Il 2022 è stato indicato dalla Commissione europea come l'"Anno Europeo dei Giovani" con lo scopo di includere la gioventù europea e le sue loro nelle politiche finalizzate alla costruzione di un futuro migliore, più verde, inclusivo e digitale.
La persistenza di un'imprenditorialità agricola matura, la senilizzazione e il conseguente problema dell'esodo della popolazione attiva verso aree più appetibili, in termini di offerta di servizi e di opportunità di lavoro, costituiscono un serio problema alla sostenibilità e allo sviluppo delle aree rurali.
Per questi motivi, nell'ambito della Strategia dell'UE per la gioventù 2019-2027 sono stati definiti 11 obiettivi, di cui il sesto dedicato a promuovere iniziative e politiche a sostegno della permanenza e dell'inclusione dei giovani nelle comunità rurali, ma anche a stimolarne la partecipazione attiva nei processi decisionali.
In tale direzione, il ricambio generazionale rappresenta uno degli obiettivi centrali delle politiche di sviluppo agricolo, sia a livello europeo che nazionale, ma anche una sfida da perseguire attraverso strumenti volti a facilitare l'avviamento di attività imprenditoriali da parte dei giovani e a promuovere e sostenerne la permanenza attiva sui territori.
Le opportunità che si differenziano tra loro per modalità ed entità finanziaria, a livello nazionale sostengono interventi di carattere puramente settoriale, contrariamente a quelli promossi a livello europeo che si inseriscono, invece, nell'ambito di un quadro di sviluppo più ampio. La strategia europea per lo sviluppo rurale, infatti, è diretta a promuovere l'ammodernamento strutturale e la diversificazione economica dei territori, ma anche il miglioramento della qualità della vita e la tutela e valorizzazione delle risorse ambientali.
È indubbio che tali interventi abbiano stimolato i processi di ricambio generazionale e di permanenza dei giovani soprattutto laddove questi avvengono con più difficoltà per ragioni strutturali e socioeconomiche. Tuttavia, altrettanto vero è che gli interventi previsti hanno spesso registrato un impatto limitato rispetto agli obiettivi programmati ex ante.
A livello europeo, nonostante un costante aggiornamento degli interventi volti a incentivare l'insediamento dei giovani agricoltori, permangono diverse barriere all'ingresso che si estrinsecano sotto forma di ostacoli al raggiungimento dei risultati previsti e la politica con difficoltà ha proposto strumenti idonei ad affrontarle.
Con la riforma della PAC 2023-2027, per la prima volta gli interventi finanziati dovranno essere finalizzati a sostenere la vitalità del territorio rurale e non più soltanto la competitività del settore agricolo. Le azioni proposte, quindi, dovranno contribuire a mantenere i giovani nelle aree rurali attraverso l'accompagnamento ad una imprenditorialità, non più esclusivamente agricola ma anche innovativa e sostenibile che possa garantire altresì lo sviluppo dei territori. Non a caso, la comunicazione "A long-term Vision for the EU's Rural Areas - Towards stronger, connected, resilient and prosperous rural areas by 2040", punta sulla PAC e sull'integrazione di questa con le altre politiche per sottrarre i territori rurali dai processi di abbandono.
Ciò premesso, il presente numero del Magazine funge, da una parte, come collettore di esperienze maturate dai giovani imprenditori nella diversità dei contesti territoriali che contraddistinguono le aree rurali e, dall'altra, come cassa di risonanza di studi sul tema, indirizzi di policy e punti di vista. Il perimetro nel quale si muove questo numero è quindi più ampio rispetto a quella di una fotografia statica dell'imprenditoria giovanile, dove l'intento dei diversi contribuiti è di avvicinare il lettore alla comprensione delle sfide che i giovani agricoltori (e non) affrontano rispetto alla promozione di una imprenditorialità sostenibile ed innovativa per il futuro delle aree rurali.
Giuseppe Gargano, Francesco Licciardo, Barbara Zanetti