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RRN MAGAZINE / numero 17 dicembre 2022

Smart Village

Luoghi accessibili, equi e salubri
 

Lo Smart Village nelle aree rurali si è rapidamente affermato come nuovo modello innovativo per rilanciare lo sviluppo locale ed è diventato il fulcro del dibattito scientifico e dell'agenda di programmazione europea, nazionale e regionale con una copiosa documentazione a supporto.
Intelligenti, veloci, connessi, sostenibili e coesi sono i tratti qualificanti degli Smart Village, comunità intelligenti che cambiano prospettiva ed approccio per affrontare le nuove sfide per lo sviluppo delle aree rurali.
Smart Village si identifica con la comunità rurale facente parte di un Comune o di un'aggregazione di Comuni che utilizza tecnologie e pratiche innovative per migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti e sostenere lo sviluppo sostenibile. I villaggi intelligenti si concentrano sul miglioramento della sostenibilità economica, sociale e ambientale integrando l'uso delle tecnologie digitali per migliorare l'accesso ai servizi, come l'assistenza sanitaria e l'istruzione, agli strumenti di comunicazione e informazione, per sostenere lo sviluppo economico locale attraverso un uso intelligente ed integrato delle sue risorse, come l'agricoltura ed la fruizione del territori, investendo sulle infrastrutture che permettono una mobilità veloce e sostenibile connessa alle ciclovie e strade locali.
Sembrerebbe un futuro lontano per le nostre aree rurali; soprattutto se consideriamo che i Comuni rurali sono ancora oggi particolarmente fragili e nel confronto con le zone urbane (anche quelle più congestionate, inquinate e costose) escono sconfitti a causa di molteplici fattori come la frammentazione delle comunità locali, la marginalità sociale/culturale, la mancanza di opportunità occupazionali remunerative e di qualità, l'infrastrutturazione insufficiente e disorganizzata, inadeguatezza dei servizi alla popolazione e per le imprese, depauperamento delle emergenze storicoculturali-paesaggistiche. Nonostante ciò, questo numero del Magazine RRN ci restituisce una fotografia ben diversa, ricca di esperienze costruttive e diffuse in molti Comuni italiani, delineando un percorso già intrapreso che sta portando molti territori rurali ad essere accessibili, equi e sostenibili.
Parliamo di luoghi dove il concetto di prossimità (tutto ciò che ci serve al massimo in 15 minuti) è ibrido, in senso fisico e digitale. Si tratta di posti dove alla prossimità funzionale (produttiva, di servizio, amministrativa) ne corrisponde una relazionale che permette alle persone di avere più opportunità per incontrarsi, sostenersi a vicenda. Questo richiede politiche di sostegno che pongano al centro della loro azione l'innovazione sociale e le comunità locali.  Richiesta recepita dalle politiche UE che mirano a favorire uno sviluppo equilibrato di tutti i territori, con priorità per le zone agricole e rurali che devono fronteggiare con forza il progressivo esodo degli agricoltori e calo demografico dovuto anche alla diffusa carenza di servizi rispetto alle zone più vicine ai centri urbani.
Nelle Politiche UE, gli Smart Village si configurano come uno "scenario progettuale" dove gli attori locali possono trovare lo spazio per disegnare il proprio futuro in una prospettiva di lungo termine. Anche il Piano Strategico della PAC 2023-2027 si muove in questa direzione attraverso un sostegno ai progetti integrati di comunità per gli Smart Village. Perciò, parliamo di tanti comuni rurali dove già si sta intervenendo per assicurare una connessione Internet veloce perché la connettività, e più in generale la digitalizzazione, rappresenta uno degli elementi trasversali per lo sviluppo delle aree rurali per le aziende agricole e per il miglioramento delle condizioni di vita di tutta la popolazione rurale. Un intervento puntuale, fino alla singola abitazione, essenziale per la realizzazione di tante iniziative di micro-scala, così come auspicato nel corso dall'intervista dalla DG-Regio nella programmazione 2023-2027.
Dal punto di vista degli attori collettivi, che agiscono in questi territori o ne rappresentano gli interessi, uno strumento quale il Leader può dare un impulso significativo alla pianificazione di queste iniziative stimolando processi di ri-generazione delle comunità locali aiutandole a riunirsi, pianificare e realizzare. È altresì importante che le possibilità di accesso al sostegno siano semplificate e alla portata di quei piccoli Comuni, spesso montani e che rappresentano le nostre green communities, con meno risorse e professionalità.
 Questo numero di RRN Magazine racconta molte esperienze, luoghi che stanno usando sapientemente l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione come una "sorta di benzina territoriale" . Non possiamo dire che si tratti di veri e propri Smart Village, ma sono comuni o zone rurali dove si stanno sperimentando soluzioni in questa direzione.
In queste realtà, l'ICT (Information and Communication Technologies) ha un ruolo fondamentale perché è il sistema che facilita l'ottimizzazione delle reti fisiche e immateriali, da quelle infrastrutturali a quelle dei servizi, da quelle di supporto alla produzione a quelle per la fruizione turistica, ecc. Con meno risorse si producono più servizi per gli abitanti e per le imprese rurali, si riducono gli sprechi e gli impatti negativi ambientali, economici, sociali. Ad esempio, si generano meno rifiuti e quelli prodotti sono riutilizzati per ridurre l'uso di materie prime (circolarità); si consuma meno energia producendola con fonti rinnovabili (bioeconomia); si riduce l'uso di mezzi inquinanti nella fruizione turistica a vantaggio di una mobilità leggera; si abbassano le disparità di accesso ai servizi e all'uso dei luoghi (meno barriere architettoniche e culturali); si supporta tutto il sistema produttivo verso una maggiore capacità competitiva, attraverso piattaforme informatiche che rafforzano il sistema della conoscenza e la collaborazione tra le imprese; si disegnano reti di produzione e di consumo del cibo locali e in connessione con le zone urbane.  L'esperienza di un GAL della Valle d'Aosta spiega come la comunità locale si sia attivata attraverso un processo partecipativo, ideato in cooperazione con altri GAL irlandesi e finlandesi, per avviare servizi digitalizzati nei comuni della propria area di intervento. Il nostro viaggio fra le esperienze si conclude a Sellia, un piccolissimo comune calabrese che ha saputo sfruttare pienamente le opportunità offerte dai diversi canali di sostegno e dove, oggi, anche le panchine sono smart.

 

Raffaella Di Napoli, Vincenzo Carè
CREA - Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia