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Innovazione

L'apporto del Partenariato Europeo per l'Innovazione alle strategie climatico ambientali

Il ruolo del PEI AGRI nell'attuale e nella prossima programmazione al centro di un convegno organizzato dalla RRN, occasione anche per premiare i Gruppi operativi vincitori del concorso RURINNOVA.

Il Partenariato Europeo per l'Innovazione in Agricoltura (PEI AGRI) è stata la principale novità delle politiche di sviluppo rurale 2014-2022. In Italia sono stati realizzati più di 700 progetti gestiti da partenariati - i Gruppi Operativi (GO) - che hanno sostenuto la diffusione di soluzioni innovative per le diverse problematiche dei territori rurali italiani. I risultati dei GO e il loro contributo a supporto di ambiente e clima sono stati al centro dell'attenzione durante il convegno "Innovazione e sostenibilità ambientale: obiettivi e strumenti della PAC 2023-2027", organizzato dalla RRN il 1 e 2 marzo 2023 a Roma. Il tema della sostenibilità ambientale e climatica assume, infatti, una grande rilevanza nella PAC 2023-2027, nella quale i Gruppi Operativi sono chiamati nuovamente a svolgere un ruolo importante per l'introduzione di soluzioni innovative nelle aziende agricole e nei territori. 

Il convegno è stato, dunque, un'occasione per capire come l'innovazione e la ricerca possono contribuire alla diffusione di pratiche sostenibili nel settore agroalimentare, ma anche per illustrare l'approccio ambientale e climatico del nuovo Piano Strategico della PAC e per riflettere sull'esperienza italiana nell'attuazione del PEI AGRI. Come sottolineato da Gianluca Brunori, nei processi di innovazione, per molto tempo e in parte ancora oggi, la tecnologia è stata posto al centro dell'attenzione, come fosse il fine degli interventi di politica e di sviluppo del settore, mentre è fondamentale ricordare che essa è un mezzo per raggiungere un cambiamento atteso (innovazione trasformativa). La rilevanza data alla digitalizzazione in questa fase storica, se non bene governata, rischia di concentrare gli sforzi sull'innovazione in sé piuttosto che sull'utilità che potrebbe avere per la soluzione di problemi reali e per la creazione di nuove opportunità di sviluppo. Il ruolo della ricerca potrebbe essere fondamentale per favorire processi di analisi e supportare la politica nell'individuare le direzioni che le innovazioni dovrebbero seguire per favorire il cambiamento.

Il Piano Strategico Nazionale della PAC (PSN), fortemente orientato verso la transizione ecologica (Alessandro Monteleone), prevede 10,7 miliardi di euro, tra I e II pilastro, destinati ad interventi con chiare finalità ambientali (eco-schemi, interventi agro-climatici-ambientali, interventi forestali, investimenti per la sostenibilità ambientale, indennità Natura 2000 e Direttiva acque) e propone una Condizionalità rafforzata con l'obiettivo di orientare le aziende verso un maggiore impegno in questo senso. Non va, inoltre, dimenticato, che a questi vanno aggiunti altri interventi, come quelli destinati agli investimenti, all'AKIS e gli interventi settoriali. Il PSN prevede anche una sinergia con gli interventi del PNRR, ad esempio per gli interventi per il fotovoltaico e il biometano, la meccanizzazione e l'agricoltura di precisione, che potrebbe ampliarne l'impatto sul settore agricolo e sui territori rurali. 

Tutti i materiali del convegno sono pubblicati sul sito www.innovarurale.it, il portale dell'innovazione realizzato nell'ambito della RRN che offre servizi informativi, formativi, statistici, valutativi e di collegamento tra gli attori dell'AKIS (Andrea Bonfiglio). Il portale, con oltre 450.000 visitatori da tutta Italia, nei prossimi mesi verrà riorganizzato per diventare uno strumento della Rete nazionale PAC, in modo da offrire ulteriori servizi e consentire un maggiore raccordo con le fonti informative europee.

Il concorso RURINNOVA e i progetti dei Gruppi Operativi

Il convegno ha offerto la possibilità di dare visibilità ai progetti dei GO e ai loro risultati, attraverso il concorso RURINNOVA. Lo scopo del concorso, come specificato al momento del suo lancio, non era fornire una valutazione scientifica dei progetti, ma richiamare l'attenzione sulla molteplicità di progetti attuati in Italia e sui loro risultati e decretare il progetto più apprezzato per ognuna delle tre categorie identificate dal concorso, ovvero "Agricoltura e impatto ambientale", "Risorse naturali e biodiversità" e "Cambiamenti climatici".

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83 progetti, con una importante componente ambientale, hanno partecipato al concorso: 49 nell'ambito del primo tema, 23 nella seconda e 11 nella terza. I progetti presentati provengono da nove regioni (Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Marche, Toscana, Umbria, Puglia, Campania e Basilicata), e le due provincie autonome di Trento e Bolzano. I tre progetti vincitori sono stati: GO Corilus - Corilicoltura lucana sostenibile - della regione Basilicata, con 529 voti su 3179, per la categoria Agricoltura e impatto ambientale; Il progetto BCE, Banca del colostro equino: il cavallo Murgese - realizzato in Puglia, per la categoria Risorse naturali e biodiversità, con 570 voti su 1278 totali; il progetto GREASE - Modelli sostenibili di coltivazione del vitigno Greco di Tufo: efficienza d'uso delle risorse ed applicazione di indicatori della 'Footprint family' - attuato in Campania, con 370 voti su 1758. Le figure seguenti mostrano il dettaglio dei voti ricevuti da tutti i progetti che hanno partecipato al concorso. 

Uno sguardo ai progetti presentati al concorso permette di notare la varietà di azioni a disposizione per migliorare la sostenibilità ambientale della produzione agricola e alimentare e della silvicoltura.
Un elemento comune alla maggioranza dei progetti presentati riguarda la combinazione di più strategie per raggiungere gli obiettivi del progetto. Quindi, l'utilizzo di servizi digitali si combina spesso con strategie di riduzione dell'uso di input chimici o di risorse naturali, oppure la razionalizzazione dei sistemi di difesa fitosanitaria è accompagnata dall'introduzione di varietà autoctone o di pratiche agricole considerate più sostenibili.
Questi aspetti evidenziano il fatto che, spesso, i progetti dei GO sono complessi, e necessitano della presenza di competenze varie e complementari tra loro per essere portati a termine.

 
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Un elemento ricorrente nei progetti presentati, in quasi tutte le regioni partecipanti, è l'importanza della gestione delle risorse idriche (per es. GO SOS_Aquae - Emilia Romagna; FERTILIAS - Emilia Romagna; REpHYT - Emilia Romagna; GO Difesa delle piante - PA Bolzano; Monitora - Piemonte; WAPPFRUIT - Piemonte; Brenta 2030 - Veneto; RIUSIAMO - Puglia), sia in termini di razionalizzazione delle stesse, sia allo scopo di ridurre la contaminazione delle falde da pesticidi e fertilizzanti.

La gestione idrica si affianca spesso all'uso di sistemi digitali e all'introduzione di varietà locali che meglio si adattano alle condizioni pedo-climatiche regionali, e in alcuni casi permettono di ridurre l'irrigazione, nonché l'utilizzo di input chimici. 

La razionalizzazione dei sistemi di difesa fitosanitaria è un altro elemento presente in molteplici progetti. Questo aspetto appare di maggiore rilevanza nei progetti legati ai settori vitivinicolo, frutticolo, orticolo e cerealicolo e riferiti a contesti di agricoltura intensiva (per es. Autofitoviv - Toscana; PROINOS - Veneto; Orto.Bio.Weed - Emilia Romagna; Haly.bio - Emilia Romagna).

 
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La riduzione del rilascio di CO2 nell'atmosfera da una parte e l'aumento dei livelli di assorbimento di CO2 dall'altra sono obiettivo dei progetti che mirano alla riduzione degli effetti e all'aumento dell'adattamento ai cambiamenti climatici. Questi progetti riguardano spesso la selvicoltura e la gestione delle foreste, ma anche l'introduzione di pratiche agricole e/o zootecniche sostenibili (per es. SUOBO - Emilia Romagna; LOVEMEAT - Veneto; Pr.e.va.n.i.a - Sicilia). 

L'impiego di varietà e razze locali è utilizzato nella maggior parte delle regioni qui considerate per preservare la biodiversità ma non solo.

Spesso, infatti, questa strategia risulta utile anche per aumentare l'adattamento al cambiamento climatico, ridurre l'utilizzo di input chimici e migliorare la gestione delle risorse idriche e del suolo (per es. Biodiversità - Emilia Romagna; V.E.VI.R. - PA Trento; Cereali resilienti 2.0 - Toscana; Sheep A.L.L. Chain - Veneto).

 
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Infine, l'agricoltura di precisione (per es. V.In.Te.S - Campania; Precision sheep - Toscana; RIPRESO - Emilia Romagna; Consensi - Lombardia) e l'utilizzo di pratiche di agricoltura biologica (per es. AGRIBIOCONS - Marche; MERR - Emilia Romagna) sono trasversali sia a livello territoriale che settoriale.  

È, inoltre, importante sottolineare che in molti casi i progetti dei GO utilizzano gli obiettivi ambientali come un elemento da valorizzare a fini economici. In molti casi, per esempio, l'introduzione di varietà locali viene utilizzato anche come potenziale di sviluppo di nuovi mercati per le aziende agricole che partecipano al progetto; l'utilizzo di sistemi di difesa fitosanitaria più sostenibili può essere considerato il punto di partenza per migliorare la qualità delle produzione e di conseguenza incrementare i risultati economici delle aziende interessate; la razionalizzazione dell'uso degli input chimici e delle risorse naturali è spesso legato anche alla riduzione dei costi di produzione; la gestione sostenibile dei reflui e dei sottoprodotti e scarti di produzione possono offrire opportunità economiche aggiuntive alle aziende. 

I materiali dei GO esposti durante il convegno possono essere consultati al seguente link

 

La parola agli attori dei Gruppi Operativi

Per favorire il confronto e agevolare la contaminazione delle idee (cross pollination) attraverso uno sviluppo incrociato di percorsi di lavoro (ambasciatori di idee), il secondo giorno del convegno è stata organizzata una sessione laboratoriale per discutere l'approccio interattivo all'innovazione, la metodologia che sta alla base del PEI-AGRI. Seguendo la metodologia del World Cafè, tutti i partecipanti hanno dibattuto su cinque aspetti: i fabbisogni di innovazione; i protagonisti; i partenariati; l'interazione e la consulenza. Dal confronto sono emersi alcuni elementi utili all'attività dell'AKIS per il periodo di programmazione PAC 2023-2027: conoscenza, costruzione e cooperazione. 

La conoscenza è il punto di partenza: va identificato il problema con una modalità di ascolto interattiva che favorisca il dialogo e la raccolta di informazioni. Gli strumenti suggeriti spaziano dai tavoli tematici, ai lanci di contest, dallo scouting all'interfaccia con il portale Innovarurale; un ruolo fondamentale lo ha la valutazione ex-post ed ex ante che permette di individuare gli elementi su cui concentrarsi perché fa tesoro delle attività fatte avendo chiara la direzione che sta prendendo l'agricoltura e la condivisione di informazioni intesa anche come condivisione di banche dati. Soggetti chiave sono le organizzazioni professionali, le associazioni di categoria, la consulenza, le imprese agricole ma anche i policy maker. 

La costruzione richiede che si identifichino chiaramente i possibili protagonisti dei Gruppi Operativi; alle figure già citate vanno aggiunti gli enti di ricerca e le università, i Gal, le istituzioni locali ma anche, contoterzisti, rappresentanti dell'agroindustria, i distretti agroalimentari fino alla cittadinanza e ai soggetti economici finali quali i consumatori che potranno direttamente o indirettamente usufruire dell'innovazione. 

Il successo del progetto risiede nel rafforzamento delle relazioni personali e nell'animazione organizzata cioè gli obiettivi devono essere chiari a tutti sin dall'inizio e la condivisione deve continuare per tutta la durata dell'attività utilizzando gli osservatori permanenti su AKIS, il setting up, le "demo farm", i servizi di back office nonché la formazione. 

Nel GO i protagonisti dell'agricoltura locale per il tema scelto diventano partner e non sempre la loro funzione nel gruppo di progetto coincide con il loro ruolo istituzionale. A tal fine spetta all'innovation broker o comunque al facilitatore/motivatore favorirne l'individuazione in fase di costituzione del partenariato, mettendo in evidenza le competenze e facilitare la comunicazione internamente al GO ma anche esternamente durante l'attuazione del progetto. Utili a svolgere la funzione di broker sono i seguenti strumenti: study visit, living lab, incontri presso le aziende dimostrative, costruzione di reti e incontri tecnici tra GO. Va favorita la costruzione di un gruppo solido che disponga di tutte le competenze che non sono solo quelle tecnico-scientifiche ma anche amministrative.

La cooperazione è letta in chiave di interazione sia interna al GO sia verso l'esterno e si basa su una comunicazione differenziata e strumentale che richiede un linguaggio comune. Le imprese agricole del partenariato svolgono il ruolo di volano per favorire la diffusione dell'innovazione verso l'esterno, mentre il coordinamento scientifico e quello dei capofila è utile a definire chiaramente l'obiettivo del GO in modo che sia tangibile e concreto per favorire una comunicazione efficace ed efficiente. In tale senso risultano utili gli strumenti di planning, i canali social, il passaparola, le visite dimostrative, le comunità di pratica e la costruzione di rapporti saldi e duraturi. 

Una figura che è mancata in molti GO della fase 2014 -2020 è quella dei consulenti. Essi hanno l'importante compito di far dialogare il mondo scientifico e quello operativo raccogliendo le esigenze del mondo rurale e aiutando le imprese nel difficile compito di adattare le innovazioni alla realtà aziendale. Un ruolo molto importante proprio rispetto alla cooperazione dei GO e che richiama soprattutto le competenze tecniche e non quelle burocratiche. I consulenti dovrebbero essere dotati di una "cassetta degli attrezzi" ben fornita, continuamente arricchita con una adeguata attività formativa loro rivolta.

Quale futuro per il PEI AGRI

Durante il convegno ai principali attori dei Gruppi Operativi è stato chiesto che futuro immaginano per questa iniziativa nel prossimo periodo di programmazione della PAC. È stata a tal fine realizzata una tavola rotonda coordinata dal giornalista di Terra e vita Lorenzo Tosi a cui hanno partecipato alcune Regioni (Lombardia e Puglia), la Rete dei referenti regionali per la ricerca e i servizi, la Coldiretti, l'Associazione Agricoltura è vita, alcune strutture di ricerca (Università di Perugia e CRPA), il Consiglio dell'Ordine dei dottori Agronomi, la Rete fra le Agenzie regionali dei servizi all'agricoltura.

Uno dei temi del futuro è la disseminazione dei risultati innovativi dei GO sia mediante strumenti specifici sia inserendoli nelle reti di informazione e comunicazione tipiche di un vitale sistema della conoscenza e dell'innovazione. Un'altra questione nodale sarà la reale centralità delle imprese nell'ambito dei GO dando loro non solo il ruolo di ospiti dell'innovazione, ma anche luogo di competenza e di conoscenza operativa.

Una sfida del prossimo PEI AGRI è quello di includere nei partenariati figure che in questa fase sono mancate come i consulenti, ma anche come tutta una serie di professionisti nuovi che possono fornire al sistema il proprio valore aggiunto. Essi vanno formati per essere aggiornati e in grado di mettere in campo delle soft skills capaci di connessioni e dialogo (i consulenti/professionisti sentinella).

I Gruppi Operativi attivi o appena conclusi sono stati per la gran parte esperienze riuscite perché hanno risposto ad esigenze sentite dalle imprese, nel prossimo futuro le loro soluzioni vanno giustapposte, coordinate, inserite in un piano articolato che, come tanti mattoncini Lego, concorrano alla costruzione di strutture ed edifici utili ed abitabili.

Il PEI AGRI 2023-2027 dovrà anche cogliere la sfida di realizzare progetti che mettano insieme più territori con necessità comuni. A tal fine sarà indispensabile che le istituzioni responsabili dell'attuazione, Regioni e Province autonome, cooperino fra loro per scegliere tematiche comuni e anche processi attuativi il più possibile semplificanti. Le due reti esistenti in ambito regionale, quella dei referenti di ricerca e servizi e quella delle Agenzie di supporto per l'agricoltura, saranno preziosi strumenti.

Il mondo della ricerca nell'ambito dei GO si è cimentato a dialogare con gli altri soggetti della rete dell'innovazione, non è stato semplice sia in termini di linguaggio sia in termini di obiettivi professionali (i ricercatori sono valutati soprattutto per i risultati scientifici). Tuttavia, la competenza di mediazione è sempre più utile e diffusa anche fra i ricercatori che stanno imparando ad adattare la propria modalità di comunicazione in base ai diversi referenti imprenditoriali.

 
 

Patrizia Borsotto, Francesca Giarè, Mara Lai, Anna Vagnozzi
CREA Politiche e Bioeconomia

 
 

PianetaPSR numero 122 marzo 2023