IL PESO DEGLI AIUTI UE SUL BILANCIO DELLE AZIENDE AGRICOLE
LATTE BOVINO
*Nord-montagna-filiera grana padano: 40 capi e 47 ha; Sud-collina-filiera latte e prodotti freschi: 23 capi e 34 ha; Nord-pianura-filiera grana padano: 70 capi e 23 ha
Le aziende da latte di montagna del Nord, inserite nella filiera del Parmigiano Reggiano hanno accesso al pagamento unico aziendale, al sostegno specifico di cui all'articolo 68, ai pagamenti agro-ambientali ed ai contributi per le indennità compensative. Gli allevamenti di pianura del Nord, appartenenti alla filiera del Grana Padano, beneficiano degli aiuti disaccoppiati e del premio per il miglioramento della qualità del latte e meno frequentemente del sostegno del secondo pilastro della Pac. In particolare, nelle zone di pianura del nord Italia (filiera Grana Padano) il pagamento unico aziendale riveste una notevole importanza, con i diritti disaccoppiati il cui valore risulta piuttosto elevato: oltre 1.200 euro per ettaro nell'azienda considerata nell'esempio. Il sostegno specifico dell'articolo 68 ha un valore limitato in rapporto al prezzo del latte crudo alla stalla (1,4% nel 2010), ma più elevato se confrontato con il pagamento unico aziendale (circa il 10% nella media delle aziende campione). Nel corso del triennio esaminato i risultati economici delle aziende bovine da latte della pianura appartenenti alla filiera del Grana Padano hanno subito una favorevole evoluzione,
*Nord-pianura-filiera grana padano: 70 capi e 23 ha.
per effetto in particolare del miglioramento registrato dal prezzo del latte crudo alla stalla, che è aumentato sia nel 2010 che nel 2011.
Di conseguenza, l'incidenza del sostegno pubblico sulle performance delle imprese è andata progressivamente riducendosi dal 44% del 2009 al 37% del 2011. Il MOL è aumentato di quasi il 40% nel corso del periodo considerato.
Nonostante nel 2011 i prezzi del latte abbiano raggiunto quasi il massimo livello storico, i contributi della Pac rivestono ancora una importanza decisiva alla formazione del margine operativo lordo. Nel periodo considerato, infatti, si è verificato anche un incremento del prezzi dei fattori della produzione, con particolare riferimento all'alimentazione degli animali.
Prendendo in esame per il greening, a titolo di esempio, l'azienda di cui si riporta il bilancio triennale, con una estensione di 23 Ettari a seminativo di cui nella campagna 2010, 13 Ha a mais, 5 Ha a foraggiera e 5 Ha a orzo, emerge che per adempiere ai vincoli del greening l'impresa, essendo già in regola con la diversificazione colturale, dovrebbe introdurre almeno 1,4 ettari di aree di focus ecologico.
Tutto ciò determinerebbe la riduzione limitata di parte delle superfici coltivate per la produzione dei mangimi reimpiegati in azienda, con un incremento degli oneri di acquisto degli stessi fuori dall'azienda.
PianetaPSR numero 3 - ottobre 2011