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Cooperazione 

Gli interventi a sostegno della cooperazione di filiera nel Piano strategico della PAC 2023-2027

Riequilibrare il potere negoziale all'interno della filiera agroalimentare, aggregare l'offerta per affrontare meglio il mercato, creare relazioni stabili e trasparenti tra gli attori rurali. Sono alcuni degli obiettivi perseguiti dal Piano strategico italiano per la nuova PAC.

L'agricoltura italiana presenta ancora la necessità di aggregare l'offerta per sostenere le dinamiche di mercato, soprattutto dei prodotti più di nicchia e per quelli di qualità che caratterizzano il made in italy. A tal proposito, il Piano Strategico nazionale della PAC per il 2023-2027 intende favorire processi di integrazione lungo la filiera agroalimentare e forestale e di sostegno allo sviluppo dei territori rurali. Tale obiettivo è finalizzato alla creazione di relazioni stabili e trasparenti tra gli attori rurali, nonché alla concentrazione delle risorse su obiettivi condivisi e plurali. 

Le organizzazioni di produttori agricoli a salvaguardia delle filiere

Al fine di contrastare l'asimmetria nel potere negoziale all'interno della filiera agroalimentare e stimolarne la competitività, l'Unione europea ha istituito alcuni strumenti di organizzazione e concentrazione dell'offerta agricola che incentivano i produttori agricoli a ricorrere all'azione collettiva per raggiungere interessi comuni. 

Tali strumenti sono rappresentati dalle Organizzazioni dei Produttori (OP[1]) e dalle Associazione di Organizzazione di Produttori (AOP), aggregati di OP che, sotto forma di cooperativa o di associazione, hanno come obiettivo generale quello di rafforzare il potere contrattuale degli agricoltori attraverso specifiche funzioni (Figura 1). In tal senso il Regolamento (UE) n. 1308/2013 - che stabilisce le regole per il riconoscimento delle OP/AOP[2]  - richiama, al considerando 131, il valore aggiunto della cooperazione a livello di produzione primaria affermando che «le organizzazioni di produttori e le loro associazioni possono svolgere un ruolo utile ai fini della concentrazione dell'offerta e del miglioramento della commercializzazione, della pianificazione e dell'adeguamento della produzione alla domanda, dell'ottimizzazione dei costi di produzione e della stabilizzazione dei prezzi alla produzione[...]

La dimensione italiana delle Organizzazioni di Produttori nel settore agricolo

La lettura dei dati presenti negli albi[3] delle OP e AOP, istituiti presso il Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF), restituisce una fotografia aggiornata della componente organizzata della produzione agricola nazionale.

In base ai dati riferiti al primo trimestre 2023, le OP iscritte assommano a 551 mentre le AOP sono appena 22 (Figura 2). Più della metà di tali compagini (315 unità) appartengono al settore ortofrutticolo, seguito da quello olivicolo (18%) e dal lattiero-caseario (10%); più modesto è il peso di questa forma di associazionismo negli altri comparti dell'agricoltura italiana. Preme fare osservare che a differenza delle OP ortofrutticole, che rappresentano una realtà ormai consolidata nell'agricoltura italiana, le organizzazioni create negli altri settori  rivelano un percorso relativamente recente, favorito dal legislatore a partire dai primi anni 2000 (D. Lgs. n. 228/2001 e n. 102/2005).

Anche nel caso delle AOP, benché con una consistenza decisamente inferiore rispetto alle OP, l'ortofrutticolo e l'olivicolo sono i comparti che presentano la maggiore numerosità in valore assoluto, rispettivamente, 16 e 3; altre due AOP si ritrovano nel comparto lattiero-caseario ed una in quello delle carni bovine. Il 68% è localizzato nelle regioni del Nord con in testa l'Emilia-Romagna (8 AOP), seguono le regioni del Centro (23%). Nel Sud Italia sono presenti solo due AOP ortofrutticole in Basilicata e Campania.

La cooperazione agroalimentare: elemento chiave della riforma PAC 2023-2027

Lo sviluppo dei processi cooperativi è uno degli elementi centrali nell'ambito dell'obietto generale della PAC 2023-2027 "Promuovere un settore agricolo intelligente, resiliente e diversificato che garantisca la sicurezza alimentare". 

Il Piano Strategico nazionale della PAC (PSP), così come era già avvenuto nelle passate programmazioni, intende favorire processi di integrazione lungo la filiera agroalimentare e forestale, e sostenere processi di sviluppo dei territori rurali. Tale obiettivo è finalizzato alla creazione di relazioni stabili e trasparenti tra gli attori rurali, nonché alla concentrazione delle risorse su obiettivi condivisi e plurali. Il Programma, infatti, va oltre l'obiettivo comunitario, individuando nelle forme di collaborazione lungo la filiera anche un elemento per rafforzare la competitività dell'intero sistema. 

Le OP sono il principale strumento della PAC per programmare, concentrare e qualificare l'offerta al fine di adeguarla alla domanda, favorendo in questo modo anche il miglioramento della posizione dei produttori primari nei confronti degli operatori a monte e a valle della filiera. A questo strumento si affiancano le Organizzazioni Interprofessionali (OI) che coinvolgono anche i settori lungo la filiera. 

Il PSP prevede il finanziamento dei Programmi Operativi delle OP presenti nel settore dell'ortofrutta, in quello olivicolo-oleario e nel comparto delle patate. Si tratta di filiere in cui l'OP è tradizionalmente presente e quindi può presentare un PO oltre che rispondere ai requisiti minimi di accesso imposti dalla legislazione.

Lo sviluppo delle filiere attraverso gli interventi di sviluppo rurale nel PSP

Nell'ambito dello sviluppo rurale, il principale intervento a sostegno dell'integrazione è "la cooperazione" di cui all'art. 77 del Reg. (UE) n. 2021/2115. L'intervento, nella declinazione che si sono date le Amministrazioni regionali, prevede diverse forme di cooperazione per lo sviluppo delle filiere agroalimentari:

  • - Costituzione organizzazione di produttori (SRG02). Questo intervento ha gli stessi obiettivi e modalità di funzionamento della misura 9 della programmazione 2014-2020 trattata in questo volume. L'intervento è stato attivato da Calabria, Lazio, Puglia e Toscana per un totale di 7,5 milioni di euro di spesa pubblica a sostegno delle nuove organizzazioni di produttori.
  • - Partecipazione a regimi di qualità (SRG03). Anche questa è una misura tradizionale dello sviluppo rurale che mira a sostenere la cooperazione per l'adozione degli schemi di qualità riconosciuti in ambito comunitario. L'intervento è stato attivato da 12 Regioni[4], mentre le risorse a disposizione ammontano a poco più di 16,6 milioni di euro.
  • - Promozione prodotti di qualità (SRG10). Questo intervento sostiene i programmi di promozione dei consorzi di tutela. Risulta attivato da 17 Regioni[5], mentre le risorse disponibili ammontano a circa 106,7 milioni di euro.

Complessivamente, le iniziative di cooperazione finalizzate a migliorare i rapporti tra gli attori delle filiere nel PSP 2023-2027 sono pari a 130,8 milioni di euro, con quattro Regioni che da sole ne rappresentano quasi la metà (62,9 milioni di euro): Piemonte (13,4%), Calabria (13%), Puglia (11,5%) e Toscana (10,2%). Da segnalare anche il contributo delle Regioni Sicilia e Veneto che hanno destinato agli interventi SRG03 e SRG10, rispettivamente, 10 e 11 milioni di euro (Figura 4).   

Alcune Regioni, sempre nell'ambito delle politiche di sviluppo rurale del PSP, continueranno ad utilizzare forme di incentivazione specifiche come i progetti integrati di filiera, i progetti integrati e i progetti collettivi, il cui obiettivo è la creazione di filiere agroalimentari e forestali multiattore. Questa tipologia di progetto prevede la creazione di un partenariato, che rappresenta una pluralità di imprese, con un obiettivo comune di sviluppo descritto in un progetto a cui corrispondono anche una serie di progetti individuali delle imprese aderenti ad esso. Si tratta di strumenti fortemente result orientend e meno legati a principi di conformità, come per altro suggerisce la nuova PAC. 

Bibliografia essenziale

Note

  • [1] Le OP sono disciplinate, principalmente, dal Reg. (UE) n. 1308/2013 (il cosiddetto Reg. Organizzazione Comune dei Mercati), come modificato dal Reg. (UE) n. 2117/2021, dal Reg. (UE) n. 2393/2017, dal Reg. di esecuzione (UE) n. 543/2011 e dal D.M. n. 8867/2019. A livello nazionale sono state adottate specifiche disposizioni attuative del Reg. (UE) n. 1308/2013 per:
  • il settore ortofrutta D.M. n. 9194017 del 30/09/2020;
  • il settore olio di oliva D.M. n. 617 del 13/02/2018 come modificato dal D.M. n. 7442 del 12/07/2019;
  • [2] Reg. (UE) n. 1308/2013 recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli e che abroga i regolamenti (CEE) n. 922/72, (CEE) n. 234/79, (CE) n. 1037/2001 e (CE) n. 1234/2007 del Consiglio.
  • [3] L'elenco delle OP ortofrutticole è aggiornato al 1/01/2023, quello delle altre OP al 29/03/2023.
  • [4] Abruzzo, Basilicata, Calabria, Lazio, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria, Valle d'Aosta, Veneto.
  • [5] Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle d'Aosta, Veneto.
 
 

Francesco Licciardo, Serena Tarangioli
CREA PB

 
 

PianetaPSR numero 123 aprile 2023