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Energia

Verso la neutralità climatica: il carbon farming e le implicazioni per il settore agricolo

Un'analisi delle politiche ambientali ed energetiche proposte dalla Ue e gli effetti sull'agricoltura.

Il Green Deal europeo mira a rendere l'Europa climaticamente neutra entro il 2050 e, per rendere giuridicamente vincolante tale obiettivo, la Commissione ha proposto la legge europea sul clima, cd. Pacchetto Fit for 55%, che fissa anche un ulteriore e più ambizioso obiettivo di riduzione delle emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

Per ottemperare a tali impegni ambiziosi da parte dell'Unione Europea e per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 occorre rettificare alcune proposte legislative in essere, tra cui il Regolamento sulla condivisione degli "sforzi comuni" (c.d. "efforts sharing" o settore NO-ETS), il Regolamento sull'uso del suolo, il cambiamento di uso del suolo e la silvicoltura (settore LULUCF) e la Direttiva sulle energie rinnovabili.

La proposta di revisione della Direttiva sulle energie rinnovabili prevede di aumentare ulteriormente l'obiettivo UE 2030 dall'attuale 32% ad almeno il 40% ordine alla loro produzione ed utilizzazione. Al fine di frenare la produzione insostenibile di fonti energetiche rinnovabili, vengono proposti criteri di sostenibilità rafforzati attraverso l'impiego della biomassa. 

Per il settore No-ETS (trasporti, climatizzazione degli edifici, agricoltura, piccola industria e rifiuti) la proposta ha lo scopo di ridurre al 2030 le emissioni di gas serra del 40% rispetto al 2005. 

Nell'ambito del Regolamento sull'uso del suolo, il cambiamento di uso del suolo e la silvicoltura (LULUCF), vengono proposti obiettivi più ambiziosi per espandere l'assorbimento naturale di carbonio in ambito UE, fondamentale per compensare le emissioni e raggiungere la neutralità climatica. La nuova proposta intende invertire l'attuale tendenza al ribasso degli assorbimenti di CO2 ed incrementare la qualità e la quantità delle foreste nell'UE e di altri pozzi naturali di assorbimento del carbonio. 

La Commissione propone, inoltre, di fissare per il 2030 l'obiettivo di assorbimento netto dei gas a effetto serra nel settore LULUCF pari a 310 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti attraverso specifici impegni nazionali (Tabella 1).

Tabella 1 - Target al 2030 per il settore LULUCF (Mt CO2).
Tabella 1 - Target al 2030 per il settore LULUCF (Mt CO2).

La Commissione, a partire dal 2031, prevede la costituzione di un unico settore, denominato AFOLU, che riunisca l'attuale settore LULUCF e il settore agricoltura relativamente alle emissioni di gas a effetto serra, ora richiamato nel Regolamento sulla condivisione degli sforzi. Per tale settore si prevede di raggiungere la neutralità climatica entro il 2035.

Nel dettaglio, a tal fine, occorre incrementare l'assorbimento del carbonio del 20% attraverso la riumidificazione delle torbiere, l'imboschimento e la riforestazione, la gestione sostenibile del suolo e l'agroforestazione. Nel contempo occorre ridurre del 20% le emissioni derivanti dal settore agricolo diverse dall'anidride carbonica attraverso l'implementazione dell'agricoltura di precisione, l'utilizzo efficiente dei fertilizzanti, la digestione anaerobica e l'impiego di additivi per mangimi.

Per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica ed incrementare l'assorbimento e il sequestro di carbonio la Commissione dell'Unione Europea ha presentato la Comunicazione sul ciclo del carbonio sostenibile.

La proposta sul ciclo del carbonio sostenibile

Nella Comunicazione sul ciclo del carbonio sostenibile la Commissione illustra i principi, le azioni a breve e medio termine e le regole necessarie per stoccare l'anidride carbonica in natura con l'impiego di adeguate pratiche di gestione del suolo e di soluzioni tecnologiche innovative.

L'intento dell'Unione Europea è quello di incrementare il sequestro di carbonio e premiare i gestori del territorio per i risultati raggiunti in termini di mitigazione dei cambiamenti climatici.

Le misure delineate dalla Commissione riguardano la promozione del carbon farming nell'ambito della Politica Agricola Comune (PAC) e di altre iniziative UE come, ad esempio, il programma LIFE e la missione "Soil Deal for Europe", oltre che attraverso finanziamenti pubblici nazionali e privati, la definizione di metodologie standard di monitoraggio, reporting e verifica necessarie per garantire un'adeguata certificazione e permettere lo sviluppo del mercato dei crediti di carbonio e tramite l'offerta della gestione dei dati e di servizi di consulenza su misura per gli operatori del settore agricolo.
La proposta elaborata dalla Commissione attua, in effetti, un cambio di paradigma per il settore agricolo: da ruolo passivo e responsabile delle emissioni di gas serra a quello attivo e multidisciplinare in grado di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.

Tuttavia per quanto concerne la promozione delle pratiche agricole nell'ambito della PAC si osserva che nel Piano Strategico Nazionale sono già previsti interventi e misure volti ad incentivare le pratiche agricole in grado di incrementare l'assorbimento e il mantenimento della sostanza organica nel suolo.

Per l'Italia, infatti, tali pratiche sono state dettagliate nella previsione 2023 - 2027 della Politica Agricola Comune (PAC) e pertanto l'impostazione della recente proposta declinata potrebbe anche condurre alla duplicazione di azioni/interventi già previsti e dei relativi finanziamenti.

A titolo di esempio, nel I pilastro della PAC sono evidenziati gli ecoschemi per l'inerbimento delle colture arboree, per gli oliveti a valenza paesaggistica e per le foraggiere avvicendate. Sono inoltre richiamate le norme di condizionalità inerenti la copertura minima dei suoli; la gestione minima delle terre che rispetti le condizioni locali specifiche per limitare l'erosione; il mantenimento dei livelli di sostanza organica del suolo mediante pratiche adeguate, compreso il divieto di bruciare le stoppie, se non per motivi fitosanitari; il mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio (ad es. i terrazzamenti e i gradonamenti); il mantenimento di una percentuale stabilita dei prati permanenti in relazione alla superficie agricola; la protezione adeguata di zone umide e torbiere; la rotazione delle colture; il divieto di conversione o aratura dei prati permanenti nei siti di Natura 2000.
Anche in ordine allo sviluppo rurale (II Pilastro) si segnala la presenza di misure agro - climatiche - ambientali, dell'agricoltura di precisione e di misure di innovazione, di cooperazione e di consulenza aziendale e formazione.

Le pratiche agricole conservative e agro-ecologiche illustrate nella proposta e presenti nel Piano Strategico Nazionale, però, rappresentano interventi volti al recupero del carbonio che verrà successivamente rielaborato nel suolo (short - lived carbon). Dette pratiche, quindi, non si riferiscono al carbonio che viene rimosso in modo stabile per un periodo di tempo di almeno 20 anni e fino ad un massimo di 100 anni. 
Inoltre la maggior parte delle pratiche agro-ecologiche, conservative e sostenibili indicate sono già note, ma la loro efficace attuazione implicherebbe il miglioramento delle politiche, dei metodi di analisi del suolo, delle disponibilità dei nuovi dati della ricerca e della condivisione di conoscenze tra agricoltori. Per tale motivo sarebbe importante incentivare piuttosto la consulenza aziendale, la formazione e la diffusione di metodi di produzione moderni basati sulle nuove tecnologie del precision farming rispetto alle stesse pratiche già presenti nella politica dell'UE ma poco note agli agricoltori e quindi non completamente utilizzate.
Inoltre, l'impiego dei finanziamenti privati per la diffusione delle medesime pratiche agricole potrebbe determinare possibili speculazioni ed appropriazione di terreni agricoli da parte degli investitori. Pertanto sarebbe consigliabile prevedere solamente meccanismi di incentivazione pubblici, diversi dalla Politica Agricola Comune (PAC), come ad esempio il Programma per l'ambiente e l'azione per il Clima (LIFE), le fonti di finanziamento regionali, nelle risorse addizionali per le aree montane interne e il Programma Quadro Europeo per la Ricerca e l'Innovazione (HORIZON EUROPE).

Ciononostante l'ipotesi di erogazione dei finanziamenti per le imprese agricole basati sui risultati di sequestro di carbonio non tiene in debita considerazione che molti dei risultati attesi dipendono da fenomeni complessi, talvolta anche difficilmente monitorabili o influenzabili, all'interno dei quali l'agricoltura e la selvicoltura sono attori importanti, ma non esclusivi.

Sarebbe poi necessario chiarire se la finalità del pagamento a livello aziendale sia connessa all'attuazione delle pratiche agricole da parte dell'agricoltore, al risultato raggiunto in termini di benefici ottenuti o ad ambedue, ovvero all'impiego di varie pratiche agricole per le quali ricompensare l'agricoltore qualora ne vengano dimostrati i benefici addizionali. 

In merito a quest'ultimo aspetto si rappresenta che la variazione dei quantitativi di sostanza organica nel suolo è difficile da valutare e da determinare a causa dell'elevata anisotropia spaziale del suolo, della diversa frequenza dei monitoraggi e delle differenti metodologie di indagine. Va sottolineato, infatti, che a seconda del contenuto di argilla presente nei suoli si giunge più rapidamente al livello di saturazione e, conseguentemente, si interrompe l'accumulo di carbonio. Non si può, pertanto, accumulare all'infinito la sostanza organica nei suoli.

Sarebbe auspicabile, pertanto, analizzare quantitativamente e qualitativamente, per ciascuna pratica agricola attuata e tipologia di coltura, la capacità di arricchire e di migliorare la conservazione di carbonio nel suolo, anche considerando le diverse tessiture dei suoli, latitudini e condizioni meteo-climatiche.

Al fine di garantire una corretta analisi occorrerebbe, conclusivamente, individuare indicatori globali per il monitoraggio dei progressi effettuati a protezione del suolo ed armonizzare gli attuali programmi di monitoraggio e di campionamento. Pertanto sarebbe opportuno definire e realizzare un database pedologico standardizzato a livello nazionale al fine di migliorare il contributo italiano alle conoscenze sui suoli nel contesto europeo ed internazionale.

Esperienze significative per il settore agricolo sul sequestro di carbonio

 

Il Progetto LIFE CARBON-FARM, della durata di 18 mesi, ha l'obiettivo di promuovere le pratiche di "Carbon Farming" attraverso la creazione di un sistema di conoscenze che supporti lo sviluppo di un quadro normativo per la certificazione delle rimozioni di carbonio basato su uno schema di contabilità solido e trasparente in connessione con l'inventario nazionale dei gas ad effetto serra. 

Nel dettaglio, gli obiettivi del progetto riguardano:

1. la creazione del sistema informativo geospaziale dimostrativo ad alta risoluzione (GIS-FARMs), che dovrà identificare il potenziale di mitigazione del settore agricolo. Al riguardo, il coinvolgimento delle autorità regionali e delle istituzioni che si occupano dell'inventario dei gas ad effetto serra (ISPRA), degli enti di ricerca e delle università permetterà di identificare, condividere e massimizzare il potenziale dello strumento GIS-FARMs; 
2. lo sviluppo di un quadro normativo per un sistema di certificazione del carbonio in collaborazione con gli attori e le istituzioni pertinenti; 
3. la possibilità di utilizzare metodi comuni e/o dati di riferimento e/o dataset in collaborazione con l'inventario dei gas serra relativamente al settore agricolo; 
4. la creazione di un quadro metodologico universalmente applicabile per consentire una più ampia diffusione delle pratiche Carbon Farming
5. la creazione di un sistema di compensi mirati all'applicazione delle pratiche connesse al Carbon Farming

Il progetto LIFE C-FARMs sarà condotto in Italia ed, in particolare, coinvolgerà come caso studio la Regione Lombardia. 

 

Il progetto LIFE HELPSOIL, avviato nel 2012, concluso nel 2017 e definito dalla Commissione Europea come BEST LIFE, vuole mettere a confronto la modalità di gestione dei suoli agricoli basata sui principi dell'agricoltura conservativa indicati dalla FAO con quella in cui si applicano tecniche convenzionali imperniate sull'aratura. Il progetto ha interessato 26 aziende dimostrative ubicate nell'area del bacino padano.  

Nelle aziende dimostrative per tre annate agrarie consecutive sono stati raccolti i dati sulle pratiche colturali e monitorati gli indicatori agronomici ed ambientali allo scopo di valutare quanto le pratiche conservative di gestione dei terreni agricoli adottate fossero in grado di incrementare la loro funzionalità e fertilità biologica, il sequestro di carbonio nel suolo, la protezione dall'erosione e lo sviluppo dell'agro-biodiversità. 

Il progetto HELPSOIL ha fornito elementi innovativi sia riguardo alla dimostrazione dell'efficacia delle pratiche agricole conservative che per il monitoraggio volto a quantificare il contributo dato dalle tecniche indicate dal progetto a livello di ambiente e per rese economiche.  

Il progetto ha dimostrato come - pur in presenza di differenze ambientali (tipo di suoli, condizioni climatiche e morfologiche) e aziendali (ordinamenti colturali, presenza di zootecnia o meno, diversi sistemi di irrigazione) - l'adozione di pratiche di Agricoltura Conservativa è possibile e garantisce esternalità positive sia sotto il profilo agronomico ed economico che climatico-ambientale. 

Nel progetto sono state utilizzate le simulazioni del modello ARMOSA, con proiezioni 2020-2050, al fine di valutare l'efficacia delle pratiche di agricoltura conservativa nei confronti della variazione del contenuto di carbonio nei suoli. Nel dettaglio, l'analisi condotta indica come, mediante la gestione conservativa, si possa stimare un incremento medio nel contenuto in carbonio organico stoccato dai suoli che può arrivare, se si utilizzano colture di copertura (cover crops), a 0.36 t/ha/anno nello scenario attuale e a 0.50 t/ha/anno considerando lo scenario climatico futuro.  

Tra i risultati del progetto si annoverano, anche la pubblicazione delle Linee Guida per l'applicazione e la diffusione dell'Agricoltura Conservativa e delle tecniche innovative ed un quadro di riferimento tecnico applicabile nel bacino padano ma replicabile anche in altri contesti territoriali e agricoli sia italiani che europei.

 

Il progetto STIMULATING NOVEL TECHNOLOGIES FROM EARTH REMOTE OBSERVATION TO PREDICT EUROPEAN SOIL CARBON, finanziato dal programma di ricerca sul clima e il suolo, co-finanziato dalla Commissione europea (EJP Soil), coordinato dall'Institut National de Recherche pour l'Agriculture, l'Alimentation et l'Environnement (INRAE - Francia) e con un partenariato composto da 26 Beneficiari, tra cui il Consiglio delle ricerche per l'agricoltura ed economia agraria (CREA) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, di durata triennale, prevede attività di ricerca per la mappatura delle principali proprietà del suolo tra cui il contenuto di carbonio organico.  
In particolare, verranno sviluppati modelli per stimare le proprietà del suolo usando serie temporali di dati satellitari (esempio Sentinel 1-2), calibrati e validati con dati misurati a terra, in varie condizioni pedoclimatiche ed in diversi agroecosistemi in Europa. A livello nazionale, sono state selezionate cinque aree pilota (Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio e Puglia).

 

Il progetto INNOVATIVE SOIL MANAGEMENT PRACTICES IN EUROPE (I-SoMPE), finanziato da EJP Soil, di durata annuale, è finalizzato alla raccolta dati per la costruzione di un inventario completo di pratiche sostenibili per la gestione del suolo a livello Europeo. Tale inventario tiene conto delle caratteristiche biofisiche del territorio (ad es. clima, suolo, uso del suolo e topografia) che hanno un forte impatto sull'applicabilità e sostenibilità delle pratiche stesse. 

 

Il progetto Life AGRESTIC, avente durata di 4 anni e mezzo, coinvolge sei partner (Horta S.r.l., capofila, ISEA S.r.l., ART-ER S.Cons.p.a., New Business Media S.r.l., Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant'Anna e Università Cattolica del Sacro Cuore), si svolge in Italia in tre siti dimostrativi (Emilia-Romagna, Toscana e Puglia) e rappresentativi di aree climatiche differenti. Nei siti dimostrativi sono realizzati sia sistemi colturali innovativi ed efficienti proposti dal progetto (quali inserimento nella rotazione di leguminose e colture di copertura) sia quelli convenzionali al fine di poter valutare e confrontare le due tipologie di sistemi colturali.
Nel dettaglio: 

* in Puglia la rotazione convenzionale è per grano duro, orzo e girasole, mentre quella innovativa vede la sostituzione del grano duro con la lenticchia e l'introduzione di colture di copertura; 
* in Toscana la rotazione convenzionale è costituita da mais, orzo e girasole. L'innovativa, invece, prevede la sostituzione del mais con il cece e l'introduzione di colture di copertura; 
* in Emilia - Romagna la rotazione convenzionale è rappresentata da mais, grano duro e pomodoro. La rotazione innovativa sostituisce il mais con il pisello e introduce le colture di copertura. 

Per garantire la replicabilità saranno realizzati altri studi coinvolgendo paesi europei come la Francia, la Grecia, la Romania e l'Ungheria. Il progetto ha come finalità quella di contribuire alla diffusione di strumenti innovativi per la tutela dell'ambiente e l'impiego efficiente delle risorse in agricoltura; di promuovere l'adozione da parte degli agricoltori di sistemi colturali innovativi ed efficienti basati sull'inserimento di leguminose da granella, colture di copertura (leguminose o di diversa specie) nelle rotazioni di cereali e colture industriali al fine di ridurre le emissioni di gas serra dal suolo, incrementare il sequestro del carbonio e la disponibilità di azoto organico, migliorando, al contempo, la salute del suolo agricolo e aumentando la resilienza dei sistemi colturali nei confronti del cambiamento climatico.  

Tra le principali attività si annoverano quelle inerenti la definizione e validazione di un modello biogeochimico per la stima dei flussi di gas ad effetto serra del suolo in base alle condizioni ambientali e alle tecniche colturali; la valorizzazione delle prestazioni climatiche e ambientali che si otterranno con la predisposizione di un'etichetta di prodotto che certifichi l'adozione dei sistemi colturali efficienti e la realizzazione di schemi per il pagamento dei servizi ecosistemici da introdurre nelle nuove politiche di sostegno per gli agricoltori; il coinvolgimento nel co-sviluppo delle attività progettuali di attori- chiave della filiera di colture introdotte nei sistemi colturali efficienti; lo sviluppo di un sistema innovativo di supporto alle decisioni (Decision Support System - DSS) che consideri l'intera rotazione colturale.  

Nel progetto vengono analizzati i meccanismi di remunerazione degli agricoltori che adottano pratiche resilienti e sostenibili volte alla valorizzazione del sequestro di carbonio nel mercato volontario dei crediti e al supporto dell'impollinazione tramite lo scambio agricoltori-apicoltori.  

AGRESTIC, infine, intende sviluppare un prototipo per il monitoraggio automatico e continuo dei flussi di gas ad effetto serra dal suolo al fine di misurare il potenziale dei sistemi colturali efficienti per la riduzione delle emissioni di GHG confrontandolo con quello dei sistemi colturali convenzionali e di raccogliere dati per calibrare e validare un modello per la stima delle emissioni di GHG dal suolo, che sarà inserito nel Decision Support System (DSS). 

 

Conclusioni

In conclusione, si raffigura l'opportunità di valutare se siano necessari incentivi per le pratiche di coltivazione del carbonio piuttosto che per la formazione e consulenza aziendale al fine di incentivare tali pratiche e comprenderne i co-benefici.

Si ritiene infatti che gli agricoltori adottano determinate pratiche benefiche perché sono consapevoli dei benefici derivanti e non perché possono acquisirne compensi aggiuntivi.

Al fine di ottenere le certificazioni dei crediti di carbonio occorre includere sia le pratiche efficaci nel ridurre le emissioni di tutti i gas serra che l'assorbimento del carbonio. 

Al riguardo si sottolinea la necessità e l'importanza di prevedere un meccanismo di certificazione e contabilizzazione del credito inerente alle tonnellate di carbonio evitate o assorbite.

La validazione e la certificazione dei crediti dovrebbe essere effettuata dalle Autorità pubbliche. Occorre, infine, redigere regole specifiche, chiare e trasparenti per la certificazione dei crediti.

 
 

Ilaria Falconi
CREA PB - Membro del gruppo tematico sul Carbon farming promosso dalla Rete Europea per lo sviluppo rurale

 
 

PianetaPSR numero 112 aprile 2022