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cooperazione leader
LEADER

PAC 2023-2027, migliorare la partecipazione degli attori pubblici al LEADER

Il programma svolge un ruolo chiave nello sviluppo delle aree rurali, nell'ottica della Visione a lungo termine della UE. Uno studio analizza ruolo e le modalità di coinvolgimento degli attori pubblici: importante lavorare su competenze e cooperazione tra enti locali e puntare sugli strumenti digitali.

La "Visione a lungo termine per le zone rurali dell'UE"[1] richiama con forza la necessità di sostenere la partecipazione attiva degli attori portatori di interessi e della società civile locale nella determinazione delle soluzioni politiche e nella realizzazione, in maniera integrata, degli investimenti del proprio territorio. L'obiettivo implicito, oltre che indirizzare gli investimenti in maniera coerente con le esigenze dei diversi territori rurali, è favorire la realizzazione di percorsi di sviluppo di lungo termine che possano consolidarsi grazie al sistema di relazioni degli attori locali. Inoltre, la Visione UE punta a favorire l'adozione di comportamenti socialmente responsabili, la produzione di beni collettivi e il rafforzamento dell'azione delle istituzioni pubbliche, incentivandole verso una maggiore innovazione ed efficienza. 

In questo quadro, in particolare, il programma LEADER assume un ruolo strategico grazie alla sua capacità di promuovere la costituzione di partenariati locali per sostenere la costruzione di percorsi basati sulle risorse endogene e l'intervento proattivo degli attori di un territorio, a cui vengono delegate le funzioni di programmazione, attuazione e controllo delle strategie messe in campo. 

Grazie alla creazione di partenariati, LEADER favorisce la conoscenza reciproca, il dialogo e la condivisione, rafforzando la fiducia fra gli attori locali. Infatti, osservando la tipologia di attori coinvolti nei partenariati dei GAL, troviamo aggregazioni che combinano insieme, oltre ad attori di natura pubblica e privata, rappresentanze connotate dagli scopi sociali che si prefiggono (associazioni culturali, di volontariato, enti pubblici, ecc.)  e rappresentanze connotate dall'intento di tutelare gli interessi particolaristici degli associati (Camere di commercio, istituti di credito, operatori privati, ecc.). I partenariati dei GAL sono, quindi, una forma associativa in cui, oltre a ridisegnarsi il sistema delle relazioni, si ridefiniscono le motivazioni che portano gli attori ad associarsi, strutturandole in idee di sviluppo condivise e impegni reciproci.

I partenariati dei GAL

Nel corso delle programmazioni, i partenariati dei GAL sono diventati sempre più ampi e articolati. Attualmente contano oltre 13mila partner di natura diversa e portatori di interessi diversificati (tab.1). Evidentemente gli attori locali trovano in questo strumento una concreta possibilità di partecipare alla determinazione delle politiche di sviluppo locale. Di fronte a questa massiccia adesione viene da chiedersi quanto sia cosciente e fattiva la partecipazione delle diverse tipologie di attore (pubblico o privato). 

L'efficacia di una strategia di sviluppo locale è condizionata dalla consapevolezza e dal coinvolgimento dei principali attori locali (pubblici e privati). In assenza di tale consapevolezza e coinvolgimento, vi è un alto rischio che gli investimenti siano inefficaci.

Il ruolo degli attori pubblici nei GAL

Uno studio condotto dal CREA- PB e UNIPA-DEAS[2], ha evidenziato la diversa percezione dei GAL rispetto all'atteggiamento e interesse degli attori pubblici e privati locali in relazione agli interventi esistenti e futuri.

Lo studio ha evidenziato che, quando i sistemi sociali in cui operano i GAL hanno una maggiore propensione alla cooperazione e un rapporto fiduciario tra attori pubblici e privati, ciò sembra essere attribuibile principalmente a un modello incentrato sulla società civile e sulle organizzazioni private. Più che le istituzioni locali, sono le interazioni sociali tra cittadini, organizzazioni del terzo settore e reti di imprese a fornire i mezzi per migliorare il sistema relazionale locale, promuovere l'inclusione sociale e favorire la produzione di beni collettivi e senso civico. Inoltre, gli attori pubblici sembrano meno interessati alle azioni di sviluppo proposte nella "Visione di lungo termine". In altri termini, seppur con alcune differenziazioni fra le aree Leader e in maniera più evidente nelle Regioni del Sud, gli attori pubblici appaiono meno interessati alle nuove prospettive UE e svolgono un ruolo marginale nel generare valore collettivo e nel favorire l'avvio di processi di sviluppo innovativi. 

In tale prospettiva, è importante chiedersi se le modalità di coinvolgimento e le azioni a favore degli attori pubblici locali, sia nelle fasi di preparazione che di attuazione delle strategie locali, siano adeguate. L'evidenza empirica porta ad alcune considerazioni: affinché gli strumenti di sviluppo locale predisposti dalle politiche europee, come LEADER, contribuiscano efficacemente alla generazione di processi di innovazione sociale essenziali per l'avvio e il proseguimento dei percorsi di sviluppo in una prospettiva di lungo periodo, è necessario riconsiderare le modalità di coinvolgimento degli attori pubblici locali sia nelle fasi di preparazione che di attuazione delle strategie locali. Innanzitutto, è necessario ridefinire il ruolo e le funzioni degli Enti Locali per l'attuazione della Strategia stessa. In molti casi, la partecipazione degli attori pubblici è stata ridotta a una pura formalità che, nelle fasi di attuazione, non si è tradotta in una migliore governance locale. In secondo luogo,  dovrebbero essere identificate e fornite le competenze necessarie agli enti locali per assumere i ruoli e svolgere le funzioni utili all'attuazione delle Strategie Locali. Tra queste, è sicuramente necessario rafforzare la conoscenza e la capacità di utilizzare le tecnologie digitali che consentono interventi più efficienti ed efficaci, anche nei comuni più piccoli e remoti. In terzo luogo, le strategie locali dovrebbero promuovere ulteriormente la cooperazione tra le autorità locali, per innescare futuri processi di aggregazione nelle reti territoriali (comunità di progetto), anche su base spontanea. Infine, è fondamentale rafforzare la cooperazione tra attori pubblici e privati affinché possano essere innescati e alimentati processi virtuosi di trasferimento delle conoscenze e di innovazione sociale.

Il ruolo del PSP

È anche con questi obiettivi che sono stati recentemente pianificati interventi in Italia per sostenere LEADER nel Piano Strategico della PAC. Ad esempio, l'intervento SRG05 "Supporto preparatorio Leader" per garantire l'efficienza delle attività previste nella SSL, deve favorire l'attivazione di partenariati locali dotati di adeguate competenze attraverso la realizzazione di operazioni di informazione e aggiornamento degli stakeholder locali pubblici e privati. Allo stesso tempo, l'intervento SRG06 "Attuazione delle strategie Leader" prevede la possibilità di finanziare: (i) "progetti complessi" - cioè progetti integrati e condivisi da gruppi di beneficiari locali su un'ampia gamma di interventi - per rafforzare le sinergie degli attori locali; ii) "progetti pilota" - ossia progetti con eventuali procedure semplificate - per favorire l'emergere di idee e interventi innovativi che altrimenti non troverebbero opportunità di finanziamento; iii) "progetti ombrello" - ossia progetti per l'acquisto di piccole attrezzature e servizi per imprese e comuni - per incoraggiare l'adozione e la diffusione delle innovazioni. Inoltre, con gli interventi SRG05 e SRG06, i GAL saranno in grado di assistere gli attori locali nella realizzazione dei progetti fornendo loro competenze e professionalità.[3] 

 

Lo studio "A long-term vision for rural areas: the two Italies"

Raffaella di Napoli (CREA - PB), Davide Piacentino (Università di Palermo), Gabriella Ricciardi (CREA - PB), Salvatore Tosi (CNR)

All'inizio del 2021, la Commissione europea ha chiesto a ciascuno Stato membro di contribuire con un feedback alla visione a lungo termine per le zone rurali, che è stata poi presentata al Parlamento europeo il 30 giugno 2021. A tal fine, la Rete rurale nazionale in Italia ha intervistato 75 dei 200 GAL totali (Di Napoli et al., 2021). Sebbene non siano stati adottati metodi probabilistici di campionamento stratificato, il campione dei GAL è stato selezionato in modo da garantire un certo equilibrio tra il Centro-Nord (45 GAL) e il Sud (30 GAL). Anche la quota del totale dei GAL intervistati è stata significativa (37,5%).

Ai Gruppi di Azione Locale è stato chiesto di assegnare un punteggio a ciascuna delle otto dimensioni dello sviluppo rurale individuate nella "Visione di lungo termine UE" in relazione a: (i) azioni attuate; ii) aspettative future; iii) coinvolgimento delle comunità locali; iv) coinvolgimento degli attori pubblici.

Data la natura multidimensionale dei fenomeni oggetto di studio, sono state costruite alcune misure sintetiche di Visione, Azioni, Comunità Locale e Attori Pubblici, mediante un'Analisi Policorica delle Componenti Principali (P-PCA). Questo metodo, adeguato nel caso di dati categoriali, consente di costruire una misura continua sintetica (componente) come risultato di una combinazione lineare di variabili

L'analisi è stata condotta con l'obiettivo di confrontare le due principali macro-aree italiane, il Centro-Nord e il Sud.

 

Note

 
 

Raffaella Di Napoli
CREA PB

 
 

PianetaPSR numero 121 febbraio 2023