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Riforma Pac

Appesi al "greening" 1,2 miliardi di aiuti

Così la componente verde obbligatoria incide su un'azienda cerealicola - E il 7% della superficie va riservata a siepi, stagni, maggese e terrazzamenti
 
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La componente "verde" dei pagamenti diretti, meglio conosciuta come "greening", sarà la vera novità della Pac post 2013. La proposta della Commissione prevede che il 30% del budget dei pagamenti diretti sia destinato a misure agro-ambientali semplici ed applicabili in tutta Europa.  A differenza dell'attuale condizionalità, che tra l'altro rimane confermata, le misure di greening diventano un elemento di ammissibilità per l'accesso al pagamento supplementare, stimabile tra gli 80 ed i 110 €/ha. Per un totale che si aggira intorno a 1,2 miliardi di euro l'anno.Vediamo in dettaglio le nuove pratiche agro-ambientali a cui dovrà adempiere l'agricoltore. L' agricoltore che dispone di almeno 3 ettari di seminativo dovrà praticare la diversificazione colturale con almeno 3 colture differenti. Ovvero, la coltura principale non potrà coprire più del 70% della superficie a seminativo e la minore non meno del 5% della medesima superficie. Sono escluse dall'impegno le superfici interamente utilizzate ad erbai, lasciate a maggese o coltivate a riso.

 

In pratica, un'azienda cerealicola di 100 ha, potrà seminare a grano duro non più di 70 ha, scegliendo di coltivare ad esempio 25 ha di pomodoro e lasciare 5 ha a maggese o leguminosa. L'obbligo di diversificare è annuale, e l'agricoltore rimane libero di effettuare rotazioni. 

L'agricoltore dovrà mantenere le superfici a pascolo permanente, potendo convertire a seminativo non più del 5% della sua superficie di riferimento.
In Italia, dai dati comunicati da Agea, 2.324.898,62 ettari risultano identificati come pascolo permanente, di cui 1.290.287 ettari sono pascoli magri con tara 20% e 50%. (Dati fascicolo aziendale 2009).
Come ultimo impegno, ogni agricoltore dovrà mantenere almeno il 7% della superficie complessiva a seminativo e colture permanenti ad infrastrutture ecologiche quali terrazzamenti, fasce tampone, siepi, filari di alberi, stagni, aree afforestate attraverso i Psr, nonché aree lasciate a maggese.

 

Il greening sarà obbligatorio per tutti, ma sono fatte salve le seguenti fattispecie; i piccoli agricoltori che aderiranno allo schema semplificato, gli agricoltori biologici e le aziende agricole ricadenti nelle aree Natura 2000, che dovranno continuare a rispettare le prescrizioni dei piani di gestione e la condizionalità.
Dalle prime simulazioni, è utile segnalare che dai dati Istat, sul totale delle aziende italiane, 237.096 aziende agricole dichiarano di praticare la monosuccessione, su una superficie pari a 1.125.943 ettari. Le restanti aziende già utilizzano avvicendamenti colturali liberi o programmati. E' da notare che dall'introduzione del disaccoppiamento sono via via aumentate le aziende che preferiscono un avvicendamento libero, più orientato dal mercato

 
 
 
 
 
 
 
 

La futura componente verde, aumenterà la complessità del sistema dei pagamenti diretti, gli oneri per gli agricoltori ed i controlli, nonché l'appeal di alcune misure agroambientali dello Sviluppo rurale. Rimane il fatto che il greening, finalizzato alla produzione di beni pubblici ambientali, è il prezzo che il settore agricolo paga per il sostanziale mantenimento del budget agricolo a livello europeo.  Di certo, aumenteranno gli impegni e la complessità  per gli agricoltori, ma questi tipi d'impegni accompagnano nel lungo periodo le prospettive della Commissione nei confronti dei cittadini e nelle sedi internazionali.
 

Francesco Tropea

PianetaPsr 3 - ottobre 2011