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Risorse idriche

Sviluppo sostenibile: giornata di confronto sui temi della sostenibilità, cambiamenti climatici e transizione giusta per il futuro del Mediterraneo

Il tema al centro del "Forum permanente sulle sfide che ci attendono verso la transizione ecologica", organizzato dal CREA e dal Forum Permanente del Mediterraneo e Mar Nero - Lion.

Lo scorso lunedì 8 maggio 2023 si è tenuto, presso la Società Geografica Italiana di Roma, l'evento "Forum permanente sulle sfide che ci attendono verso la transizione ecologica", organizzato dal CREA - Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria - Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia (CREA-PB) e dal Forum Permanente del Mediterraneo e Mar Nero - Lion, costituito dai Lions e Leo Clubs aderenti, nell'ambito dell'Edizione 2023 del Festival dello Sviluppo Sostenibile ASVIS, di cui il CREA è partner scientifico.
 L'obiettivo dell'evento era l'attivazione e la creazione di una rete costituita da vari attori (istituzioni, università, scuole, giornalisti, ricercatori, associazioni, società civile) e unita da varie tematiche di comune interesse quali lotta al cambiamento climatico, transizione giusta, tutela delle risorse naturali, transizione energetica e circolarità della cultura. Esso si auspicava, inoltre, anche la promozione di un'etica dell'ambiente rivolta ai giovani, perché possano prendere coscienza del loro futuro, della conoscenza della storia, delle tradizioni e delle culture dei popoli del Mediterraneo interessati dagli effetti dei cambiamenti climatici, sostenendo lo scambio dei flussi informativi tra i territori, il coordinamento delle iniziative degli operatori pubblici e privati, l'avvio di startup innovative tra i giovani del Mediterraneo e, infine, la creazione di una "piattaforma digitale delle comunità costiere", in grado di monitorare gli impatti ambientali lungo le tre rive del Mediterraneo e del Mar Nero e mitigarne gli effetti sulle comunità interessate.
L'evento è stato organizzato in due sessioni, la prima, a cura del CREA Politiche e Bioeconomia, dedicata alla sostenibilità della risorsa idrica nel contesto agroalimentare italiano e del Mediterraneo e ai percorsi per una transizione giusta e la seconda, a cura del Forum Permanente del Mediterraneo e Mar Nero, focalizzata sul Mediterraneo per il Futuro dei Giovani, i cambiamenti climatici e la transizione energetica.

La centralità delle risorse idriche

Nella sessione di apertura, il coordinamento del CREA (Raffaella Pergamo) ha sottolineato l'importanza del tema risorse idriche, in un momento in cui la  centralità del tema dell'acqua come risorsa scarsa, come legame tra culture di popoli diversi, come elemento di questione politica e come obiettivo di sviluppo sostenibile alimenta il dibattito di questi ultimi tempi con una frequenza tale da evidenziare, prima,  la necessità di una governance istituzionale unica per fronteggiare la mancanza di disponibilità, concretizzatasi con la creazione da parte del governo Italiano della Cabina di Regia per la siccità e la nomina di un Commissario Straordinario.
Più in generale, rivendicare il diritto al futuro significa anche avere oggi diritto all'acqua e al cibo, riducendo le diseguaglianze sociali e salvaguardando i più deboli come i bambini e le donne che vivono nei Paesi in via di sviluppo e che sono i primi a perdere i diritti in occasione di conflitti e/o di scarsità.

Eccellenze d'acqua

Il primo intervento della mattinata è del CREA (Veronica Manganiello), sulle "Eccellenze d'acqua", ed  è stato incentrato  sulle esperienze selezionate da una call for proposal "Gestione della risorsa idrica", promossa nell'ambito del programma della Rete Rurale Nazionale - Progetto Eccellenze rurali, che appartengono a diverse regioni italiane, dal Nord al Sud e alle isole, ed interessano sia la buona gestione della risorsa idrica, dall'approvvigionamento alla distribuzione al campo, sia la manutenzione del territorio e delle reti idrauliche, della valorizzazione del territorio e dell'ambiente.

Il modello CER

Ricerca, innovazione e divulgazione per la sostenibilità dell'irrigazione - Il modello di Acqua Campus replicabile nel Mediterraneo è il titolo della seconda presentazione calata sulla realtà del CER (Raffaella Zucaro), il Canale Emiliano Romagnolo, una delle più importanti opere idrauliche italiane che assicura, mediante derivazione dal fiume Po, l'approvvigionamento idrico di un area estesa su oltre 3000 km2 (provincie di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna), tra le più produttive a livello internazionale sotto il profilo industriale ed agricolo ma povera di acque superficiali. In questo contesto il ruolo del Canale Emiliano-Romagnolo è determinante nel sostenere l'agricoltura, perché è un centro unico per gli studi di irrigazione in agricoltura e uno dei più importanti esempi di pratiche sostenibili in Italia, grazie al polo tecnico-scientifico "Acqua Campus" targato ANBI e grazie ai risultati dei diversi progetti di ricerca e innovazione su vari ambiti quali risparmio idrico, riuso, Nature Based Solutions, Servizi ecosistemici, monitoraggio ambientale e gestione efficiente del reticolo irriguo che ha avviato da tempo.

Le proposte dell'ANBI e dei Consorzi di bonifica

Le proposte e le soluzioni dell'ANBI e dei Consorzi di bonifica (Caterina Truglia) per le azioni di mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici sono state presentate nel terzo intervento da cui è emerso che gli stessi non possono più essere affrontate come emergenziali bensì come veri e propri problemi strutturali. La crisi idrica rischia di diventare una minaccia per la coesione nazionale perché mette in contrasto gli interessi dei soggetti di diversi comparti quali quello agricolo, industriale, energetico e turistico: l'ANBI è in prima linea per la gestione del bene comune che è la risorsa idrica, attraverso una serie di proposte e contributi finalizzati a disegnare traiettorie di futuro rassicuranti per il bene del Paese, dei territori e dei cittadini.

La liquidità dei diritti

Il quarto intervento dell'Osservatore Romano (Fausta Speranza) sulla liquidità dei diritti ha evidenziato che la pandemia da Covid-19 ha messo in luce le vulnerabilità di un mondo interconnesso, ma ha anche creato un nuovo senso di urgenza dietro la necessità di un'azione multilaterale, che ha dimostrato di essere direttamente collegata alla salute e al benessere degli individui in ogni nazione. Si è evidenziato, pure, la fluidità della nostra società e il rimodellamento continuo che mette a rischio anche la democrazia. Il diritto all'acqua potabile è il più fluido che mai in un periodo in cui l'acqua scarseggia e non è equamente distribuita e si è arrivati addirittura a pensare di quotarla in Borsa, perché può essere oggetto di investimenti ma anche di forti speculazioni. Mentre, quindi, in California dal 2020, l'indice Nasdaq Veles quotava l'acqua a 486,53 dollari per circa 1000 metri cubi, in Italia la gestione dell'acqua è, da sempre, prevalentemente pubblica e possiamo dire di essere stati molto bravi a difendere un bene comune come l'acqua dalla privatizzazione, anche se è arrivato il momento di difendere questa risorsa, evitando gli sprechi e assicurandone quantità e qualità.

Il ruolo del settore primario nella crisi climatica

Il quinto intervento dell'Associazione Terra! (Fabio Ciconte) ha sottolineato che il settore primario è da ritenersi sia tra i responsabili della crisi climatica in atto ma anche quello che ne subisce le conseguenze più gravi: l'aumento degli eventi climatici estremi impatta sulla produzione, le temperature crescenti fanno oscillare le rese e le siccità prolungate colpiscono le risorse idriche. Gli effetti negativi del cambiamento climatico si riverberano poi sulla nostra alimentazione: dalla frequenza e intensità degli eventi estremi che colpiscono i suoli agricoli italiani, europei e mondiali dipende anche la qualità, la quantità, il prezzo e la provenienza di ciò che mettiamo nel carrello della spesa. La proposta più frequente è che, per migliorare l'impatto ambientale e climatico del nostro cibo, sia necessario attuare miglioramenti tecnologici nella produzione o stimolare consumi e diete più sostenibili. Affrontare la crisi in atto richiede un'impostazione trasversale anche da parte delle politiche pubbliche, capace di comprendere la complessità della sfida e innescare una profonda riforma del sistema produttivo, restituendo all'agricoltura il suo valore intrinseco, dalla tutela del paesaggio al clima, passando per i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.

La siccità in Italia

Affrontare la siccità è stato l'argomento trattato nel sesto intervento dalla Fondazione Earth Water and Agenda (Mauro Grassi) che ha messo in luce che l'Italia è un paese in cui le precipitazioni, sia sotto forma di pioggia che di neve, raggiungono un livello medio negli ultimi venti anni di quasi 1000 mm per mq. Solo per alcuni confronti basta dire che nel Mondo la media è di 969 mm mentre in Europa stiamo intorno agli 856 mm. Quindi si può dire che il paese, nel suo complesso e in media annuale, non ha problemi strutturali di siccità ma con caratteri di variabilità per alcuni versi strutturali, tipici di un paese a clima mediterraneo, e per un altro verso crescente a causa degli effetti sul ciclo dell'acqua del cambiamento climatico. Questa variabilità porta con sé una probabilità destinata a crescere della emergenza di fenomeni siccitosi in determinati luoghi, magari non sempre gli stessi, del Paese, per cui occorre un'opera di prevenzione e mitigazione che può essere affrontata con quattro tipi di intervento: l'accumulo, la diminuzione delle perdite d'acqua, la maggiore efficienza nell'uso e la disponibilità alternativa.

La dieta mediterranea

La dieta mediterranea è stata oggetto del settimo intervento dell'Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli (Vincenzo Pepe), presentandola come stile di vita e modello nutrizionale ispirato ai modelli alimentari e comportamentali di alcuni Paesi del bacino del Mediterraneo.  La stessa, infatti, è stata riconosciuta come patrimonio culturale immateriale dall'UNESCO nel novembre 2010 e il Cilento è stato considerato la Comunità emblematica della Dieta Mediterranea per le sue profonde radici filosofiche e culturali e per lo stile di vita dei suoi abitanti. Le prime radici della Dieta mediterranea sono da individuare proprio nell'antica Scuola filosofica eleatica di Parmenide e Zenone da cui trae origine anche la famosa scuola medica salernitana, fino ad arrivare agli studi e ricerche nel Cilento del fisiologo e scienziato Sabato Visco, che introduce in Italia la moderna Scienza dell'alimentazione ed è il fondatore dell'Istituto nazionale di nutrizione.

Acqua è vita

"Non è soltanto acqua è vita! Facciamone buon uso!" È il tema slogan dell'Istituto Comprensivo Archimede di Napoli (Maria Rosaria Stanziano), oggetto dell'ultimo intervento, in cui sono stati illustrati i numerosi progetti sul tema svolti dalla scuola stessa, sia nel monitoraggio dell'impatto delle microplastiche e plastichesuuntratto di spiaggiadel litorale del Golfo di Napoli, sia nel calcolo dell'impronta idrica della comunità scolastica, sia nella riflessione su tematiche ambientali a confronto con Turchia, Spagna, Francia, Grecia ed, infine, nella creazione di laboratori sulla sostenibilità ambientale per lo studio e la sperimentazione degli impatti delle attività economiche sull'ambiente, sulla produzione dei rifiuti, sulla qualità dell'aria, sui consumi di acqua, energia, suolo e altre risorse naturali, e per il riciclaggio dei rifiuti. Questa è anche la scuola che ha partecipato al contest fotografico "La mia acqua, la mia terra" del CREA e la cui foto è pubblicata nell'articolo.

Non è solo acqua...è vita!
Samyra Lopes - Classe VI A dell'ISIS Archimede di Napoli - Vincitrice del contest fotografico "La mia terra, la mia acqua"

La necessità di una transizione culturale

Nell'apertura dei lavori della seconda sessione, il Forum Permanente del Mediterraneo e Mar Nero - Lion (Salvatore Napolitano) ha evidenziato che "le sfide ai cambiamenti climatici e alla transizione energetica, per avere successo, necessitano della transizione culturale, soprattutto dei giovani, essenziale al raggiungimento degli obiettivi della sostenibilità posta alla base dell'Agenda 2030" e che "per mettere in campo azioni adeguate all'ottenimento degli obiettivi è indispensabile conoscere le cause reali, l'entità dei cambiamenti climatici e le conseguenze sui territori e sulle persone". Il Forum, con la sua rete informatica orizzontale dei clubs Leo-Lions delle Tre Rive del Mediterraneo, è presente in 19 paesi con 3500 clubs e circa 95.000 soci, che condividono scopi e valori comuni quali "Libertà, Intelligenza e Sicurezza delle nazioni» ed è il luogo ideale per il confronto di idee e proposte per lo studio e la mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici nell'area delle Tre Rive del mediterraneo, soprattutto quando i temi sono comuni anche a quelli di altri attori quali il CREA, con il quale si auspica l'avvio di iniziative con ricadute importanti per lo sviluppo di startup innovative nell'interesse dei giovani e delle comunità del Mediterraneo e Mar Nero. Il tema sarà anche sviluppato nei prossimi mesi, con l'appuntamento alla Conferenza Lion del Med 2024 a Bologna. 

Le possibili soluzioni

Nel contesto degli interventi illustrati dai relatori della prima sessione, il CREA PB (Silvia Baralla), con un intervento di raccordo tra le due sessioni - acqua, cambiamenti climatici e transizione energetica, ha enfatizzato il fatto che non esista una unica soluzione che possa accelerare la resilienza al cambiamento climatico, ma tante connesse tra loro dove tutti gli attori interessati direttamente e indirettamente mettono in campo le proprie competenze in maniera sinergica e collaborativa per fini comuni, ossia quelli legati alla tutela delle risorse naturali, e in particolare dell'acqua, soprattutto nell'areale del Mediterraneo, tra quelli più impattati dal cambiamento climatico. Se il raggiungimento degli obbiettivi di sostenibilità appare infatti spesso sempre più lontano (dal punto di vista ambientale sette OSS sperimentano progressi ancora insufficienti, mentre per tre obiettivi si assiste a un peggioramento - tra cui anche quello di raggiungere il 90%di efficienza idrica), molto si sta facendo per la prevenzione e la mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici e per una gestione efficace ed efficiente delle risorse idriche da parte di tutti gli attori coinvolti, a partire dai decisori politici nell'assicurare una programmazione e pianificazione delle politiche rurali e non a livello europeo, nazionale, regionale e locale e la loro efficace attuazione, fino ai gestori della risorsa idrica come le associazioni e i consorzi di bonifica di I e II grado, in prima linea nella gestione e tutela della risorsa a livello territoriale, dall'agricoltore, fruitore della risorsa ma anche in pista nelle azioni di tutela, al consumatore fino ad arrivare alla scuola e alle reti educanti, che rappresentano in qualche modo le fasce più giovani della popolazione, a cui in particolare devono essere rivolte azioni di sensibilizzazione e aumento della conoscenza, cruciali per l'auspicato raggiungimento degli Obbiettivi di sviluppo sostenibile, a beneficio dell'intera collettività e del territorio.

La centralità energetica

L'Osservatorio Permanente per il Mediterraneo dell'istituto EURISPES (Essa Eskander) ha invece focalizzato l'attenzione sulla centralità del mare da un punto di vista ambientale quale premessa per ragionamenti di ordine strategico e geoeconomico, enfatizzando il loro ruolo fondamentale nell'assorbimento di anidride carbonica e, in particolare, l'attenzione posta da molti Paesi del Mediterraneo, tra cui l'Egitto, sui temi della sostenibilità ambientale e delle risorse idriche, tanto da aver costituito un Ministero delle Risorse idriche. Il Cairo, infatti, ospiterà, dal 29 ottobre al 2 novembre prossimi, la sesta edizione della Settimana dell'acqua sulla sostenibilità idrica dedicata al tema "Azione sull'adattamento della sostenibilità nel settore idrico" e che metterà in luce i legami tra acqua e cambiamenti climatici. Alla settimana dell'acqua parteciperanno delegati di diversi Paesi e rappresentanti di organizzazioni internazionali e regionali che si occupano di questioni idriche e sarà anche occasione per l'avvio di azioni sinergiche tra paesi, come quelli già in corso, per esempio, tra i due nostri paesi. 

La transizione energetica

Al tema della sostenibilità, della tutela della risorsa idrica e della cooperazione internazionale, si aggiunge anche quella della transizione energetica, affrontato dall' Engineering Association for Mediterranean Countries - Women Mediterranean (Amel Makhlouf). La transizione energetica può essere infatti vista come un'opportunità per una giusta transizione nel Sud del Mediterraneo, attraverso una cooperazione mirata tra l'Europa e il Sud del Mediterraneo. L'Italia e la Tunisia, grazie alla loro posizione geo-strategica nel cuore del Mediterraneo, avranno un ruolo chiave nel realizzare una transizione giusta, economica e sociale. E' infatti stato approvato un progetto win-win finalizzato alla generazione di migliaia di posti di lavoro e alla creazione di start-up per e da parte di giovani, attraverso l'inverdimento del Sahara nel sud della Tunisia, dell'Algeria e della Libia, e l'esportazione del surplus di energia in Europa attraverso l'Italia (Progetto ElMed), con ricadute positive su tutto il continente africano. Il progetto, inoltre, permetterà di insediare i giovani e di fermare la migrazione verso l'Europa.

Migrazione e variazioni climatiche

Parlando di migrazioni e di impatti delle variazioni climatiche non solo dal punto di vista ambientale ed economico ma anche sociale, Webuild Italia S.p.A. (Marco Rettighieri) ha focalizzato l'attenzione su come le variazioni stanno influenzando e influiranno sempre di più sulle inevitabili migrazioni umane e animali di massa, già in atto. Nel Bacino del Mediterraneo le persone che vivono con meno di 1.000 metri cubi d'acqua all'anno sono più di 100 milioni, mentre la mancanza estrema d'acqua, vale a dire meno di 500 metri cubi d'acqua all'anno, colpisce 80 milioni di individui.

La centralità del Mediterraneo

Il Mediterraneo, quindi, come enfatizzato anche dall'ultimo intervento dell'Università di Roma "La Sapienza" (Gianluigi Rossi), si presenta come una delle aree più instabili, dove pandemia e cambiamenti climatici hanno accentuato la situazione. La crisi energetica, conseguenza della recente guerra in Ucraina, ha riportato in primo piano, in particolare, i rapporti con l'Africa, dimostrando l'assoluta necessità, per l'Europa, di stringere con essa un nuovo partenariato, che tenga conto dei punti di vista e delle priorità dei paesi africani, e sui quali potrebbe essere utili riprendere in mano la New Partnership for Africa's Development.
L'evento, promosso nell'ambito dei lavori del gruppo trasversale "Finanza Sostenibile" di ASVIS, è risultato, in definitiva, non solo un momento di riflessione sui temi caldi, ma soprattutto un confronto con una molteplicità di soggetti con cui interagire e costruire azioni sostenibili verso la transizione giusta nel prossimo futuro.

 
 
 

Silvia Baralla (CREA-PB), Salvatore Napolitano (Forum Permanente del Mediterraneo e Mar Nero - Lion), Raffaella Pergamo (CREA-PB)

 
 

PianetaPSR numero 124 maggio 2023