Come di consueto, Pianeta PSR ospita la rubrica dedicata al monitoraggio agrometeorologico del mese precedente. L'andamento delle condizioni meteorologiche costituisce un fattore fondamentale per lo svolgimento delle attività agricole, condizionandone fortemente le produzioni, in termini sia qualitativi sia quantitativi. La conoscenza delle caratteristiche climatiche di un territorio guida le scelte colturali e gli investimenti strutturali, così come la programmazione delle diverse pratiche agronomiche non può prescindere dall'andamento meteorologico durante la stagione agraria (lavorazione del terreno, interventi irrigui e di difesa dai patogeni e parassiti, operazioni di raccolta, ecc.).
Le analisi presentate in questa rubrica sono il frutto di un'attività di monitoraggio agrometeorologico svolta dal CREA-Agricoltura e Ambiente nell'ambito della Rete Rurale Nazionale, precisamente nella scheda "Agrometeore". La scelta degli indici da presentare e commentare nei diversi report mensili può variare in funzione del periodo dell'anno (es. indice di Huglin) e della capacità della fonte di dati utilizzata di rappresentare l'andamento agrometeorologico del mese. Alcuni approfondimenti sono disponibili ai link indicati nel testo e tutte le elaborazioni grafiche presentate sulla rivista saranno anche disponibili in una specifica sezione online sul sito reterurale.it/agrometeo.
Si segnala che le analisi mensili si basano su dataset di rianalisi preliminari (ERA5T) che sono pubblicati in quasi real time sul Climate Data Store di Copernicus (vedi documento sulla metodologia al link riportato in basso); la successiva validazione dei dati, che avviene nell'arco di tre mesi, potrebbe evidenziare errori o scostamenti che solitamente sono trascurabili.
A livello nazionale, il mese di marzo 2022 è stato mediamente più freddo rispetto alla norma, con un'anomalia negativa di -0,91 °C per la temperatura minima e di -0,15 °C per quella massima, con gli scarti negativi maggiori nel Mezzogiorno. In controtendenza, al Nord la temperatura massima è risultata più calda di 0, 79°C rispetto alla norma. Perdura la carenza di precipitazioni, che si manifesta in vaste aree del territorio nazionale (in media -41% rispetto alla media climatica) interessando in modo particolare - ancora una volta - il Nord (- 66,2 %), dove la siccità invernale continua a destare allarme. In questa zona, l'indicatore SPEI6 (che deriva dal bilancio idrico degli ultimi 6 mesi) è aumentato, pur rientrando ancora nella classe di Siccità Moderata. Non sono mancati comunque episodi localizzati di piogge intense.
Sebbene a livello globale la temperatura media del mese di marzo è risultata più calda di circa mezzo grado rispetto al valore di riferimento 1991-2020, in Europa le temperature sono state inferiori alla norma di 0,4 °C [1]. Nello stesso tempo, gran parte dell'Europa è stata interessata da condizioni più secche della media, con l'eccezione della penisola iberica, più umida e in forte contrasto con quanto registrato nella stessa area in febbraio.
In base alle analisi riportate dall'ultimo bollettino JRC-MARS del 21 marzo scorso [2], condizioni siccitose si sono registrate in particolare nel Sud Europa investendo anche il Nord Italia. Le condizioni di freddo e umido lungo la costa adriatica italiana, in Grecia e in Turchia hanno rallentato lo sviluppo colturale, favorendo però il contenuto idrico dei suoli. In relazione ai report degli Osservatori permanenti sugli utilizzi idrici attivi presso le Autorità di Distretto idrografico italiane, le preoccupazioni sulle condizioni siccitose degli ultimi mesi si presentano in modo eterogeneo nel Paese. Nel bacino del Po, al 14 aprile [3], la scarsità delle precipitazioni ha determinato una riduzione dei deflussi idrici verso valle e le portate sono risultate in esaurimento verso valori anche inferiori a quelli di magra ordinaria, raggiungendo situazioni di "estrema siccità idrologica".
In Piemonte, i bacini artificiali sono al 23% della capacità di invaso; in Lombardia, al 7 aprile 2022, le riserve idriche permangono al 40% della media storica [4]. Nelle Alpi orientali, al 31 marzo lo stato di riempimento dei serbatoi idrici era inferiore ai valori medi del periodo nei bacini di Brenta-Bacchiglione e del Piave, ed era prossimo ai minimi storici per il Livenza e Tagliamento [5].
Situazioni più localizzate si registrano nel resto del Paese con condizioni di media criticità in Umbria, Lazio (bacino del Tevere), parte dell'Abruzzo e nel Nord Sardegna; al 14 aprile, i territori dei bacini montani tra i fiumi Parma e Trebbia in Emilia-Romagna sono entrati nella classe di "siccità estrema" [6].
Il particolare andamento meteo caratterizzato da basse temperature e scarsità di pioggia, ha avuto ripercussioni sulle operazioni di semina delle colture primaverili/estive (in particolare per mais e riso) e sullo sviluppo fenologico. Lo sviluppo vegetativo dei cereali autunno-vernini è stato rallentato dal freddo e dalla carenza di acqua che ha ostacolato l'assorbimento dell'azoto distribuito (Marche [7], Abruzzo [8]). Per la vite sono stati segnalati ritardi nel risveglio vegetativo in Piemonte (di circa 10 giorni - 1° Bollettino Agrometeorologico e Fitosanitario del 18/03/2022), Friuli Venezia-Giulia (n° 01 del 25 marzo 2022 Bollettino di difesa integrata). Per l'olivo, in fase fenologica di risveglio vegetativo sono state segnalate situazioni di stress idrico (Trentino Alto-Adige [9]). Possibili danni da gelate sono stati riportati nei bollettini di diversi servizi regionali (Emilia-Romagna, Marche e Basilicata).
Passando all'analisi agrometeorologica di dettaglio, il mese di marzo si presenta complessivamente più freddo rispetto alla norma (figg. 1a-1b), con anomalie negative prevalenti su quasi il territorio per le temperature minime, più pronunciate al Sud (inferiori a -2 °C per la Basilicata e la Campania). Le temperature massime presentano anomalie negative in tutto il Mezzogiorno (fino a -1,8 °C per la Basilicata) e, al contrario, positive, nelle aree alpine e prealpine del Nord-Est (con valori regionali medi maggiori di +1,5 °C).
Figura 1 - Anomalie di temperature minime (a, sx) e massime (b, dx) - marzo 2022
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Riguardo alle temperature estreme, non si notano fenomeni rilevanti per le minime, mentre frequenze superiori al 10% si osservano a Nord, al Centro e in Sardegna. A livello regionale i valori più elevati si registrano nella provincia di Bolzano (18,5%) seguita da Toscana, Friuli-Venezia Giulia e Sardegna (con valori di circa 17%).
Figura 2 - Temperature minime estreme (a, sx) e massime estreme (b, dx) - marzo 2022
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La distribuzione delle sommatorie termiche con soglia 0 °C raggiunge al Nord 430, al Centro 642 e nel Mezzogiorno 762 gradi giorno, superando 850 gradi giorno in Puglia, Sicilia e Sardegna. (fig. 3a). Questi ultimi valori sono comunque nella norma, mentre si notano anomalie positive diffuse sul resto della penisola, in particolare a Nord-Ovest (fig. 3b).
Figura 3 - Sommatorie termiche con soglia 0 °C (a, sx) e anomalie (b, dx) - marzo 2022
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Ancora poco significativa è la mappa delle sommatorie termiche con soglia di 10 °C, con un valore medio nazionale pari a 31 gradi giorno (fig. 4a) che risulta nella norma (fig. 4b).
Figura 4 - Sommatorie termiche con soglia 10 °C (a, sx) e anomalie (b, dx) - marzo 2022
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A livello nazionale la precipitazione totale media (fig. 5a) è risultata pari a 44 mm, con gli apporti maggiori registrati per il Mezzogiorno (58 mm), con massimi in Campania (73 mm), Basilicata (67 mm), Calabria e Puglia (circa 61 mm). La mappa delle anomalie (fig. 5b) mostra situazioni particolarmente critiche in tutto il Nord (-66 mm), con i valori peggiori nel Triveneto (inferiori a -75 mm,) e in parte del Centro, in particolare in Lazio (-50 mm) e Abruzzo (-48 mm).
Figura 5 - Precipitazioni cumulate in mm (a, sx) anomalie in % (b, dx) - marzo 2022
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Nonostante la scarsità di piogge, si sono verificati alcuni eventi precipitativi giornalieri superiori alla soglia di 20 mm, considerata in grado di provocare danni all'agricoltura (definita a livello internazionale "very heavy rain"). Valori elevati medi regionali si sono registrati in Abruzzo e Lazio, dove hanno superato i 30 mm, ma anche nelle Marche, in Umbria, Molise, Campania, Basilicata, Calabria e Puglia, dove la soglia di 20 mm è stata almeno sfiorata e in molti casi superata (fig. 6). Fenomeni significativi più localizzati si notano inoltre nel Salento (con un massimo di 38 mm) e nelle province di Messina e Palermo.
Figura 6 - Precipitazioni intense - marzo 2022
Riguardo all'evapotraspirazione di riferimento (fig. 7a), la maggior parte dell'Italia ricade nel range di 50-75 mm, con scarsa differenziazione geografica: a livello regionale, i valori più elevati, superiori a 70 mm, si raggiungono in Puglia, Sicilia e Sardegna, con un valore medio del Mezzogiorno pari a 67,3 mm. Le anomalie maggiori si notano in Triveneto: in Friuli-Venezia Giulia (+ 24,4 mm), Veneto (17,6 mm), Bolzano (17,1 mm) e, meno intense, sull'alto versante Tirrenico. All'opposto, deboli segnali negativi, molto localizzati, si notano nei settori orientali delle Isole.
Figura 7 - Evapotraspirazione di riferimento in mm (a, sx) e anomalia (b, dx) - marzo 2022
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La mappa del bilancio idroclimatico (fig. 8a) non evidenzia fenomeni particolari, ad eccezione delle aree limitrofe al fiume Po, dove si sono registrati valori negativi prossimi a -60 mm. L'analisi delle anomalie (fig. 8b) mostra un peggioramento della disponibilità idrica concentrato soprattutto a Nord (-61 mm), con i valori regionali peggiori stimati per il Friuli-Venezia Giulia (-91 mm), seguiti da Val d'Aosta (-73 mm) e Veneto (-70 mm). Anomalie negative caratterizzano anche il Lazio (-51 mm) ed alcune aree interne confinanti (fig. 8b).
Figura 8 - Bilancio idroclimatico (a, sx) e anomalia (b, dx) - marzo 2022
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Considerando l'indice SPEI6, che riflette l'andamento complessivo del bilancio idroclimatico degli ultimi sei mesi (fig. 9a), risultano evidenti condizioni diffuse di siccità almeno moderata nel Nord del Paese, più marcate nel Nord Ovest, dove ampie zone ricadono nella classe di Siccità severa. Localmente si notano condizioni di siccità moderata anche in Lazio. Si conferma lo stato di surplus idrico (Umidità da moderata a severa) per la Sicilia e per le aree più meridionali della Sardegna, già registrato nei mesi precedenti, a cui si aggiungono fenomeni circoscritti nell'alta Valle dell'Ofanto, a ridosso del confine tra Puglia e Basilicata.
Le criticità attuali sono rappresentate dalla mappa dell'indice SPEI3 (fig. 9b), che riflette l'andamento del bilancio idrico dei primi 3 mesi dell'anno, dove si nota come tutta l'Italia settentrionale soffra di condizioni di siccità, particolarmente gravi (classe siccità severa) in Piemonte, Lombardia e Trentino-Alto Adige e localmente estreme nel Nord del Piemonte e della Lombardia. La siccità investe anche tutto il versante tirrenico della Penisola e le due Isole maggiori, raggiungendo condizioni severe nel nord della Sardegna e diffusamente nel Lazio.
Figura 9 - SPEI a 6 mesi (a) e a 3 mesi (b)- marzo 2022
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Alla luce delle particolari condizioni di siccità verificatesi nella zona del Nord-Ovest (secondo la definizione Istat), si è ritenuto opportuno presentare un'analisi di dettaglio sull'andamento agrometeorologico di questa prima parte dell'annata agraria (dal 1° novembre 2021 a fine marzo). I dati sono stati analizzati su base decadale e confrontati con il riferimento climatico più aggiornato 1991-2020. L'approccio seguito si è focalizzato sui valori cumulati dall'inizio dell'annata agraria di precipitazione ed evapotraspirazione decadali.
Le figure presentate di seguito riportano in rosso i valori cumulati delle precipitazioni ed evapotraspirazioni, sia su tutto il Nord-Ovest che sulle singole regioni dell'area, sovrapposti all'andamento climatico delle stesse grandezze, rappresentato in termini di medie, mediane e percentili estremi (10° e 90°). Per maggiore completezza, sono raffigurate anche le curve delle cumulate delle annate agrarie dal 2000 in poi.
Nel Nord-Ovest (fig. 10) il valore di precipitazione cumulata dall'inizio dell'annata agraria fino all'ultima decade di marzo è pari a 284 mm e sfiora quello del 10° percentile nel periodo climatico (277 mm), ben al di sotto di quello mediano, che risulta di 428 mm. All'opposto, per l'evapotraspirazione il valore è di 141 mm, superando il 90° percentile (140 mm).
La situazione è ancora più estrema in Piemonte (fig. 11), dove il valore di precipitazione cumulata alla terza decade di marzo, di 273 mm, è inferiore al 10° percentile (286 mm) e, nello stesso tempo, l'evapotraspirazione cumulata raggiunge i 138 mm, superando il 90° percentile (136 mm).
Situazioni analoghe si osservano anche nelle altre regioni del distretto, leggermente meno marcate per la Liguria (figg. 12-14).
Figura 10 - Precipitazione (a) ed evapotraspirazione (b) decadali cumulate nel Nord-Ovest dal 1° novembre 2021 al 31 marzo 2022 (in rosso) a confronto con i dati climatici (periodo di riferimento 1991-2020).
In grigio le curve delle annate agrarie dal 2000-2001 al 2020-2021.
Fonte dati: ERA5 Copernicus Climate Change Service (C3S)
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Figura 11 - Precipitazione (a) ed evapotraspirazione (b) decadali cumulate in Piemonte dal 1° novembre 2021 al 31 marzo 2022 (in rosso) a confronto con i dati climatici (periodo di riferimento 1991-2020).
In grigio le curve delle annate agrarie dal 2000-2001 al 2020-2021.
Fonte dati: ERA5 Copernicus Climate Change Service (C3S)
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Figura 12 - Precipitazione (a) ed evapotraspirazione (b) decadali cumulate in Valle d'Aosta dal 1° novembre 2021 al 31 marzo 2022 (in rosso) a confronto con i dati climatici (periodo di riferimento 1991-2020).
In grigio le curve delle annate agrarie dal 2000-2001 al 2020-2021.
Fonte dati: ERA5 Copernicus Climate Change Service (C3S)
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Figura 13 - Precipitazione (a) ed evapotraspirazione (b) decadali cumulate in Lombardia dal 1° novembre 2021 al 31 marzo 2022 (in rosso) a confronto con i dati climatici (periodo di riferimento 1991-2020).
In grigio le curve delle annate agrarie dal 2000-2001 al 2020-2021.
Fonte dati: ERA5 Copernicus Climate Change Service (C3S)
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Figura 14 - Precipitazione (a) ed evapotraspirazione (b) decadali cumulate in Liguria dal 1° novembre 2021 al 31 marzo 2022 (in rosso) a confronto con i dati climatici (periodo di riferimento 1991-2020).
In grigio le curve delle annate agrarie dal 2000-2001 al 2020-2021.
Fonte dati: ERA5 Copernicus Climate Change Service (C3S)
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[1] Climate service del Programma europeo Copernicus, https://climate.copernicus.eu/climate-bulletins
[2] https://joint-research-centre.ec.europa.eu/jrc-news/fair-start-spring-most-european-crops-2022-03-21...
[3] https://www.adbpo.it/wp-content/uploads/2022/04/Bollettino14aprile22_Osservatorio.pdf
[4] https://www.anbi.it/art/articoli/6486-osservatorio-anbi-sulle-risorse-idriche-l-italia-si-conferma
[5] Notiziario n. 03/2022, http://www.alpiorientali.it/osservatorio-permanente.html
[6] https://www.anbiemiliaromagna.it/?p=13257
[7] http://www.meteo.marche.it/notiziario.aspx
[8] https://agroambiente.regione.abruzzo.it/node/187
[9] https://www.fmach.it/content/download/340328/12795298/version/1/file/BOLLETTINO+DIFESA+INTEGRATA+DI+...
Barbara Parisse (Ed.)
Roberta Alilla, Flora De Natale, Antonella Pontrandolfi e Antonio Gerardo Pepe CREA - Agricoltura e Ambiente
PianetaPSR numero 112 aprile 2022