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rialzo dei prezzi dell'agricoltura
Costi di produzione 

I costi correnti di produzione dell'agricoltura

Dinamiche di breve e lungo termine, effetti degli aumenti dei costi e prospettive per le imprese della filiera.

Nell'ultimo decennio, nell'Unione europea i prezzi agricoli non sono stati al riparo dalle fluttuazioni del mercato internazionale delle materie prime e dagli impatti degli shock economico-finanziari globali; nel lungo periodo, infatti, come conseguenza della riduzione del sostegno di mercato della PAC, il divario tra i prezzi agricoli nell'UE e i prezzi mondiali si è ridotto per effetto della maggiore apertura commerciale, esponendo i prezzi interni all'UE all'instabilità dei mercati mondiali; instabilità che pesa anche dal lato dei costi, vista la dipendenza dall'estero dei produttori agricoli europei, soprattutto di quelli italiani, per quanto riguarda l'approvvigionamento degli input energetici e chimici e di alcuni prodotti per l'alimentazione animale.

L'andamento dei prezzi internazionali dei prodotti agricoli[1], fin dalla fiammata del 2008, è apparso connesso all'andamento dei prezzi dei fertilizzanti e dei prodotti energetici. Dopo un decennio relativamente meno turbolento, una nuova epoca di instabilità è stata avviata dalla pandemia da Covid-19 che, nel 2020, come conseguenza del rallentamento delle attività produttive, del blocco dei flussi turistici e dei viaggi aerei, ha avuto un impatto fortemente depressivo sui prezzi del petrolio e delle materie prime energetiche in generale (-32% la riduzione dell'indice rispetto all'anno precedente) e di conseguenza sui prezzi dei fertilizzanti (-10%). Tuttavia, a differenza degli anni precedenti, nel 2020 la tenuta della domanda di prodotti agricoli e alimentari (principalmente per finalità di stoccaggio e alimentazione animale), i limiti imposti alle esportazioni da parte di alcuni dei principali produttori (Argentina, Russia) e il deprezzamento del dollaro hanno sostenuto i prezzi internazionali delle commodity agricole, cresciuti del 4,6% dopo anni di variazioni negative. 

Il mercato internazionale delle materie prime ha avuto un rimbalzo nel 2021 (energetici +82%, fertilizzanti + 81% rispetto al 2020) dovuto alla rapida e robusta ripresa dell'economia mondiale, che però ha dovuto fare i conti con un sistema logistico impreparato e non pienamente efficiente a causa degli effetti del Covid sulle maestranze, e un insieme di fattori concomitanti, compresi gli effetti di eventi meteorologici avversi.
Lo scenario per il 2022 si è poi drammaticamente aggravato con l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, che ha creato ulteriori pressioni inflazionistiche sia dal lato delle commodity agricole, sia da quello degli input produttivi (energetici, fertilizzanti e mangimi), visto il ruolo di primo piano che questi due paesi hanno nella produzione e nell'export di frumento tenero, mais, olio di semi di girasole e panelli di estrazione dell'olio di girasole, destinati all'industria mangimistica. La Russia, inoltre, assicura il 45% delle importazioni di gas naturale dell'UE ed è il primo esportatore a livello globale di fertilizzanti (13% del totale export mondiale nel 2020). 

L'aumento dei prezzi ha investito tutti gli anelli della filiera agroalimentare, dalla produzione primaria alla trasformazione industriale sino al consumo finale, configurandosi come un evento di portata straordinaria.

Per quanto riguarda il settore agricolo, nel primo trimestre del 2022 i prezzi degli input produttivi in agricoltura sono cresciuti complessivamente del 18,4% su base annua, dopo l'incremento del 6% registrato lo scorso anno.  Per l'aggregato delle colture vegetali, dove pesa soprattutto la spesa per salari, prodotti energetici, fertilizzanti e sementi, si è registrato nel primo trimestre 2022 un incremento dei costi sostenuti dagli agricoltori del 20,4% su base annua (dopo il +5,7% del 2021). I rincari, guidati soprattutto dagli incrementi dei prezzi di prodotti energetici (+50,6%) e fertilizzanti (+36,2%), hanno investito tutti i settori seppur con intensità differente a seconda della combinazione dei fattori produttivi, risultando più accentuati nel caso delle coltivazioni industriali, dei semi oleosi e delle colture cerealicole, anche se il contestuale aumento dei prezzi di vendita ha protetto, almeno fino ad ora, le marginalità.  Per la zootecnia, nel primo trimestre del 2022, gli esborsi degli allevatori sono aumentati del 16,6% su base annua, registrando un'ulteriore spinta dopo il +6,4% del 2021, di riflesso agli incrementi dei prezzi degli animali da allevamento (+9,8%) e dei mangimi (+21%) oltre che dei prodotti energetici (+61,5%).  In questo caso la dinamica dei prezzi di vendita ha dimostrato di non essere sempre in grado di assorbire i maggiori costi, esponendo gli allevatori all'erosione dei margini. Tra i vari comparti, avicoli, uova e bovini da latte risultano i settori più colpiti dagli incrementi dei costi produttivi, con i primi, tuttavia, in qualche modo avvantaggiati dall'alto livello di integrazione verticale.

Nel mese di aprile 2022, l'ISMEA ha condotto un'indagine presso i due panel di aziende appartenenti al settore primario e all'industria alimentare, per raccogliere informazioni su come l'aumento dei prezzi dei mezzi correnti e dei prodotti energetici degli ultimi mesi stia condizionando le attività e le prospettive del settore agroalimentare, e sulla possibilità di trasferire gli aumenti dei costi a valle della filiera attraverso aumenti dei prezzi di vendita dei propri prodotti. L'indagine è stata realizzata su un campione di 795 aziende del settore primario e 586 imprese di prima e seconda trasformazione alimentare.

Considerando il campione delle imprese agricole, nel periodo 2019-2020, in una situazione del mercato internazionale e nazionale caratterizzata da bassi prezzi dei prodotti energetici, per la maggior parte degli intervistati (39%) la spesa sostenuta per i prodotti energetici (elettricità, carburanti, gas) rappresentava in media il 5-10% dei costi correnti dell'impresa; solo il 6% degli imprenditori dichiara che rappresentava più del 25%. Con riferimento invece al 2021, per il 32% degli intervistati l'incidenza dei costi energetici era compresa tra il 10 e il 25%, mentre l'11% dichiara che l'incidenza era superiore al 25%. Alla richiesta di fare una previsione su quanto peseranno i costi per l'energia nel 2022, il 43% del campione afferma che incideranno per più del 25% sui costi correnti totali. Nel primo trimestre 2022 per il 70% delle imprese del campione la bolletta dell'energia elettrica è aumentata rispetto al trimestre precedente. Inoltre, il 44% degli imprenditori sostiene che nel primo trimestre del 2022 i prezzi di vendita dei prodotti agricoli sono rimasti stabili impedendo di compensare l'aumento dei costi correnti.

Anche per il panel delle imprese dell'industria alimentare sono state raccolte informazioni sull'impatto dell'aumento dei costi correnti sulle principali produzioni dell'agroalimentare italiano. Nel periodo 2019-2020, per la maggior parte degli intervistati (51%) la spesa sostenuta per i prodotti energetici rappresentava il 10% dei costi correnti dell'impresa; solo l'8% delle imprese dichiara che rappresentava più del 25%. Nel 2021, invece, aumentano le quote dei rispondenti che indicano un'incidenza tra il 10% e il 25% (39% delle risposte) e oltre il 25% (14%). Riguardo alle prospettive sul peso dei costi per l'energia nel 2022, il 41% del campione prevede che l'acquisto dei prodotti energetici inciderà per più del 25% sui costi correnti totali aziendali. Inoltre, nel primo trimestre del 2022, il 51% del campione afferma che il prezzo di acquisto della materia prima agricola è aumentato di più del 10% rispetto ai valori di un anno prima. Sul fronte dell'offerta, il 43% del campione delle imprese dell'industria sostiene che nel primo trimestre del 2022 l'andamento dei prezzi di vendita dei propri prodotti ha permesso di compensare solo in minima parte l'aumento dei costi correnti.

 
 

Note

  • [1] Si fa riferimento all'indice dei prezzi delle commodity agricole della Banca Mondiale.
 
 
 
 

Linda Fioriti, Mate Merenyi
ISMEA

 
 

PianetaPSR numero 114 giugno 2022