Come di consueto, PianetaPSR ospita la rubrica dedicata al monitoraggio agrometeorologico del mese precedente. L'andamento delle condizioni meteorologiche costituisce un fattore fondamentale per lo svolgimento delle attività agricole, condizionandone fortemente le produzioni, in termini sia qualitativi sia quantitativi. La conoscenza delle caratteristiche climatiche di un territorio guida le scelte colturali e gli investimenti strutturali, così come la programmazione delle diverse pratiche agronomiche non può prescindere dall'andamento meteorologico durante la stagione agraria (lavorazione del terreno, interventi irrigui e di difesa dai patogeni e parassiti, operazioni di raccolta, ecc.).
Le analisi presentate in questa rubrica sono il frutto di un'attività di monitoraggio agrometeorologico svolta dal CREA-Agricoltura e Ambiente nell'ambito della Rete Rurale Nazionale, precisamente nella scheda "Agrometeore". La scelta degli indici da presentare e commentare nei diversi report mensili può variare in funzione del periodo dell'anno (es. indice di Huglin) e della capacità della fonte di dati utilizzata di rappresentare l'andamento agrometeorologico del mese. Alcuni approfondimenti sono disponibili ai link indicati nel testo e tutte le elaborazioni grafiche presentate sulla rivista saranno anche disponibili in una specifica sezione online sul sito reterurale.it/agrometeo.
Si segnala che le analisi mensili si basano su dataset di rianalisi preliminari (ERA5T) che sono pubblicati in quasi real time sul Climate Data Store di Copernicus (vedi documento sulla metodologia al link riportato in basso); la successiva validazione dei dati, che avviene nell'arco di tre mesi, potrebbe evidenziare errori o scostamenti che solitamente sono trascurabili.
A livello nazionale, il mese di giugno è stato notevolmente più caldo della media climatica sia per le temperature massime (+4,14 °C) che per le minime (+3,14 °C). Le anomalie più rilevanti per entrambe si riscontrano al Centro. La carenza di precipitazioni è generalizzata, con condizioni in leggero miglioramento al Nord (-15%) rispetto al valore del mese precedente (-23%), e di peggioramento al Centro e al Sud, con valori passati da -48% e -22% nel mese di maggio rispettivamente a -64% e -37%. A livello nazionale, l'indicatore SPEI6 mette in luce il notevole peggioramento delle condizioni di siccità in tutto il Paese, che sono particolarmente gravi al Nord, dove persiste il livello di "Siccità Severa", che in questo mese è stato raggiunto anche al Centro sfiorando la soglia di "Siccità Estrema" (-2). Nel Mezzogiorno lo SPEI6 raggiunge un valore molto prossimo alla soglia di "Siccità Severa" (-1,5).
A livello globale, questo mese è stato il terzo giugno più caldo del periodo storico registrato, di circa 0,32 °C superiore alla media climatica 1991-2020 [1]. In Europa l'anomalia rispetto alla media climatica supera +1,5 °C. Temperature estreme si sono registrate in Spagna, Francia e Italia, così come in Cina, Giappone e Stati Uniti. Temperature medie inferiori al clima hanno interessato la Groenlandia e gran parte del Sud America. Condizioni più secche della media sono state registrate in gran parte della penisola iberica, in Gran Bretagna e in Irlanda, nell'Europa nord-orientale dal Nord dei Balcani fino alla Russia nord-occidentale e in Italia. Più umide della media, invece, sono risultate le aree nord-occidentali della penisola iberica, il Centro-Europa, la Russia occidentale, i Balcani meridionali e la Turchia.
Le condizioni di siccità che sin dall'inizio dell'anno avevano iniziato a colpire diverse parti dell'Europa sono andate peggiorando a fine primavera, creando crisi idriche diffuse e problemi al settore energetico e agricolo (riduzione delle stime di resa) [2]. Le previsioni sui 3 mesi estivi confermano condizioni più secche della media climatica, quindi un generale peggioramento delle riserve d'acqua.
In relazione alla disponibilità di risorse idriche in Italia, come riportato dall'Osservatorio ANBI [3], la situazione già critica risulta in peggioramento anche per le falde nel Centro-Nord. In generale, si aggrava la situazione nel Centro-Italia, in particolare nel Lazio sui laghi di Bracciano, Nemi, bacino di Turano e fiume Aniene. Permane grave la condizione dei corsi d'acqua in Toscana, dal Serchio all'Ombrone, e dal bacino del lago di Massaciuccoli sono stati ridotti i prelievi idrici. In Emilia-Romagna, le portate dei fiumi Enza e Reno sono scese sotto i minimi storici, influendo sulla ricarica della falda e sulla risalita del cuneo salino nelle zone costiere. I bacini piacentini trattengono 6,2 milioni di metri cubi, su di una capacità massima di 21,5 milioni di metri cubi. Il lago Maggiore presenta un deficit di quasi 3 miliardi di metri cubi rispetto alla media del periodo, così come sono ai minimi storici gli altri grandi bacini settentrionali (Como, Garda). In Piemonte, il fiume Tanaro scende ad una portata del 10% circa di quella del 2021, e vi sono corsi d'acqua con flussi azzerati o dimezzati, mentre le dighe della Baraggia Biellese e Vercellese trattengono la metà delle capacità. Il fiume Po segna costantemente record negativi di portata (alla foce, 75% in meno della portata limite per l'intrusione del cuneo salino). In Lombardia, alle riserve idriche regionali manca ben 1 miliardo di mc rispetto alla media. Scendono ancora i livelli del fiume Adige in Veneto, del Livenza e del Piave. Per quanto riguarda il Sud Italia, in Campania, i livelli idrometrici dei fiumi Sele e Volturno appaiono in calo, così come i volumi idrici nei bacini di Piano della Rocca e lago di Conza. Permane stabile la condizione di siccità nel bacino idrografico del Liri-Garigliano e Volturno. Infine, in Basilicata gli invasi presentano un deficit di oltre 38 milioni di metri cubi rispetto allo scorso anno, in Puglia di circa 11 milioni di metri cubi.
Passando all'analisi agrometeorologica di dettaglio, le mappe sull'andamento termico (figg. 1a-1b) mostrano anomalie positive per le minime (tra +2,5 in Calabria e +3,8 °C in Sardegna), così come per le massime, con scarti decisamente più accentuati. Quasi ovunque le anomalie sono in linea con la media nazionale (+4,1 °C). In tutta Italia il valore minimo assoluto di anomalia si registra localmente in Sicilia ed è pari +2,3 °C, mentre quello più elevato è stato registrato nel Lazio, con un picco di ben 6,6 °C. I valori regionali maggiori (> 5 °C) si sono raggiunti in Lazio, Basilicata e Umbria.
Figura 1 - Anomalie di temperature minime (a, sx) e massime (b, dx) - giugno 2022
Riguardo alle temperature estreme(figg. 2a-2b), si osservano particolari fenomeni di minime estreme in Sicilia (34% di giorni del mese con Tmax oltre il 90° percentile), Piemonte (31%) e Trento (31%). Rispetto alle temperature massime, il fenomeno si è manifestato maggiormente nel Mezzogiorno (28%), in particolare in Basilicata, Sicilia, Calabria (33%), e nel Nord in Friuli-Venezia Giulia (33%).
Figura 2 - Temperature minime estreme (a, sx) e massime estreme (b, dx) - giugno 2022
La distribuzione delle sommatorie termiche con soglia 0 °C raggiunge al Nord 1841 gradi giorno, al Centro 2243 e nel Mezzogiorno 2437, superando i 2500 in Sicilia, Sardegna e Puglia (fig. 3a). In vaste zone del Paese si notano anomalie positive superiori a 272 gradi giorno nel Nord e a 242 al Centro. Livelli di anomalia superiori si riscontrano in Piemonte, Liguria e Lombardia (tra +367 e +308 gradi giorno) (fig. 3b).
Figura 3 - Sommatorie termiche con soglia 0 °C (a, sx) e anomalie (b, dx) - giugno 2022
Le sommatorie termiche con soglia di 10 °C raggiungono un valore medio nazionale pari a 717 gradi giorno (fig. 4a) ricalcando lo stesso pattern delle GDD con soglia 0 °C, così come le rispettive anomalie, anche se gli scarti positivi rispetto al clima più elevati si registrano in Lazio (>217 gradi giorno), Sardegna, Piemonte e Umbria (> 205, 204 e 202 rispettivamente) (fig. 4b).
Figura 4 - Sommatorie termiche con soglia 10 °C (a, sx) e anomalie (b, dx) - giugno 2022
A livello nazionale la precipitazione totale media (fig. 5a) è risultata pari a 57 mm, con gli apporti maggiori registrati nell'arco alpino e soprattutto in Trentino (161 mm), Alto Adige (157 mm), Valle d'Aosta (150) e Friuli-Venezia Giulia (142 mm). A livello nazionale, limitandosi ad osservare gli apporti precipitativi del mese, si registra un'anomalia negativa pari a -33%, più accentuata nel Centro (-64%), in linea con i dati nazionali nel Mezzogiorno (-37%) e meno forte al Nord (-15%). Le maggiori anomalie negative (fig. 5b) sono diffuse sul versante tirrenico centro-settentrionale. Valori del tutto fuori media si registrano in Sardegna (-90%), nel Lazio (-75%), in Umbria (-73%) e in Sicilia (-71%). All'opposto, precipitazioni superiori alla media del periodo si osservano in Puglia (+22%).
Figura 5 - Precipitazioni cumulate in mm (a, sx) anomalie in % (b, dx) - giugno 2022
Nonostante la scarsità di piogge, si sono verificati eventi precipitativi giornalieri superiori alla soglia di 20 mm, considerata in grado di provocare danni all'agricoltura (definita a livello internazionale "very heavy rain"). I valori più elevati di rx1day si sono registrati per fenomeni locali in diverse regioni del Nord raggiungendo picchi in Piemonte (47 mm), Lombardia (36 mm) e in Friuli (31 mm) (fig. 6).
Riguardo all'evapotraspirazione di riferimento (fig. 7a), il territorio italiano ricade nel range di 109-188 mm: a livello regionale, i valori superiori si raggiungono in Puglia (188), Sardegna (180), Basilicata (177) e Sicilia (176) e localmente in Calabria, Campania, Lazio, Umbria, Piemonte ed Emilia-Romagna. Flussi evapotraspirativi superiori alla norma si evidenziano soprattutto in Umbria e Lazio (+25%) (fig. 7b).
Figura 7 - Evapotraspirazione di riferimento in mm (a, sx) e anomalia (b, dx) - giugno 2022
Il bilancio idroclimatico (fig. 8a) assume ovunque valori negativi, ad esclusione di alcune aree montane alpine (Bolzano, Trento, Valle d'Aosta e Friuli). A livello regionale, i valori peggiori si registrano in Sardegna (-178 mm), seguita da Sicilia (-171 mm) e Lazio (-158 mm), Puglia (-156 mm) e Umbria (-155 mm). L'analisi delle anomalie (fig. 8b) mostra un peggioramento della disponibilità idrica nel Centro (-64 mm), con situazioni più gravi in Umbria (-77 mm), Lazio (-69 mm), Toscana (-62 mm) (fig. 8b).
Figura 8 - Bilancio idroclimatico (a, sx) e anomalia (b, dx) - giugno 2022
Considerando l'indice SPEI6, che riflette l'andamento complessivo del bilancio idroclimatico degli ultimi sei mesi (fig. 9a), peggiorano le condizioni di siccità nel Centro, in particolare passano in siccità estrema Lazio e Umbria (< -2) e 12 regioni/province autonome risultano in siccità severa (tra -1,5 e - 2), e 6 in siccità moderata.
L'analisi dello SPEI3 (fig. 9b), che riflette l'andamento del bilancio idrico dei 3 mesi più recenti, evidenzia come la situazione del Centro si sia aggravata notevolmente nell'ultimo periodo.
Figura 9 - SPEI a 6 mesi (a) e a 3 mesi (b)- giugno 2022
L'indice di Huglin fornisce informazioni utili sul soddisfacimento delle esigenze termiche delle diverse varietà di vite. Questo indice considera le sommatorie delle temperature durante il periodo diurno, quando si manifesta l'attività fotosintetica delle piante, pertanto è anche denominato indice eliotermico. Nel terzo mese di analisi (fig. 12a), l'indice su quasi tutto il territorio rientra nelle classi 900÷1.500 gradi giorno con un valore medio nazionale pari a 899; i valori regionali maggiori si riscontrano in Puglia (1150), Sardegna (1056) ed Emilia-Romagna (1014). L'indice è quasi ovunque superiore alla media climatica (fig. 12b) con gli scarti maggiori in Piemonte (+249), Lazio (+247), Umbria (+235) e Sardegna (+230).
Figura 10 - Indice di Huglin (a, sx) e anomalie (b, sx) - giugno 2022
Nelle figure di seguito, viene mostrata la situazione a fine giugno dello sviluppo fenologico per le due varietà di vite, Chardonnay (fig. 11a) e Cabernet-Sauvignon (fig. 11b), e per l'olivo (fig. 12), come risulta dall'analisi combinata dei dati provenienti da simulazioni modellistiche e da osservazioni in campo (si veda anche Bollettino Fenologico).
In generale la vite si trova quasi ovunque nelle fasi di chiusura del grappolo e inizio invaiatura (prevalgono le fasi BBCH tra 77 e 83), ad esclusione di alcune aree collinari più interne; la varietà Chardonnay (precoce) risulta in uno stadio più avanzato di circa due fasi rispetto al Cabernet (tardivo). Si conferma un'accelerazione dei processi di sviluppo fenologico in Friuli-Venezia Giulia [4] di circa 2 settimane rispetto allo scorso anno e in Piemonte [5], dove l'anticipo riguarda, rispetto alle annate precedenti, anche i casi di oidio e mal dell'esca.. Anticipi fenologici della vite si registrano anche in Lombardia, dove, inoltre, le temperature elevate hanno accelerato anche il ciclo biologico dell'insetto Scaphoideus titanus [6]. In Veneto, al contrario, sembra che le condizioni siccitose abbiano causato un rallentamento, e in qualche caso arresto, specialmente per quanto riguarda la crescita dei germogli [7].
Figura 11 - Fasi fenologiche vite Chardonnay (a) e Cabernet-Sauvignon (b) - 30 giugno 2022
L'olivo (fig. 12) ha raggiunto lo stadio principale di "sviluppo dei frutti" su tutto il territorio e risulta più avanzato (BBCH 75 indurimento del nocciolo) al Nord, lungo le fasce costiere del Sud e in Sardegna. In Friuli [8] in alcuni oliveti è stata rilevata una cascola anomala dovuta alle elevate temperature durante la fioritura, che hanno ridotto la vitalità del polline, e ai danni da Cimice asiatica.
Barbara Parisse (Ed.)
Roberta Alilla, Flora De Natale, Antonio Gerardo Pepe e Antonella Pontrandolfi
CREA - Agricoltura e Ambiente
PianetaPSR numero 115 luglio/agosto 2022