PianetaPSR
trattore su campo
Settore primario

L'agricoltura in Europa, alcuni aspetti salienti alla luce del nuovo censimento

Un'analisi del settore primario italiano ed un confronto con il contesto europeo.

In Europa ci sono poco più di 9 milioni di aziende agricole per una superficie agricola utilizzata (SAU) pari a 157.415.700 ha e una superficie totale (SAT) di 190.382.400. Nel corso degli ultimi dieci anni le aziende sono diminuite del 24% (Figura 1). Tale diminuzione ha investito tutti i Paesi con punte massime in Bulgaria (-64,12%) e Ungheria (-59,41%). Sola nella Repubblica Ceca le aziende sono in aumento (27,19%). 

In Italia le aziende diminuiscono del 30,03% (al di sopra della media europea) passando da 1.619.230 unità del 2010 alle attuali 1.133.020. È quanto emerge dall'analisi dei degli ultimi dati Eurostat e del Censimento agricolo nazionale, sui quali abbiamo elaborato un confronto tra le condizioni del settore primario nel nostro Paese e quella degli altri partner europei.

Il censimento agricolo viene realizzato non solo per adempiere alle richieste internazionali e della legislazione comunitaria, ma anche e, soprattutto, per soddisfare le necessità informative nazionali. 
Il programma di indagini europee sulle aziende agricole viene attuato dal 1966, rileva l'evoluzione della struttura delle aziende agricole e fornisce la base di conoscenze statistiche indispensabile per monitorare e valutare la politica agricola comune (PAC).
Le statistiche agricole per il 2020[1] sono state definite nel novembre 2015 dal comitato del sistema statistico europeo (SSE), e prevedono l'adozione di due regolamenti quadro che riguardano gli aspetti delle statistiche agricole, a eccezione dei conti economici per l'agricoltura. Con questi due regolamenti si definiscono il quadro di riferimento statistico entro cui realizzare il censimento e le definizioni delle variabili da utilizzare.
Una serie di scelte metodologiche e tecniche sono affidate agli Stati membri date le diversità strutturali esistenti tra le varie agricolture dei Paesi dell'Unione. In particolare, sono vincolanti l'unità di rilevazione (azienda agricola) e le caratteristiche da rilevare (variabili del questionario), mentre la copertura censuaria, la fonte dei dati, i periodi di riferimento e di trasmissione dei risultati variano.

 

La superficie totale (Figura 2) complessivamente è diminuita del 4,44%, ma l'andamento appare abbastanza diversificato tra i Paesi. Mentre, infatti, in Grecia (-25,55%), Malta (-18,62%), Austria (-17,95%), Finlandia (-15,12%) e Romania (-12,16%) si hanno le variazioni negative maggiori, al contrario, in Portogallo (8,76%), Croazia (6,79%), Cipro (6,17%), Danimarca (5,01%), Lituania (2,74%) e Lussemburgo (0,36%) si ottengono variazioni positive.

Anche in Italia la superficie totale diminuisce, ma con una variazione al di sotto della media europea e pari al 3,62%. Attualmente la SAT del nostro Paese è pari a 16.462.350 ettari (era 17.081.100 ettari nel 2010).

Rispetto alla SAT, nel decennio in esame la SAU (Figura 3) ha avuto una diminuzione più contenuta in Europa (-0,97%) e ha interessato meno Paesi. Le variazioni più significative hanno riguardato la Grecia (-24,35%), Malta (-14,41%) e l'Austria (-9,57%). Di contro 14 Paesi su 27 registrano un incremento della SAU. Gli aumenti maggiori sono presenti a Cipro (13,29%), Croazia (11,82%), Lettonia (9,61%), Portogallo (8,06%), Lituania (6,27%), Ungheria (5,02%) e Polonia (2,33%).

L'Italia è tra i Paesi europei dove la riduzione è più contenuta pur attestandosi al di sopra della media europea. Nel nostro Paese, infatti, la SAU passa da 12.856.050 ettari del 2010 agli attuali 12.523.540 ettari e la riduzione ha riguardato 332.510 ettari (-2,59%).

L'incidenza della SAU sulla superficie totale in Europa era pari all'80% nel 2010 contro una incidenza che è rimasta quasi uguale nel 2020 (82,6%). In tutti i Paesi europei non si riscontrano valori significativamente diversi nel decennio. Non si è dunque assistito ad una intensificazione dell'attività agricola.

La progressiva diminuzione del numero di aziende, a cui si contrappone una certa stabilità nelle superfici complessive, ha comportato una redistribuzione fondiaria abbastanza diffusa. 
Le dimensioni medie delle aziende agricole, infatti, aumentano in tutti i Paesi, ad eccezione della Repubblica Ceca, dove diminuiscono del 21,17% passando da 153,26 ettari a 120,81. L'azienda media in Europa ha una superficie pari a 17,35 ettari nel 2020 (era pari a 13,23 ha nel 2010) con un incremento del +31,20%. I Paesi che hanno visto una maggiore variazione positiva delle dimensioni medie delle loro aziende agricole sono Bulgaria (184,24%), Ungheria (158,72%), Croazia (81,18%), Estonia (78,78%), Lituania (60,85%).

Anche l'Italia è tra i Paesi che hanno visto crescere le dimensioni medie aziendali, si è infatti passati da circa 8 ettari del 2010 a 11,05 ettari, con un incremento del +39,22%. Hanno dimensioni medie più piccole la Croazia (10,46 ha), la Grecia (7,38 ha), la Slovenia (6,67 ha), la Romania (4,42 ha), Cipro (3,94 ha) e Malta (1,28 ha). Il Paese con la dimensione media aziendale più grande è la Repubblica Ceca (120,81 ha).
Osservando la distribuzione delle diverse superfici, dal confronto dei dati censuati emerge che in Europa si assiste ad una netta diminuzione delle aree boschive e della superficie a prati permanenti (rispettivamente di -18,33% e -3,96), mentre aumenta la superficie a colture permanenti (4,43%) e a seminativi (0,12%) anche se di poco (Figura 5). Anche in questo caso, le variazioni registrate presentano segno diverso a seconda dei Paesi considerati. Mentre, infatti, molti Paesi europei sono interessati da una variazione negativa della superficie a bosco molto consistente, con diminuzioni che superano anche il 40% (Belgio, Bulgaria, Grecia, Spagna, Cipro, Lituania, Olanda, Romania). In altri Paesi la superficie boscata, invece, aumenta, come ad esempio in Francia (26,16%), Portogallo (14,71%) e Danimarca (10,09%). 

Per quanto concerne la superficie investita a prati permanenti, in alcuni Paesi essa si riduce, come in Grecia (-35,99%), Finlandia (-32,20%), Romania (-17,37%), Austria (-15,94%), Italia (-8,74%). Al contrario, essa aumenta e di molto in Croazia (59,05%), e meno in Portogallo (14,90%), Danimarca (13,99%) e Francia (10,36%). Le superfici a seminativo aumentano intorno al 10% in Irlanda, Cipro, Lettonia e diminuiscono in Grecia, Francia, Malta, Portogallo meno del 20%. Le superfici a colture permanenti aumentano in Irlanda (80,41%), Svezia (40%), Estonia (32,05%), Lituania (24,83%), Portogallo (24,60%). Variazioni di un certo rilievo in diminuzione si hanno solo a Malta (-24%).

In Italia le superfici che hanno subito variazioni in diminuzione, anche se contenute, sono state quelle investite a prati permanenti e colture permanenti (rispettivamente 8,74% e 8,57%). Aumenta la superficie a seminativi (2,69%) e diminuisce di poco la superficie a bosco (-1,73%).

La superficie biologica in Europa

L'incidenza della superficie investita da produzioni biologiche sul totale della superficie utilizzata (Figura 7) è aumentata negli ultimi dieci anni in Austria, Estonia, Svezia, Repubblica Ceca, Italia, Lettonia, Finlandia, Danimarca con valori superiori al 15% ed in alcuni casi superiori al 25% e al 20% (rispettivamente in Austria ed Estonia). In tutti gli altri Paesi l'incidenza è più contenuta attestandosi sotto il 10%.
In Italia la superficie investita a produzioni biologiche è pari a poco più del 15%, comunque al di sopra della media europea. 

I Paesi con variazioni positive (Figura 8) più elevate sono la Bulgaria (1790,85%), la Croazia (455,34%), Romania (485,05%), l'Ungheria (429,44%) e il Portogallo (410,45%).

In Italia l'incremento delle produzioni biologiche è stato fortissimo, la variazione della superficie investita da produzioni biologiche è infatti pari a 147,80% passando da 781.490 ettari del 2010 a 1.936.500 ettari nel 2020.

I cambiamenti sociali nell'agricoltura europea

In Europa le aziende agricole condotte da imprenditrici (Figura 9) sono circa un terzo del totale (31,56%). I Paesi con la più alta incidenza di donne imprenditrici (oltre il 30%) sono la Lituania, la Lettonia, la Romania, l'Austria, la Grecia, la Polonia, il Portogallo  . All'opposto troviamo l'Olanda, la Germania, Malta con valori al di sotto del 10%.
Nel nostro Paese le donne imprenditrici sono 355.780 e rappresentano il 31,47% del totale, in linea con la media europea.

La presenza giovanile rimane ancora piuttosto contenuta nel settore agricolo europeo, i conduttori con un'età inferiore a 40 anni (Figura 10) rappresentano solo l'11,5% del totale. In nessun Paese si ha un valore superiore al 25%, anche se alcuni Paesi sono al di sopra della media europea, e sono l'Austria, la Svezia, la Polonia, la Slovacchia, il Lussemburgo, la Francia, l'Estonia, la Repubblica Ceca, la Finlandia, l'Irlanda e la Croazia.
In Italia i conduttori con una età sotto i 40 anni sono 104.890, pari al 7,2%, valore che colloca il nostro Paese al terz'ultimo posto in Europa, davanti a Bulgaria e Belgio.

Le conduttrici (Figura 10) sono poco più di un quarto (26,9%) del totale delle aziende condotte da giovani con meno di 40 anni. Solo in tre Paesi si ha un valore superiore al 30% del totale (Lettonia, Bulgaria, Lituania). Polonia, Romania, Austria hanno valori superiori a quelli medi dell'Europa, mentre Olanda e Malta fanno registrare l'incidenza più bassa di conduttrici giovani, con meno del 10%.

In Italia tra i giovani, i conduttori donne sono 26.850 (13%) contro 78.040 uomini (87%). Anche in questo caso l'Italia si colloca agli ultimi posti in Europa, davanti solo a Romania, Irlanda e Cipro.

Conclusioni

In termini di cambiamenti strutturali sia le aziende che la superficie totale subiscono delle diminuzioni in Europa. La sola Superficie Agricola Utilizzata sembra aumentare nell'Europa dell'est. Maggiori variazioni nelle dimensioni medie aziendali si hanno nei Paesi dell'est Europa (Bulgaria, Ungheria, Croazia, Estonia, Lituania.
L'utilizzazione del suolo sembra confermare il dato del 2010. È il caso di sottolineare la diminuzione generalizzata dell'area boschiva e l'aumento della superficie investita a colture permanenti in Irlanda, Svezia, Estonia e Portogallo. Sembra esserci rispetto al 2010 una maggiore attenzione per l'ambiente. La superficie investita a produzioni biologiche aumenta in tutti I Paesi dell'Europa. Ma con maggiore variazione sempre nei Paesi dell'est (Bulgaria, Croazia, Romania, Ungheria).

In Europa le donne imprenditrici sono un terzo del totale e sono più presenti in Lituania, Lettonia, Romania, Austria, Grecia, Polonia, Portogallo. I giovani imprenditori, invece, si affermano maggiormente in Slovacchia, Svezia e Polonia dove rappresentano più del 20% del totale conduttori.

 
 

Note

 
 

Bibliografia

 
 

Concetta Cardillo, Franco Gaudio
CREA

 
 

PianetaPSR numero 121 febbraio 2023