre nel 2000 rappresentavano il 60%.

Assunta Amato

 
 
 
 

PianetaPSR numero 3 - ottobre 2011