PianetaPSR

IL PESO DEGLI AIUTI UE SUL BILANCIO DELLE AZIENDE AGRICOLE

GRANDO DURO

°MOL = Ricavi vendite - Costi + Aiuti comunitari. Costi = Costi materie prime, altri costi diretti e comuni, costi del personale inclusi oneri sociali familiari (esclusi ammortamenti, interessi e imposte)
*A: poli urbani, B: aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata, C: aree rurali intermedie, D: aree rurali con problemi complessivi di sviluppo
Nota: SAU aziendale investita a grano duro non inferiore a 10 ettari.

Il settore del grano duro è caratterizzato da realtà produttive estremamente eterogenee e frammentate. L'analisi svolta dal gruppo di lavoro Ismea - Rete rurale nazionale ha permesso di evidenziare alcune delle tipologie più comuni, che vanno dalle aziende della pianura irrigua (macroarea A/B) a quelle della collina intermedia (C), per arrivare ad aziende più marginali, situate nelle aree di collina interna o di montagna, con problemi complessivi di sviluppo (D).
Per tutte le aziende considerate è emersa una forte dipendenza dai premi comunitari: per l'anno 2010 l'incidenza del sostegno pubblico sul margine operativo lordo va da un minimo dell'80% nelle zone ad agricoltura intensiva specializzata ad un massimo di oltre il 140% nelle aree più interne. Se si esclude l'area con agricoltura intensiva specializzata, per i restanti casi analizzati gli aiuti della PAC servono almeno in parte a compensare il saldo negativo tra ricavi delle vendite e costi.
Per le aziende situate nella macroarea C - aree rurali intermedie è stato considerato l'andamento del triennio 2009-2011. Come si può notare, le performance economiche aziendali sono progressivamente migliorate.

 

Le cause di questo miglioramento sono varie e vanno dalla positiva dinamica dei prezzi manifestatasi negli ultimi mesi, alla riduzione del costo di alcuni fattori produttivi (entrambe hanno consentito al saldo tra ricevi delle vendite e costi di diventare positivo), alla introduzione del sostegno specifico articolo 68, di cui hanno beneficato tutte le  aziende considerate.
Resta comunque evidente la forte dipendenza del settore dai premi comunitari, decisivi per permettere alle aziende specializzate nella produzione di grano duro  di conservare una certa redditività, soprattutto in presenza delle forti oscillazioni dei prezzi di mercato e dei costi di produzione che hanno caratterizzato gli ultimi anni.Prendendo in esame per il greening, a titolo di esempio, una delle aziende della Regione Marche con una estensione di 110,6 Ettari a seminativo di cui nella campagna 2010, 57 Ha a grano duro , 53 Ha a girasole e 0,6 Ha ad oliveto, emerge che per adempiere ai vincoli del greening l'impresa dovrebbe ridurre parte delle superfici coltivate arrivando ad almeno 7,7 ettari ad area a focus ecologico (che potrebbe essere interessata da set-aside ecologico che introdurrebbe così anche la terza coltura, di estensione maggiore al 5%, da computare a valere sulla misura di diversificazione).
Dai dati di simulazione emerge che il costo di transazione al greening in questo caso sarebbe piuttosto elevato (pari a circa 70 euro ad ettaro).

 
 

PianetaPSR numero 3 - ottobre 2011