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Censimento

Istat: sempre meno aziende agricole, dimezzate rispetto al 2000, ma più grandi

Diffusi i primi dati relativi al 7° Censimento generale dell'agricoltura. Oltre il 90% delle aziende è a conduzione familiare, con una dimensione media di 5 volte inferiore rispetto alle società.

In Italia ci sono sempre meno aziende agricole e questa sostanziale riduzione viene solo parzialmente compensata dall'aumento della Superficie Agricola Utilizzata (SAU) media aziendale. Sono le prime evidenze che emergono dal 7° Censimento generale dell'agricoltura, svolto tra gennaio e luglio 2021 dall'Istat. 

Le caratteristiche dell'indagine

I dati del censimento restituiscono una fotografia puntuale del settore agricolo e zootecnico e offrono una lettura approfondita che abbraccia una pluralità di temi, dalle caratteristiche del conduttore all' utilizzo dei terreni e consistenza degli allevamenti, dai metodi di gestione aziendale alla multifunzionalità fino alla manodopera impiegata. Il questionario di rilevazione (indirizzato a quasi 1,7 milioni di unità in base a una lista che ha utilizzato le fonti amministrative disponibili) ha proposto quesiti armonizzati a livello Ue oltre a domande di approfondimento su aspetti come l'innovazione e gli effetti della pandemia, di cui si presentano le prime evidenze.

Aziende e superfici

A ottobre 2020 risultavano attive in Italia 1.133.023 aziende agricole, circa un terzo di quelle registrate nel 1982, anno di riferimento del 3° Censimento dell'agricoltura. La riduzione è stata più accentuata negli ultimi vent'anni: il numero di aziende agricole si è infatti più che dimezzato rispetto al 2000, quando era pari a quasi 2,4 milioni. Più contenuta la flessione della SAU e della Superficie Agricola Totale (SAT5), rispettivamente -20,8% e -26,4%, mentre le dimensioni medie per azienda, in entrambi i casi, sono più che raddoppiate.

Caratteristiche strutturali

Nel 2020, il 93,5% delle aziende agricole è gestito nella forma di azienda individuale o familiare, una quota in leggera diminuzione rispetto al 2010 (96,1%), mentre nel decennio aumenta l'incidenza relativa delle società di persone (da 2,9% a 4,8%), delle società di capitali (da 0,5% a 1%) e in misura lieve anche delle "altre" forme giuridiche (da 0,1% a 0,2%). Le aziende individuali o familiari, pur continuando a rappresentare il profilo giuridico ampiamente più diffuso nell'agricoltura italiana, sono le uniche in chiara flessione rispetto al 2010 mentre crescono tutte le altre forme giuridiche.

Tendenze simili caratterizzano anche le SAU, sebbene, in base alle superfici, le diverse forme giuridiche incidano in modo diverso rispetto al numero di aziende agricole. Infatti, in termini di SAU è molto più contenuto il peso relativo delle aziende individuali o familiari (che scende da 76,1% del 2010 a 72,7% del 2020) mentre è più elevato sia quello delle società di persone (da 14% a 18,2%) che quello delle società di capitali (da 2,7% a 3,6%). La minore incidenza delle aziende individuali o familiari in termini di superfici deriva dalla loro dimensione media (8,6 ettari di SAU nel 2020), molto più bassa rispetto a quella delle società di persone (41,6 ettari) e di capitali (41,5).

La dimostrazione che la diminuzione del numero di aziende si accompagna con un processo di concentrazione dei terreni agricoli in aziende mediamente più grandi è anche confermato dall'analisi per classi dimensionali in termini di SAU. Infatti, a fronte del -30,1% di aziende agricole riscontrato tra il 2010 e il 2020, la tendenza alla riduzione decresce al crescere dalla classe di SAU, passando dal -51,2% per le aziende agricole con meno di un ettaro al -3,4% per le aziende con superficie tra 20 e 29,99 ettari. Aumentano, invece, le aziende agricole con almeno 30 ettari di SAU, in particolare quelle più grandi (almeno 100 ettari, +17,7%).

Coltivazioni

Nell'ultimo decennio le scelte relative al tipo di utilizzo dei terreni agricoli non hanno subito variazioni significative: oltre la metà della SAU continua a essere coltivata a seminativi (57,4%). Seguono i prati permanenti e pascoli (25,0%), le legnose agrarie (17,4%) e gli orti familiari (0,1%). In termini di ettari di superficie solo i seminativi risultano leggermente in aumento rispetto al 2010 (+2,9%).

Tra i seminativi, i più diffusi sono i cereali per la produzione di granella (44% della superficie a seminativi). In particolare, il frumento duro è coltivato in oltre 135mila aziende per una superficie di oltre 1 milione di ettari.

Allevamento

Le aziende zootecniche in Italia, alla fine del 2021, erano poco meno di 214mila e rappresentano circa il 19% delle aziende attive (che diventano oltre 246mila se si considerano le aziende che hanno dichiarato di possedere alcune tipologie di capi). Le estensioni complessive in termini di SAU e SAT sono rispettivamente di 5 milioni e 6,5 milioni di ettari, ovvero il 40,4% e il 51,9% dei rispettivi totali nazionali.

Lavoratori

L'indagine Istat conferma la predominanza della manodopera familiare rispetto a quella non familiare, ma evidenzia più marcatamente rispetto al passato l'evoluzione dell'agricoltura italiana verso forme gestionali maggiormente strutturate, che si avvalgono anche di manodopera salariata. Questo fenomeno è una conseguenza di quanto già osservato riguardo l'evoluzione delle forme giuridiche delle aziende agricole.

Nel 2020 la manodopera familiare è ancora presente nel 98,3% delle aziende agricole (dal 98,9% nel 2010) e, nonostante la forza lavoro complessiva sia diminuita rispetto a dieci anni prima (-28,8% in termini di persone e -14,4% in termini di giornate standard lavorate), l'incidenza del lavoro prestato dalla manodopera non familiare aumenta significativamente. Infatti, nel 2020 rappresenta il 47,0% delle persone complessivamente impegnate nelle attività agricole (quasi 2,8 milioni), a fronte del 24,2% del 2010 (con una crescita, quindi, di 22,8 punti percentuali), e con un'incidenza del 32% sul totale di circa 214 milioni di giornate standard lavorate. Coerentemente con tale tendenza, nel decennio cresce la percentuale di aziende nelle quali è presente manodopera non familiare (da 13,7% a 16,5%).

La tipologia più diffusa di manodopera non familiare è quella saltuaria (presente in 127.820 aziende agricole), che concorre per il 66,4% al totale. Si tratta di poco meno di 1,3 milioni di lavoratori che svolgono lavori stagionali o limitati a singole fasi produttive e pertanto forniscono un contributo esiguo in termini di giornate di lavoro standard pro-capite, pari a 41 a livello nazionale, con picchi nelle Isole (54) e nel Nord-est (51).

Donne

La presenza femminile nelle aziende agricole, nel complesso, è diminuita rispetto a dieci anni fa, ma la loro presenza in posizioni manageriali è in crescita. Nel 2020 le donne sono il 30% circa del totale delle persone occupate contro il 36,8% del 2010.  All'interno delle aziende agricole si è invece consolidata la partecipazione delle donne nel ruolo manageriale, fenomeno rilevato anche da altre indagini nel corso del decennio. I capi azienda sono donne nel 31,5% dei casi (30,7% nel 2010).

Digitalizzazione

Poco meno del 16% delle aziende agricole utilizza computer o altre attrezzature informatiche o digitali per fini aziendali, una percentuale ancora limitata, ma pari a oltre quattro volte a quella rilevata con il Censimento del 2010 (3,8%).

Nel decennio, l'incremento della digitalizzazione ha interessato tutte le regioni italiane, contribuendo a ridurre le disparità regionali, ma il processo ha riguardato soprattutto le imprese più grandi: risulta informatizzato il 78,2% delle grandi aziende contro appena l'8,8% delle piccole. Nelle aziende medie il gap è inferiore, quelle che utilizzano attrezzature digitali sono il 44,7%.

 
 
 
 

Redazione PianetaPSR

 
 

PianetaPSR numero 115 luglio/agosto 2022