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Agricoltura e PAC: sfide e aspettative emerse dalla consultazione pubblica

Raccolti i feedback sul Piano strategico della PAC di oltre 300 tra protagonisti del settore e semplici cittadini.

Nell'ambito delle attività di accompagnamento alla nuova programmazione PAC 2023-2027, a settembre 2021, la Rete Rurale Nazionale ha lanciato una consultazione aperta. Essa ha rappresentato uno strumento per nutrire, attraverso la visione e gli orientamenti del largo pubblico, la fase di redazione del Piano Strategico Nazionale della PAC (PSP), entrato in vigore dal 1° gennaio 2023. Durante la fase di consultazione, gli avanzamenti provvisori, che sono stati sempre contestualmente resi pubblici e aggiornati sul portale della RRN[1], sono stati trasmessi agli organi tecnici e politici impegnati nell'impostazione dell'impianto del Piano, che si ricorda nel periodo 2023-2027 erogherà 37 miliardi di euro per le politiche agricole nazionali.

I partecipanti

La consultazione si è conclusa il 28 febbraio 2023 con 355 risposte, di cui circa un terzo provenienti da agricoltori (Figura 1). Un rispondente su cinque è ricercatore o esperto sui temi PAC. Interessante notare come più del 17% delle risposte sia stato compilato da cittadini. La categoria "altro" raggruppa agronomi, agrotecnici, consulenti e liberi professionisti, rappresentanti di GAL e studenti. Una platea, dunque, variegata e con livelli diversi di conoscenza tecnica dei contenuti PAC. 

Le domande

La consultazione è stata organizzata rispetto a due gruppi di domande: il primo relativo alle sfide dell'agricoltura italiana e il secondo sulle aspettative rispetto al nuovo PSP. Al fine di evidenziare le differenze di posizionamento e di aspettative fra le varie tipologie di individui che hanno risposto al questionario, di seguito sono riportate le elaborazioni originate dall'incrocio fra le preferenze espresse e la categoria di rispondente. 


La prima parte del questionario ha chiesto ai partecipanti all'indagine di selezionare una o più opzioni rispetto a tre domande:

Rispetto alla prima domanda (Figura 2), quattro funzioni principali vengono riconosciute all'agricoltura in maniera preponderante: la protezione dell'ambiente e del paesaggio (18,4%), il mantenimento di attività economiche e dell'occupazione nelle aree rurali (18,3%), la fornitura di cibo nutriente sano e diversificato (17,6%) e la sicurezza della disponibilità di cibo (16,9%). In questo scenario generale, le elaborazioni per tipologia di rispondente fanno emergere come operatori delle filiere agro-alimentari, rappresentanti di associazioni/ONG e cittadini assegnino molta rilevanza al tema della sicurezza alimentare, mentre gli agricoltori diano più valore alle funzioni ambientali e paesaggistiche dell'agricoltura, insieme alla sua capacità di fornire cibo sano e diversificato.

Rispetto alle sfide ambientali dell'agricoltura (Figura 3) non emerge una chiara poliarizzazione delle risposte, segno che si tratta di un tema trasversale che riguarda molte sotto-tematiche nelle quali è difficile definire dei livelli di priorità. Qualche indicazione è comunque identificabile: cambiamenti climatici (15%), biodiversità (14,2%), suolo (13,4%) e pesticidi (12,4%) sono le sfide più importanti che le politche agricole dovrebbero affrontare. Il tema della razionalizzazione nell'uso delle risorse idriche interessa maggiormente esperti/addetti ai lavori PAC e la categoria "altro", mentre gli agricoltori mostrano preoccupazione rispetto al rispetto della biodiversità. Interessante notare come i ricercatori vedano i cambiamenti climatici come la sfida più rilevante (19% delle risposte), a fronte di una preoccupazione più modesta da parte degli agricoltori (13,1%). 

La bassa redditualità del settore agricolo viene evidenziata con molta enfasi come la più rilevante problematica per il settore agricolo (complessivamente, il 18,2% delle risposte), elemento che che trova ulteriore rafforzamento se si guarda alle risposte degli agricoltori. La stessa categoria segnala come la mole di investimenti iniziali sia un'importante barriera all'attività lavorativa, seguita dagli impatti del cambiamento climatico sulle pratiche quotidiane. In particolare quest'ultima problematica viene segnalata come particolarmente rilevante dai rappresentanti di associazioni/ONG, mentre viene molto ridimensionata nella percezione di esperti/addetti ai lavori PAC. Si rileva come i ricercatori diano pari peso di importanza al tema del reddito e della mancanza di organizzazione e cooperazione nel settore.

A fronte di questa panoramica iniziale sull'agricoltura italiana nel suo complesso, la seconda parte dell'indagine poneva tre ulteriori domande:

In coerenza con le aspettative sul ruolo dell'agricoltura, ci si aspetta che il nuovo PSN sia in grado di proteggere l'ambiente e contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico (15,5%), sostenere il reddito degli agricoltori (12,9%) e sostenere lo sviluppo integrato delle aree rurali (12,4%). Si segnala come questi tre ambiti ricalchino esattamente i tre obiettivi generali della PAC, un segnale di come le istituzioni europee siano state in grado di raccogliere in maniera efficace le aspettative della società. Tra gli agricoltori, il sostegno al reddito è segnalato come l'ambito prioritario, seguito dalla protezione dell'ambiente e dell'agricoltura di piccola scala e familiare. In particolare, questa necessità viene segnalata anche dai rappresentanti di associazioni/ONG e dai cittadini generici.

Tra gli strumenti più efficaci per raggiungere gli obiettivi della PAC, due trovano riscontro nelle risposte in maniera preponderante: pagamenti per pratiche agro-ambientali sostenibili (22,4%) e investimenti strutturali nelle aziende agricole e nelle aree rurali (20%). I pagamenti disaccoppiati (non legati alle produzioni) vengono considerati efficaci da un numero relativamente basso di rispondenti (9,2%), nonostante nel PSP assorbano circa la metà delle risorse nazionali, circa 17,6 miliardi di euro. Coerentemente con quanto segnalato dai ricercatori circa il necessario rafforzamento di organizzazione settoriale, questa categoria è fra quelle che maggiormente sostiene l'importanza di investimenti per le infrastrutture (logistica etc.). Interessante osservare che gli agricoltori assegnano una medio-alta rilevanza ai pagamenti accoppiati (13,4%), che nel PSP assorbono il 15% delle risorse destinate ai pagamenti diretti, pari a circa 2,6 miliardi di euro. 

Infine, se alla PAC viene sempre più richiesto di andare incontro alle esigenze di consumatori, questo dovrebbe essere perseguito prioritariamente attraverso azioni per la riduzione di pesticidi e antimicrobici (15,1%), rafforzando gli standard di salubrità alimentare e di produzione agricola (13,4%), con particolare attenzione al benessere animale (11,6%). Da segnalare, a tal proposito, come il PSP dedichi in particolare al primo e al terzo ambito notevoli risorse, basti pensare all'eco-schema 1 e alla misura dello sviluppo rurale dedicata al benessere animale (SRA30). Nello specifico, i requisiti per ricevere il sostegno prevedono l'utilizzo obbligatorio per le principali produzioni del sistema informativo ClassyFarm, che supporterà l'allevatore con riferimento all'assistenza tecnica, alla gestione del farmaco veterinario e alla sanità animale. Fra le risposte, trovano spazio anche il rafforzamento degli standard per la produzione biologica, per il quale  si ricorda che il PSP mette a disposizione 2,1 miliardi nello sviluppo rurale (SRA29), e la condizionalità sociale, una vera novità che l'Italia ha deciso di attivare sin dal 1 gennaio 2023, segnalata come prioritaria da ricercatori e da rappresentanti degli interessi degli agricoltori.

I risultati emersi dall'indagine forniscono diversi elementi che possono orientare il futuro sviluppo delle politiche agricole in Italia. Se il PSP recepisce molte delle posizioni espresse, come la necessità di un forte sostegno alle misure agroambientali e la continuità di un sostegno alla redditualità del settore, è pur vero che parte dei risultati lasciano emergere delle aspettative che non sono ancora pianamente soddisfatte. È dunque necessario mantenere aperti canali diversi di comunicazione fra i territori e gli organi regionali e ministeriali, affinché le politiche agricole rispondano in maniera sempre più precisa alle esigenze espresse dagli attori del settore. Su questo fronte, conclusa questa prima fase di raccolta delle percezioni del largo pubblico, la Rete Rurale Nazionale non intende fermarsi e vuole continuare a garantire uno spazio aperto, una sorta di forum costante, che sia in grado di raccogliere le posizioni di chi a vario modo è interessato dal PSP. In queste settimane, parallelamente alla definizione di un piano di comunicazione e divulgazione dei contenuti del PSP, i ricercatori della RRN stanno infatti definendo i principi e le modalità che dovranno ispirare questo forum, al fine di rendere la PAC sempre più accessibile, comprensibile e partecipata.

 

Note

 
 

Giampiero Mazzocchi
CREA PB
Rete Rurale Nazionale

 
 

PianetaPSR numero 122 marzo 2023