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Impianto idrovoro Ostia Antica, CBLN
Bonifica

La multifunzionalità dei consorzi di bonifica nella gestione della risorsa idrica

Il tema è stato al centro di un evento nell'ambito della Notte europea di Ricercatrici e Ricercatori di Frascati Scienza. 

Nell'ambito della Notte Europea di Ricercatrici e Ricercatori di Frascati Scienza, il giorno 29 settembre 2022, si è tenuto l'evento "La multifunzionalità dei Consorzi di bonifica nella gestione della risorsa idrica" organizzato dal CREA PB e da ANBI Lazio ed Emilia-Romagna presso il Consorzio di Bonifica Litorale Nord. Scopo dell'evento è stato quello di avvicinare i giovani studenti, i ricercatori e il pubblico in generale alle attività "multifunzionali" dei Consorzi. 

Negli anni, infatti, le attività dei Consorzi, pur mantenendo le originarie funzioni di bonifica e irrigazione si sono progressivamente estese fino a comprendere le attività proprie della difesa del suolo e mitigazione del rischio idrogeologico, nonché della razionale utilizzazione delle acque irrigue, con azioni di gestione delle opere realizzate e la manutenzione del reticolo idrografico che, assicurando la corretta veicolazione delle acque determina la messa in sicurezza del territorio stesso. 

A livello nazionale le opere di bonifica svolte dai Consorzi sono necessarie per la pubblica utilità ovvero per la difesa del suolo, la tutela del territorio, oltre che per la distribuzione della risorsa a fini irrigui. Tra le funzioni principali dei Consorzi di Bonifica vi è sicuramente la progettazione, realizzazione e gestione delle opere pubbliche di bonifica; la promozione e realizzazione di azioni di salvaguardia ambientale e paesaggistica, di valorizzazione economica sostenibile, di risanamento delle acque, anche al fine della utilizzazione irrigua e plurima, della rinaturalizzazione dei corsi d'acqua e della fitodepurazione; ed infine la realizzazione di opere di prevenzione e protezione dalle calamità naturali mediante interventi di ripristino delle opere di bonifica e irrigazione, di manutenzione idraulica, di forestazione e di ripristino ambientale.

Figura 1: Impianto idrovoro Ostia Antica, CBLN
Figura 1: Impianto idrovoro Ostia Antica, CBLN

Infatti, i canali di bonifica e/o irrigazione rappresentano importanti habitat naturali, pertanto, gli stessi consorzi, che li gestiscono, svolgono attività utili, con le loro opere, per il mantenimento della biodiversità quali, ad esempio: la realizzazione delle scale di risalita dei pesci lungo i manufatti per l'irrigazione per la migrazione all'interno dei corsi d'acqua; garantiscono il deflusso necessario per mantenere vitali gli ecosistemi (Deflusso Minimo Vitale). contrastano le specie aliene (non locali) a tutela delle specie autoctone (locali) come i gamberi di fiume nell'area dell'Appennino nordoccidentale di Emilia-Romagna e Liguri; realizzano aree per la fitodepurazione (ossia depurazione naturale delle acque per mezzo di piante con rimozione degli agenti inquinanti) come quella della Versilia, la più grande area europea di fitodepurazione; gestiscono delle aree umide come le lagune, le paludi perifluviali, etc. caratterizzate da una ricca biodiversità.

È evidente quindi che l'operato dei Consorzi non si traduce, solo, nell'opera di bonifica, ma nella gestione "sostenibile" della risorsa irrigua, nel mantenimento della biodiversità, nella difesa del suolo, nello sviluppo dei territori e nella salvaguardia ambientale. Tale operato è diventato sempre più fondamentale per la gestione dei territori e per lo sviluppo delle aree rurali offrendo uno slancio alla possibilità di urbanizzazione del territorio; grazie, ad esempio, all'impianto idrovoro di Ostia sono rese abitabili vaste aree del Litorale Romano. Inoltre, potenti pompe sollevano l'acqua e la portano ad un livello di poco al di sopra di quello del mare per consentirne il deflusso e quindi contribuire insieme al reticolo dei canali a liberare questi territori dall'acqua, oltre che a distribuire a numerose aziende agricole la risorsa irrigua necessaria allo sviluppo delle colture. Ai Consorzi di Bonifica è da attribuire il merito del mantenimento della produzione agricola irrigua, grazie alla continua e costante distribuzione di acqua anche in tempi di eventi estremi dovuti ai cambiamenti climatici in cui, a periodi di forti piogge seguono spesso lunghi periodi siccitosi, adoperandosi nel campo della ricerca e dell'innovazione per trovare nuove tecniche di razionalizzazione e risparmio della risorsa.

Recentemente, a queste molteplici azioni si stanno affiancando le azioni di informazione, per diffondere la conoscenza circa la multifunzionalità dell'operato dei Consorzi da cui il titolo dell'evento stesso nell'ambito del quale, per avvicinare il pubblico in genere al tema della bonifica e al ruolo dei Consorzi, è stato organizzato uno spettacolo teatrale dal titolo #TERRADURAINMULTICOLOR che narra le vicende di uno scariolante di Ravenna che, armato di badile e carriola, partì per il Lazio per bonificare i territori dell'Agro Romano e Pontino raccontando, quindi, se pure in maniera goliardica, di un periodo storico difficile e cruciale per questo territorio.

 

La bonifica dell'Agro Pontino

L'Agro Pontino è stato caratterizzato, per secoli, da un'immensa distesa di acquitrini e paludi. Qui, nel tempo, furono numerosi i tentativi di intervento ma non risolutivi, fino all'Unità d'Italia quando la situazione venne per la prima volta affrontata in maniera concreta. La reale svolta per una bonifica moderna arrivò negli anni 30 del XX secolo grazie all'Ing. Natale Prampolini che guidò la grande operazione di bonifica integrale riuscendo a far defluire in mare le acque stagnanti di più di 1500 ettari di paludi. In qualità di bonifica integrale, questa comprese anche la realizzazione di strade, centri di urbanizzazione, strutture di servizio, divenendo il principale trampolino di sviluppo sociale. Nacquero così nuove città quali Littoria (Latina), Sabaudia, Pontinia, Aprilia e Pomezia e la malaria, che provocava un tasso di mortalità del 35%, venne debellata per sempre. L'importanza di queste ingenti trasformazioni risulta facilmente comprensibile se si pensa alle condizioni di vita della popolazione locale prima dei citati interventi. Se pure si descrive una realtà relativamente recente, parliamo infatti della fine degli anni 20 del XX secolo, poverissimi gruppi di contadini conosciuti come i "guitti" erano costretti a vivere in gruppi di capanne in radure chiamate "lastre", adiacenti alle zone paludose, allevando bufale e pecore in condizioni miserevoli, analfabetismo e mortalità altissima.

 
Figura 2: Capanna di Collemorello (1928)
Figura 2: Capanna di Collemorello (1928)
 

Oggi, a seguito di queste ingenti trasformazioni, il contesto territoriale risulta profondamente mutato da quello dell'epoca. Grandi porzioni di zone originariamente a destinazione agricola sono state caratterizzate da una progressiva e profonda trasformazione urbanistica e rilevanti aree sono contraddistinte da una elevata densità di popolazione. L'attività svolta dal Consorzio di Bonifica Litorale Nord, che oggi ricopre gran parte dei territori dell'Agro Romano e Pontino, si è dovuta necessariamente adattare all'evoluzione del territorio, ampliando ed estendendo una rete di bonifica in grado di sopportare più consistenti portate di piena dovute a cambiamenti nel regime delle piogge e alle trasformazioni nell'uso del suolo (impermeabilizzazione delle superfici, riduzione delle capacità di laminazione dei corsi d'acqua). Pur mantenendo le originarie funzioni di bonifica e irrigazione, si sono progressivamente aggiunte quindi attività proprie della difesa del suolo e mitigazione del rischio idrogeologico, nonché della razionale utilizzazione delle acque irrigue e della tutela della biodiversità.

La mostra fotografica

Durante l'evento il CREA ha inoltre esposto la Mostra fotografica storica "Bonifica, Idraulica, impianti e reti irrigue: da 150 anni insieme all'Italia" realizzata in occasione del 150º Anniversario dell'Unità d'Italia, giacché l'irrigazione rappresenta uno dei grandi temi di rilevanza nazionale, considerato prioritario dal governo italiano fino dai primi anni di Unità del Paese. La mostra, di conseguenza, si proponeva di tracciare il percorso della bonifica nelle sue varie fasi e nelle diverse aree del nostro Paese, evidenziandone le caratteristiche, l'evoluzione e, soprattutto, l'importanza.

 
Figura 3: Mostra fotografica storica esposta presso il CBLN
Figura 3: Mostra fotografica storica esposta presso il CBLN
 
Figura 4: Visita agli impianti del CBLN
Figura 4: Visita agli impianti del CBLN
 

Le bonifiche nella storia

L'epopea della bonifica è uno dei capitoli più complessi della storia del nostro Paese. Senza dubbio le prime importanti opere di bonifica risalgono all'epoca antecedente l'Impero Romano, grazie alle quali popoli come etruschi e greci poterono sviluppare le loro fiorenti civiltà. Tuttavia, con la caduta dell'Impero Romano e le successive invasioni barbariche, poco a poco la natura riprese il sopravvento per riconsegnare alle acque paludose il dominio dei territori. In questa fase, le opere di bonifica e sistemazione idraulica iniziarono a pesare su chiese e monasteri e successivamente sui Comuni che furono in qualche modo i precursori degli odierni Consorzi di Bonifica, dedicando nei loro statuti ampi spazi alla regolamentazione volta alla costruzione e manutenzione di opere quali argini, ponti, canali, nonché una serie di norme utili a disciplinare i rapporti fra i singoli nella gestione delle acque. Inoltre, gradualmente nel tempo, si delinearono sempre di più delle forme collaborative autonome di proprietari terrieri legati da necessità comune di difesa idraulica che si affiancavano all'operato dei Comuni. Fino a questo momento, tuttavia, le finalità della bonifica erano esclusivamente quelle di risanamento igienico e difesa idraulica. Bisognerà aspettare il 1933, quando, con il Regio decreto del 13 febbraio n. 215, gli interventi assunsero un ruolo anche di sviluppo economico e sociale, associando alle opere di sistemazione idraulica anche una serie di acquedotti, strade, opere irrigue grazie alle quali si è reso possibile un nuovo sviluppo urbano. Nel suddetto decreto viene ridisegnata e potenziata la figura dei Consorzi di bonifica, ai quali vengono affidate l'esecuzione e la manutenzione delle opere della cosiddetta "bonifica integrale". Infine, negli anni 90, grazie a personalità sensibili alla tutela delle risorse naturali quali Giuseppe Medici, le finalità della bonifica abbracciarono anche la salvaguardia dell'ambiente. Medici si batté per trasferire alle Regioni le funzioni già di competenza statale, ma non quelle spettanti ai Consorzi di Bonifica che riteneva entità fondamentali sul territorio, mentre, nel 1992 durante l'assemblea ANBI[1] che si tenne a San Donà di Piave, lanciò la "quarta fase" della bonifica italiana, quella in cui la sicurezza idraulica deve sposarsi con la compatibilità ambientale. Secondo Medici, questi nuovi obiettivi dovevano essere portati avanti dagli stessi Consorzi, preparati da un'antica esperienza.

Ad oggi, quindi, appare senza dubbio lecito poter parlare di multifunzionalità dei Consorzi di bonifica nella gestione delle risorse idriche tra agricoltura e difesa del territorio.

 

Bibliografia e sitografia

 

Note

 
 

Veronica Manganiello, Sofia Galeotti, Raffaella Zucaro
Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'economia agraria
Centro Politiche e Bioeconomia

 
 

PianetaPSR numero 117 ottobre 2022