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Meteo

L'andamento agrometeorologico di marzo

L'analisi del Progetto Agrometeore della Rete Rurale Nazionale.

Introduzione

Come di consueto, PianetaPSR ospita la rubrica dedicata al monitoraggio agrometeorologico del mese precedente. L'andamento delle condizioni meteorologiche costituisce un fattore fondamentale per lo svolgimento delle attività agricole, condizionandone fortemente le produzioni, in termini sia qualitativi sia quantitativi. La conoscenza delle caratteristiche climatiche di un territorio guida le scelte colturali e gli investimenti strutturali, così come la programmazione delle diverse pratiche agronomiche non può prescindere dall'andamento meteorologico durante la stagione agraria (lavorazione del terreno, interventi irrigui e di difesa dai patogeni e parassiti, operazioni di raccolta, ecc.).

Le analisi presentate in questa rubrica sono il frutto di un'attività di monitoraggio agrometeorologico svolta dal CREA-Agricoltura e Ambiente nell'ambito della Rete Rurale Nazionale, precisamente nella scheda "Agrometeore". La scelta degli indici da presentare e commentare nei diversi report mensili può variare in funzione del periodo dell'anno (es. indice di Huglin) e della capacità della fonte di dati utilizzata di rappresentare l'andamento agrometeorologico del mese (per approfondimenti vedi i link ai documenti in coda al paragrafo). 

Si segnala che le analisi mensili si basano su dataset di rianalisi preliminari (ERA5T) che sono pubblicati in quasi real time sul Climate Data Store di Copernicus (vedi documento sulla metodologia al link riportato in basso); la successiva validazione dei dati, che avviene nell'arco di tre mesi, potrebbe evidenziare errori o scostamenti che solitamente sono trascurabili. 

È importante notare che, a partire dal monitoraggio del mese di gennaio 2023, il periodo di riferimento climatico è stato aggiornato al trentennio 1991-2020

Maggiori dettagli sulle procedure di stima delle variabili usate per il calcolo degli indici sono stati pubblicati in un recente articolo su Data in Brief, mentre i dati giornalieri pre-elaborati sono direttamente accessibili sul repository di Zenodo.

 
 

Agrometeo in cifre

 

Andamento agrometeorologico nel mese di marzo 2023

Si osservano temperature di 1-2 °C sopra la media sia per le massime che per le minime su tutto il territorio nazionale, con scarti meno pronunciati nel Mezzogiorno. Rispetto a febbraio, gli apporti precipitativi continuano a risultare sotto la media, anche se in misura meno rilevante. Il Nord è ancora il settore più colpito sia per le anomalie di temperatura (+1,70 per le minime e +1,98 °C per le massime), sia per il deficit di precipitazioni (-36,1 %). Lo stesso vale per l'indice di siccità che, pur restando nella norma su tutta Italia, al Nord è prossimo alla soglia di Siccità Moderata.

A livello globale, come mostrano le analisi mensili del servizio C3S di Copernicus [1], il mese di marzo 2023 è stato più caldo della media (1991-2020) in ampie aree del Nord-Africa e della Russia sud-occidentale e in gran parte dell'Asia, raggiungendo temperature record in Marocco, Cina e Giappone. Una situazione simile ha caratterizzato anche la parte nord-orientale del Nord-America, l'Argentina e i Paesi limitrofi, l'Australia e le aree costiere dell'Antartide. Al contrario, condizioni più fredde della media hanno riguardato il Nord-America occidentale e centrale, in particolare il Canada. In Europa, sono state registrate temperature superiori alla media nelle aree meridionali e centrali e inferiori alla media su gran parte di quelle settentrionali, raggiungendo in Islanda ha raggiunto le anomalie più forti. Rispetto alle precipitazioni, su scala globale condizioni più umide della media si sono registrate negli Stati Uniti, in Asia, nel Corno d'Africa, in Nuova Zelanda, in Australia settentrionale, in aree dell'Africa meridionale e in Brasile. Condizioni più secche, spesso associate a temperature più alte della media, hanno caratterizzato l'Argentina (in siccità prolungata), l'Australia meridionale, l'Africa sud-occidentale e parte dell'Asia. Il Nord-Europa è risultato più umido della media. In Francia, il surplus di precipitazioni ha alleviato le condizioni siccitose dei mesi precedenti, ad esclusione della costa mediterranea. La siccità permane anche su gran parte della penisola Iberica (con incendi la cui intensità è inusuale per il periodo), sull'arco Alpino, in parte dell'Europa centrale, nei Balcani orientali e lungo le coste nord-occidentali del mar Caspio. La Turchia è ancora in deficit idrico, nonostante le precipitazioni sopra la media, con piogge torrenziali che hanno causato alluvioni nel sud-est.

Il monitoraggio effettuato sui maggiori bacini idrografici italiani da ANBI [2] indica che rimane grave la crisi idrica nei bacini del Nord Italia, con un deficit pluviometrico del 40% e un calo delle portate di tutti i fiumi in Piemonte, dove è mancata la sommersione per oltre 8.000 ha di risaie, con gravi danni sia economici che ambientali. Nonostante il quasi dimezzamento delle piogge mensili rispetto alla media, la situazione è migliorata in Veneto per l'Adige, ma l'acqua marina è risalita ormai per più di 30 km dalla foce del fiume Piave. Lo stesso fenomeno si è ormai affermato per il Po, a causa della ridottissima portata estesa su tutto il corso, inferiore del 72% rispetto alla media storica (a Pontelagoscuro). Tutti i grandi bacini lacustri si mantengono sotto la media. Toscana, Marche e Umbria mostrano un andamento idrologico discontinuo. Diffusi cali di portate permangono anche in Lazio e Campania, mentre abbondanti piogge si sono verificate in Basilicata, Puglia e localmente in Calabria. Complessivamente nel mese di marzo prevalgono condizioni di siccità sul territorio italiano, ma va segnalato che le recenti perturbazioni che hanno caratterizzato le prime due decadi del mese di aprile stanno attenuando la generale crisi idrica.  

In dettaglio, la temperatura minima (fig. 1a) ha superato i valori climatici in tutto il Nord e Centro Italia, e in alcune aree del Mezzogiorno. Le anomalie maggiori si riscontrano nelle province di Trento (+2,9 °C) e Bolzano (+2,1 °C), in Lombardia (+1,9 °C), nelle Marche (+1,8 °C) e in Abruzzo (+1,7 °C). Il fenomeno è stato più generalizzato per le temperature massime (fig. 1b) ed ha riguardato soprattutto le province di Trento e Bolzano, l'Abruzzo, l'Emilia-Romagna, il Piemonte, le Marche e la Lombardia con scarti medi superiori a +2 °C. Condizioni nella norma si sono osservate in Campania, Calabria e Sicilia. 


Figura 1 - Anomalie di temperature minime (a, sx) e massime (b, dx) - marzo 2023

Figura 1 - Anomalie di temperature minime (a, sx) - marzo 2023
Figura 1 - Anomalie di temperature massime (b, dx) - marzo 2023


Le temperature minime estreme (fig. 2a) hanno riguardato principalmente la Sardegna con valori medi regionali del 22%. Più diffuso, sebbene moderato, è stato il fenomeno delle temperature massime estreme (fig. 2b), che ha interessato in particolare il Nord e parte della Toscana. 


Figura 2 - Temperature minime estreme (a, sx) e massime estreme (b, dx) - marzo 2023

Figura 2 - Temperature minime estreme (a, sx)  - marzo 2023
Figura 2 - Temperature massime estreme (b, dx) - marzo 2023


Le sommatorie termiche con soglia 0 °C, calcolate dal 1° gennaio, mostrano, come atteso, i valori maggiori sulle fasce costiere e nelle isole, con valori superiori a 900 gradi giorno in Puglia, Sicilia e Sardegna (fig. 3a). Estese anomalie positive (tra +150 e +200 gradi giorno) hanno caratterizzato un'ampia porzione della Pianura Padana. Situazioni nella norma hanno interessato il basso versante tirrenico e le isole maggiori. 


Figura 3 - Sommatorie termiche con soglia 0 °C (a, sx) e anomalie (b, dx) - marzo 2023

Figura 3 - Sommatorie termiche con soglia 0 °C (a, sx)-  marzo 2023
Figura 3 - Sommatorie termiche con soglia 0 °C anomalie (b, dx) - marzo 2023


Le sommatorie termiche con soglia di 10 °C sono ancora molto contenute (fig. 4a) e superano i 120 gradi giorno solo nelle Isole maggiori e in Puglia, valori che rientrano pienamente nella norma (fig. 4b). 


Figura 4 - Sommatorie termiche con soglia 10 °C (a, sx) e anomalie (b, dx) - marzo 2023

Figura 4 - Sommatorie termiche con soglia 10 °C (a, sx) - marzo 2023
Figura 4 - Sommatorie termiche con soglia 10 °C anomalie (b, dx) - marzo 2023


Apporti piovosi (fig. 5a) molto ridotti, inferiori ai 25 mm, si sono verificati ancora una volta in ampie zone del Nord (province di Asti, Alessandria, Pavia, Lodi e Cremona), interessando anche buona parte delle isole maggiori. Friuli-Venezia Giulia, Valle d'Aosta e basso versante tirrenico si sono caratterizzate per le precipitazioni più elevate diffusamente sopra i 100 mm. La mappa degli scarti (fig. 5b), mostra ampie zone in deficit pluviometrico, con valori medi regionali uguali o inferiori a -45% e picchi al di sotto di -70% in Liguria, Piemonte, Lombardia, Sardegna e Sicilia. Fenomeni analoghi si osservano localmente nella Calabria ionica.


Figura 5 - Precipitazioni cumulate in mm (a, sx) anomalie in % (b, dx) - marzo 2023

Figura 5 - Precipitazioni cumulate in mm (a, sx)  - marzo 2023
Figura 5 - Precipitazioni cumulate in mm anomalie in % (b, dx) - marzo 2023


Considerando l'indice rx1day che riporta i valori massimi di precipitazione giornaliera durante il mese (fig. 6), i principali eventi di piogge particolarmente intense si sono verificati in Campania, con valori regionali pari a 34 mm e massimi maggiori di 60 mm, in Umbria e Toscana, con valori regionali sopra i 25 mm e picchi superiori a 40 mm. A livello regionale, raggiungono i 20 mm, soglia giornaliera considerata in grado di provocare danni all'agricoltura (definita a livello internazionale "very heavy rain") anche Marche, Puglia, Basilicata e Lazio.


Figura 6 - Precipitazioni intense - marzo 2023

Figura 6 - Precipitazioni intense - marzo 2023


Riguardo all'evapotraspirazione di riferimento (fig. 7a), quasi tutti i valori medi regionali ricadono nel range di 50-75 mm, mentre sono pari a circa 80 mm in Puglia, Sicilia e Sardegna. I valori medi regionali risultano leggermente superiori alla norma (fig. 7b) in Piemonte, Emilia-Romagna e Marche e localmente soprattutto in Sardegna e Abruzzo.


Figura 7 - Evapotraspirazione di riferimento in mm (a, sx) e anomalia (b, dx) - marzo 2023

Figura 7 - Evapotraspirazione di riferimento in mm (a, sx) - marzo 2023
Figura 7 - Evapotraspirazione di riferimento in mm anomalia (b, dx) - marzo 2023


Il bilancio idroclimatico (fig. 8a) risulta positivo solo in Friuli-Venezia Giulia (+52 mm) e Valle d'Aosta (+100 mm) e quasi ovunque ricade nella classe di neutralità tra -50 e + 50 mm, mentre circa un terzo delle isole maggiori presenta un bilancio negativo, inferiore a -50 mm. A livello medio regionale non si evidenziano anomalie (fig. 8b), ma in Piemonte e in Liguria più di metà del territorio è interessato da anomalie inferiori a -53 mm. 


Figura 8 - Bilancio idroclimatico (a, sx) e anomalia (b, dx) - marzo 2023

Figura 8 - Bilancio idroclimatico (a) - marzo 2023
Figura 8 - Bilancio idroclimatico anomalia (b) - marzo 2023


Considerando l'indice SPEI6, che riflette l'andamento del bilancio idroclimatico degli ultimi sei mesi (fig. 9a), permane una situazione di siccità moderata al Nord-Ovest, nelle regioni Piemonte e in circa un terzo della Liguria e della Valle d'Aosta; situazioni siccitose locali si riscontrano sulle coste sud-orientali di Sardegna e Calabria e in Veneto e nell'Alto Adige. 
L'analisi dello SPEI3 (fig. 9b), che riflette l'andamento del bilancio idrico dei 3 mesi più recenti, mostra una maggiore estensione delle condizioni di siccità al Nord, che interessano anche buona parte della Lombardia; lo stesso fenomeno si nota in Calabria. 


Figura 9 - SPEI a 6 mesi (a) e a 3 mesi (b) - marzo 2023

Figura 9 - SPEI a 6 mesi (a) - marzo 2023
Figura 9 - SPEI a 3 mesi (b) - marzo 2023


Con l'avvio del periodo vegetativo, diventa importante considerare il fenomeno delle gelate tardive, costituito dagli episodi giornalieri in cui la temperatura minima raggiunge o scende al di sotto di 0°C. Questi eventi si sono registrati soprattutto nelle aree montane alpine e appenniniche (fig. 10a), con frequenze inferiori alla norma di 8 giorni nella provincia di Trento e di almeno 2 giorni nel Nord e nelle aree interne (fig. 10b). La situazione è risultata nella norma quasi ovunque nelle fasce costiere e nel Mezzogiorno. In ogni caso, per poter valutare al meglio i potenziali effetti di questo fenomeno, è necessario analizzarlo con maggiore dettaglio, sia spaziale, sia temporale, anche in relazione allo sviluppo fenologico delle diverse colture che, a causa delle temperature più calde, risulta accelerato. Ad esempio, in Veneto sono stati osservati anticipi della ripresa vegetativa di 5-10 giorni per la vite [3] e di 8-10 giorni per il settore frutticolo rispetto al 2022 [4].


Figura 10 - Gelate tardive (a) e anomalie (b) - marzo 2023

Figura 10 - Gelate tardive (a)  - marzo 2023
Figura 10 - Gelate tardive anomalie (b) - marzo 2023
 
 

Note

 
 
 
 

Barbara Parisse (Ed.)
Roberta Alilla, Flora De Natale, Antonio Gerardo Pepe e Antonella Pontrandolfi
CREA - Agricoltura e Ambiente

 
 

PianetaPSR numero 123 aprile 2023