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il fiume Po in secca
Siccità

La siccità nel Nord Italia Marzo 2022 al centro del report del JRC

Il documento del Centro di ricerca dedica un approfondimento alla siccità che ha colpito il Nord Italia ed in particolare il bacino del Po. 

Tra i lavori tecnici prodotti dal Joint Research Centre (JRC), nel mese di marzo è stato dedicato un approfondimento alla situazione di siccità nel Nord Italia e in particolare nel bacino del Po, il più grande bacino idrografico del Paese. Si riporta qui un estratto del Technical report.

Si rimanda alla rubrica mensile di PianetaPSR per i dati di monitoraggio delle variabili agrometeorologiche in Italia, che riporta questo mese un focus sulla siccità nel Nord-Ovest.


Le condizioni secche nel Nord Italia sono associate alla persistente scarsità di precipitazioni da dicembre 2021 e intaccano le disponibilità idriche del bacino, aggravando la competizione tra i diversi settori utilizzatori della risorsa, in primis il settore idroelettrico e l'agricoltura, all'avvio della stagione irrigua tra marzo e aprile. La gran parte dei bacini di accumulo presentano valori al di sotto delle medie storiche (1970-2019) ormai dal mese di settembre 2021. 

Tra le conseguenze dell'inverno leggermente più caldo della media, si riscontra un inizio precoce della stagione di crescita delle colture nell'area, ma la scarsità di precipitazioni potrebbe causare impatti importanti non appena una fase di ri-crescita prendesse velocità in primavera. 

Condizioni più secche del normale sono previste per gran parte del Sud Europa e dell'Italia nei prossimi tre mesi, il che rende meno probabile che seppur abbondanti apporti precipitativi possano far recuperare la situazione attuale, con possibili vasti impatti. 

Precipitazioni

Le condizioni climatiche del Nord Italia sono caratterizzate da due stagioni umide, in tarda primavera e in autunno, mentre ad esempio in Piemonte si è registrata una quasi assenza di precipitazioni (circa 40 mm da dicembre 2021 a febbraio 2022 contro i 160 mm attesi in media), con un rapido aumento nei mesi di un severo deficit precipitativo.  

La durata del periodo siccitoso può essere quantificata attraverso l'indice "Standardized Continuous Dry Days" (SCDDI - valore standardizzato dei giorni secchi consecutivi), che mostra valori critici nel Piemonte occidentale e nella Lombardia centro-orientale, in peggioramento di mese in mese da dicembre 2021 e con superfici interessate in crescita.

Standardized Precipitation Index (SPI) (indice di siccità)

L'indice, che fornisce informazioni sull'intensità e la durata del deficit (o del surplus) di precipitazioni, è stato calcolato a un passo di 3 mesi (3 mesi di periodo di accumulo considerato, SPI-3) e mostra a febbraio 2022 una vasta area nella classe "estremamente secca" in gran parte del Piemonte e del Nord-Ovest della Lombardia e le altre aree delle due regioni tra "moderatamente" e "severamente" secche, impattando sulle riserve idriche del bacino, in particolare dei maggiori affluenti del Po. Tali condizioni sono confermate in alcune zone dai valori di SPI-12 (calcolato, quindi, su un periodo di accumulo dei 12 mesi precedenti), anch'essi negativi nel Piemonte sud-occidentale (tra moderatamente ed estremamente secco). 

Considerando l'evoluzione temporale dello SPI-3 negli ultimi due anni, da marzo 2020 a febbraio 2022, in Piemonte (dati su cala regionale), si osserva un rapido incremento di condizioni siccitose proprio nel mese di febbraio 2022, mentre i valori di SPI-12 mostrano un costante peggioramento dall'estate 2021.

Ensemble Soil Moisture Anomaly (umidità dei suoli)

La scarsità di precipitazioni ha prodotto anche una riduzione dell'umidità dei suoli, legata al loro contenuto idrico, qui misurata in termini di anomalie rispetto alle condizioni normali (Soil Moisture Anomaly index). Livelli più secchi della norma sono stati osservati all'inizio di marzo su gran parte del Nord-Ovest, coerentemente con la distribuzione dei valori dello SPI-12. I valori di contenuto idrico dei suoli saranno determinanti nei prossimi mesi. 

FAPAR anomaly (attività fotosintetica)

Si tratta di un indicatore basato sull'analisi delle immagini satellitari e stima la frazione di energia solare assorbita dalle foglie (Absorbed Photosynthetically Active Radiation - FAPAR), quindi sue anomalie negative rispetto alla media indicano possibili condizioni di siccità nella vegetazione. Nella prima parte della stagione di crescita, le piante hanno una bassa attività fotosintetica e bassi fabbisogni idrici, quindi nel periodo di riferimento le temperature costituiscono il fattore principale che incide sull'attività fotosintetica piuttosto che le precipitazioni. Le temperature miti osservate in inverno nel Nord Italia hanno determinato valori di FAPAR più alti della media, indicando un inizio anticipato della stagione di crescita. 

Combined Drought Indicator (indicatore combinato di siccità CDI)

L'indicatore, messo a punto dall'European Drought Observatory (EDO) deriva dalla combinazione di SPI, Soil Moisture Index Anomaly (SMA) e FAPAR anomaly. Le classi di valori sono: "Watch", cioè precipitazioni inferiori alla norma; "Warning", anche l'umidità dei suoli è in deficit; "Alert", anche la vegetazione mostra segni di stress idrico. All'inizio di marzo, il CDI mostra sia la classe "Watch" sia la "Warning" nel Nord-Ovest del Paese. 

Flow Indices (portate)

Utilizzando il modello idrologico LISFLOOD, è stimato il Low-Flow Index (LFI), che cattura periodi consecutivi di portate insolitamente basse (rispetto alle medie storiche). All'inizio di marzo, l'indice riproduce il comportamento dell'umidità dei suoli e dello SPI sul lungo periodo nel bacino del Po: gravi deficit nell'alto bacino e nel basso dalla confluenza dell'Adda alla foce. I valori dello Standardized Flow Index (SFI) applicato sui dati delle stazioni di rilevamento delle portate del fiume Po indicano a febbraio una siccità idrologica estrema presso Piacenza, severa presso Boretto e Pontelagoscuro e moderata presso Cremona e Borgoforte.

Oltre a una generale riduzione degli afflussi idrici rispetto anche ai valori minimi storici (-75% Dora Baltea, Adda, e Ticino, -60% Po presso Piacenza), si riscontra anche la risalita del cuneo salino nel delta del Po, comparabile alla stagione fortemente critica del 2003.

Snow Water Equivalent (apporto nevoso)

I valori dell'indicatore di apporto nevoso "Snow Water Equivalent", basato sulla altezza del manto nevoso e sulla massa nevosa, evidenziano scarso accumulo di neve (40% delle medie 2009-2021, con valori estremamente bassi nel dominio sudalpino), dovuto anche ad un inverno più caldo delle medie climatiche. Tali condizioni creano preoccupazioni in merito al ridotto contributo dello scioglimento delle nevi alla ricarica dei bacini idrografici in tarda primavera, aumentando le probabilità di siccità idrologica nei prossimi mesi. L'apporto idrico dalle nevi è stimato sulle Alpi in circa il 40% della media 2009-2021, ancora meno nel Nord-Ovest (37%).

Seasonal forecast (previsioni stagionali)

Sono stimate le previsioni degli indici SPI-1, SPI-3 e SPI-6 dai dati previsionali dell'ECMWF seasonal forecast system SEAS5. Nel periodo marzo-maggio 2022 sono previste condizioni severamente più secche della norma nel Piemonte occidentale, nel Veneto meridionale, su gran parte della Sardegna e in alcune aree costiere tra Toscana e Campania. Meno accentuate, ma sempre secche sono le condizioni previste per gran parte dell'Italia.

Ciò fa ritenere che le possibilità di recupero dall'attuale deficit sono scarse in assenza di precipitazioni abbondanti e sopra la media e il monitoraggio dell'evoluzione delle condizioni siccitose sarà essenziale nei prossimi mesi per azioni di gestione del rischio e di allerta precoce.

Impatti in agricoltura

In base alle analisi riportate dall'ultimo bollettino JRC-MARS del 21 marzo scorso sul monitoraggio delle colture in Europa, le colture invernali nel Nord Italia sono ancora in condizioni normali, ma lo stress idrico sta riducendone le rese potenziali. Le precipitazioni risulteranno fondamentali per evitare ulteriori riduzioni di resa, favorire l'applicazione dei fertilizzanti e garantire buone condizioni di semina per le colture primaverili. Le temperature inferiori alla media registrate dal 20 febbraio aiutano a ridurre l'evapotraspirazione, ma non appena le temperature risaliranno lo stress idrico probabilmente diventerà evidente. Le disponibilità di acqua per l'irrigazione si stima saranno inferiori alla media nel bacino del Po e l'irrigazione si avvierà probabilmente all'inizio di aprile, prima del solito, non solo nelle risaie, ma anche sulle colture invernali. La risalita del cuneo salino nel delta del Po ridurrà ulteriormente le risorse irrigui prelevabili. Tutto ciò comporta che anche la competizione tra gli usi della risorsa idrica si farà sentire prima del solito e il picco della domanda sarà probabilmente in maggio per sovrapposizione dei fabbisogni idrici di riso e mais.

 
 

Redazione PianetaPSR

 
 

PianetaPSR numero 112 aprile 2022