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Censimento agricoltura

L'informatizzazione e innovazione nelle aziende agricole

L'ISTAT con l'ultimo Censimento dell'agricoltura, presenta informazioni anche sull'informatizzazione e sull'innovazione nelle aziende agricole. Nella sezione F (altre informazioni) del questionario sono presenti alcune domande relative all'informatizzazione dell'azienda. In particolare, si chiede all'azienda se utilizza computer o altre attrezzature informatiche o digitali per fini aziendali. Si chiede anche se utilizza software per la gestione e la rete internet. Ad oggi l'ISTAT ha reso noto alcune informazioni circa l'informatizzazione per classi di ULA [1], regione e circoscrizione.

La maggior parte delle aziende informatizzate si trova al Nord (55,8%), soprattutto nel Nord-est (34,8%). Al Centro le aziende informatizzate sono il 16,1% e nel Mezzogiorno 28,1% con prevalenza al Sud (17,3%) rispetto alle Isole (fig. 1).

L'informatizzazione riguarda il 15,8% delle aziende italiane (178.892 su 1.133.023) (fig. 2). Erano circa 61.000 nel 2010 (3,8%) e meno di 30.000 nel 2000 (Cariello, 2012). Al Nord lo stesso dato ha un valore circa il doppio di quello nazionale (33,1%), senza differenza tra Nord-ovest (32,9%) e Nord-est (33,3%). Mentre al Mezzogiorno l'incidenza delle aziende informatizzate scende al 7,7% con una netta differenza tra Sud (6,7%) e Isole (10,3%). Al Centro le aziende informatizzate sono circa il 16% del totale delle aziende. Dieci anni prima l'incidenza delle aziende informatizzate era pari al 10,9% nel Nord-ovest e all'8,1% nel Nord-est. Al Centro erano il 4% del totale delle aziende e al Sud l'1,3%. Nell'ultimo decennio l'incremento è molto più marcato al Sud (+247%), nelle Isole (242%) e nel Nord-est (205,5%). Nelle altre circoscrizioni l'incremento è al di sotto di quello medio nazionale.

L'incidenza dell'informatizzazione è maggiore nelle aziende che impiegano più di 10 ULA (78,1%) e ancora di più nel Nord dove le aziende con più di 10 ULA informatizzate sono 9 su 10. Al Centro sono pari all'85,2% e al Sud al 64,1%. Nelle aziende che impiegano una sola 1 ULA il dato scende a livello nazionale all'8,8%. Nel Nord al 20% e al Sud è pari al 4,6%. Dai dati emerge che l'informatizzazione è più presente al Nord e nelle aziende che impiegano più di 10 ULA.

Le regioni in cui l'incidenza delle aziende informatizzate sul totale delle aziende agricole è più alta sono il Trentino (Bolzano 59,3% e Trento 52%) e la Lombardia (37,9%).

L'ISTAT ha raccolto informazioni anche sulle innovazioni introdotte nelle aziende negli anni tra il 2018 e il 2020 per migliorare la tecnica o la gestione della produzione. Un'ulteriore informazione presente è quella relativa al tipo dell'innovazione introdotta.

Anche in questo caso ci si sofferma principalmente sulle informazioni relative all'incidenza delle aziende innovatrici a livello nazionale e circoscrizionale e al tipo di innovazione introdotta.

Le aziende innovatrici sono localizzate principalmente al Nord (53,4%) con una netta prevalenza al Nord-est (33,7%) (fig. 3). Al Centro sono presenti il 15,7% delle aziende che hanno introdotto almeno una innovazione e nel Mezzogiorno il 30,9%, con valori quasi doppi del Sud (20,2%) rispetto alle Isole (10,8%).

A livello nazionale le aziende innovatrici incidono per l'11% del totale delle aziende agricole (fig. 4). I valori più alti sono presenti al Nord-ovest (21,6%) e nel Nord-est (22,5%), rispetto al Centro (10,9%), al Sud (5,4%) e alle Isole (7,1%). Guardando alle aziende per classi di ULA, sono le aziende che ricadono nella classe più alta (più di 10 ULA) ad avere una incidenza maggiore sul totale delle aziende della stessa classe (58%). E sono sempre le aziende del Nord con più di 10 ULA ad avere valori più alti (70,9%) rispetto a quelle che, nella stessa circoscrizione, impiegano tra 1 e 10 ULA (42%) o almeno 1 ULA (12%). Stessa dinamica si rinviene al Centro e al Sud dove i valori sono nettamente inferiori.

Al Sud le aziende innovatrici che impiegano più di 10 ULA rappresentano il 44% del totale delle aziende della stessa classe; la classe intermedia (tra 1 e 10 ULA) e quella inferiore (meno di 1 ULA) rappresentano rispettivamente il 19% e il 3,8%. Al Centro lo stesso dato è leggermente più alto (rispettivamente pari a 64,4%, 29,6% e 6,8%), ma di gran lunga inferiore a quello del Nord.

A livello regionale sono sempre le province autonome di Bolzano e Trento ad avere la maggiore incidenza di aziende agricole innovatrici (rispettivamente, 44,5% e 31,5%). Seguono l'Emilia-Romagna (22,1%), il Piemonte (23,1%) e la Lombardia (21,7%). La minore incidenza si rileva al Sud (Puglia, Calabria, Basilicata, Sicilia, Campania e Molise).

Il tipo di investimento più frequente è quello della meccanizzazione, che è presente in Italia nel 6% delle aziende innovatrici, percentuale che al Nord sale a più del doppio (12,9%), mentre al Centro ritorna in linea con il dato nazionale (6,4%) e al Sud cala al 2,9% (fig. 5). Gli altri ambiti di innovazione presentano valori al di sotto del 4% ad eccezione di innovazioni per "impianti e semina" e "irrigazione" al Nord. Tra le aziende che innovano la meccanizzazione è il tipo di investimento più frequente e investe il 55,6% in Italia con punte pari al 60% nel nord-ovest. Tale dato scende al 49% nel mezzogiorno e ancora di più nelle isole dove si attesta a circa il 45%.

Dai dati esaminati emerge come il grado di innovazione nelle aziende agricole resti relativamente basso (solo l'11% delle aziende dichiara di aver introdotto una innovazione) anche se era un obiettivo della programmazione 2014-2020 sia a livello europeo che nazionale (Commissione europea, 2010; Materia, 2014; Vagnozzi, 2019) Bisogna sottolineare che l'ISTAT nella domanda chiedeva l'introduzione di almeno una innovazione negli anni tra il 2018 e il 2020, mentre i contributi pubblici per tali interventi che derivano principalmente dai Programmi di Sviluppo Rurale (Briamonte, Vaccari, 2021) erano già presenti dal 2016. Il tasso di introduzione relativamente basso può essere spiegato anche dall'ammontare sempre più ridotto delle risorse a disposizione, che ormai fanno capo solo a quelle comunitarie, che non è in grado di soddisfare tutta la domanda di innovazione proveniente dalle aziende.

 
 

Note

  • [1] Le classi di ULA (unità di lavoro a tempo pieno) sono: da 0 a 1 ULA; da 1 a 10 ULA; > di 10 ULA.
 
 

Riferimenti bibliografici

 
 
 
 
 
 

Concetta Cardillo, Franco Gaudio, Maria Rosaria Pupo D'Andrea, Roberta Sardone
CREA-PB

 
 

PianetaPSR numero 116 settembre 2022