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RIFORMA PAC

Così i bilanci aziendali sono Pac-dipendenti

Un modello microeconomico della Rete Rurale  analizza il peso degli aiuti Ue sul conto economico delle imprese e simula l'impatto delle possibili opzioni della riforma
 

Introduzione
 
Nell'ambito della Rete Rurale Nazionale, Ismea ha costruito un modello di simulazione microeconomica per valutare il possibile impatto della riforma della PAC sul bilancio delle aziende agricole, considerando congiuntamente gli aiuti afferenti al primo pilastro e al secondo pilastro.
Abbandonando lo status quo nel quale le aziende beneficiarie di pagamenti diretti "storici" vedevano congelate realtà aziendali (e settoriali) del triennio 2000-2002 e passando ad una riattribuzione dei titoli (con pagamento unico su base nazionale o regionale) indipendente dall'orientamento tecnico economico dell'azienda, diventa fondamentale costruire modelli di simulazione degli impatti capaci di far "leggere" ai policy maker le differenze fra settori produttivi diversi.
Ciò al fine di mettere in atto azioni di perequazione territoriale/settoriale tali da mitigare eventuali impatti negativi più marcati per alcune realtà, agendo sulla leva delle componenti di pagamento diretto o misure si sviluppo rurale per le quali lo Stato membro ha maggiori gradi di libertà in fase attuativa.
La simulazione di impatto microeconomica della riforma della PAC, in particolare, è stata condotta con l'obiettivo di:

  • Quantificare le possibili conseguenze economiche per l'azienda, derivanti dai cambiamenti della PAC;
  • Determinare il livello di rischio cui è sottoposta ogni tipologia di azienda considerata nell'analisi, in  funzione del suo profilo specifico, anche come approccio al mercato;
  • Verificare quali potrebbero essere le condizioni, di tecnologia produttiva, modelli gestionali, interventi nazionali di politica agraria, in grado di neutralizzare l'impatto della nuova PAC e mantenere l'equilibrio economico dell'azienda e la sua vitalità;
  • Valutare le conseguenze a livello aziendale che scaturirebbero da possibili soluzioni alternative in termini di misure di politica agraria.

La scelta delle realtà locali rappresentative è validata attraverso la realizzazione di focus group, uno per settore esaminato (vedi BOX), a cui prendono parte esperti qualificati del mondo istituzionale e produttivo: rappresentanti delle Regioni, associazioni di categoria, organizzazioni sindacali e osservatori specializzati settoriali.
I focus group sono stati convocati tra settembre e novembre del 2011 dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Ne sono emerse indicazioni interessanti, che in alcuni casi hanno dato luogo ad una integrazione della compagine delle aziende intervistate.
Ad ispirare il modello è stata la consapevolezza che per valutare appieno gli effetti di una riforma della PAC bisogna evidenziare anche l'impatto microeconomico delle opzioni in discussione, perché nel mondo agricolo in generale, e all'interno di ogni settore, esistono profili aziendali molto variegati in termini di tecniche produttive adottate, capacità reddituali e ricorso alle forme di sostegno pubblico, che presentano dunque anche un diverso grado di "sensibilità" alle politiche. Per questo si è scelto di definire, per ognuno dei settori oggetto di indagine, alcuni profili aziendali-tipo corrispondenti a realtà locali particolarmente rappresentative in termini produttivi , sulle quali declinare le simulazioni di impatto.
Il modello si basa su bilanci aziendali costruiti sulla base delle informazioni raccolte con interviste dirette alle aziende, laddove carenti integrate con dati provenienti da  altre fonti  tra cui, per quanto attiene in particolare ai costi comuni, la rete Rica.

 
BOX
Il modello è stato costruito in prima istanza per sette settori dell'agricoltura italiana, in prevalenza rappresentativi delle produzioni del bacino mediterraneo:  frumento duro, frumento tenero, mais, olivo, bovini da carne, bovini da latte e ovini, ma altri verranno in futuro aggiunti all'elenco.
Per questi profili aziendali-tipo sono stati acquisiti presso aziende reali, tramite interviste e consultazioni di fascicoli aziendali, i dati che hanno consentito la ricostruzione delle matrici dei processi produttivi e dei bilanci aziendali, nelle specifiche componenti di entrata e di uscita.
Le aziende inserite nel modello sono state classificate sotto diversi profili:
-   la localizzazione geografica, combinando i seguenti elementi:
- Il modello produttivo, secondo parametri scelti, in base alle peculiarità settoriali, tra i seguenti:
- Le caratteristiche del produttore (in particolare, l'eventuale rispondenza al profilo del giovane agricoltore, a cui è direttamente riconducibile la corrispondente quota aggiuntiva di pagamento diretto).
 

Opzioni della riforma

Le opzioni della riforma da testare con il modello di simulazione microeconomica sono desumibili dalle proposte dei  regolamenti presentate il 12 ottobre 2011 dal Commissario Cioloş, che dovrebbero costituire la base legislativa per la politica agricola comunitaria nel periodo 2014-2020.
Il cambiamento che si prospetta è profondo ed investe diversi aspetti della PAC. E' comunque necessario sottolineare come non è possibile ancora effettuare delle simulazioni complete in quanto i testi regolamentari a disposizione non consentono ancora di ricostruire completamente il quadro applicativo completo.
Ciò sarà possibile non appena si disporrà anche dei testi dei regolamenti della Commissione (delegati o di esecuzione) così come saranno assunte le principali decisioni attuative a livello nazionale (ad es. flat rate nazionale o regionale; gradualità; ecc...).
Per individuare le opzioni da utilizzare nella simulazione si è dunque tenuto conto delle caratteristiche dei settori analizzati, delle loro criticità e della loro vulnerabilità rispetto alle misure di sostegno della PAC.
Infatti l'impatto della PAC sarà tanto maggiore quanto maggiore è il grado di "dipendenza" delle aziende dal sostegno pubblico; inoltre, l'impatto sarà maggiore laddove i sussidi della PAC costituiscono il sostegno indispensabile a tenere l'azienda in attivo.

Tabella 1 - Ipotesi "A" - Attivazione delle sole componenti obbligatorie in base al regolamento

Tabella 2 - Ipotesi "B" - Attivazione di tutte le possibili componenti del pagamento unico.   In entrambe le ipotesi va tenuto conto delle quota (fino al 10%) destinata al finanziamento del regime dei piccoli agricoltori.

 

 

Le ipotesi formulabili sono molteplici, ma  tutte rientrano fra due opzioni "limite":
- Ipotesi "A": l'intero plafond del pagamento unico (3,81 miliardi di euro/anno al 2019) è utilizzato "solo" per finanziare le componenti "obbligatorie" del nuovo pagamento unico (Vedi tabella 1): in questo caso le uniche due variabili da definire sono  rappresentate dall'aliquota destinata ai giovani (fino al 2% del tetto nazionale) e alla disponibilità per la riserva (fino al 3%).
- Ipotesi "B": il suddetto plafond è ripartito  fra tutte le componenti "attivabili" in base al regolamento che nel caso "estremo" applichino l'aliquota massima prevista dal regolamento.

 
 

Fra le due ipotesi in questione, entrambe teoriche, appare anche intuitivamente come la prima (Ipotesi A) sia più "conservativa" (dalle prime stime effettuate in caso di flat rate nazionale, si avrebbe un pagamento a ettaro di circa 205 euro e un greening pari a 90 euro/Ha) mentre nel secondo caso (Ipotesi B) si determinerebbe una forte riduzione del pagamento base (circa 155 euro/Ha) mentre il greening manterrebbe lo stesso valore dell'ipotesi A, mettendo mano però ad una sensibile redistribuzione dei pagamenti a livello territoriale (aree svantaggiate; giovani; sostegno accoppiato).

Prime ipotesi di impatto

L'analisi completa e puntuale, anche per le altre filiere finora esaminate (vedi BOX 1), sarà pubblicata e illustrata a breve, non appena terminati i focus group per tutti i settori indagati.
Ad ogni modo, le analisi condotte dall'Ismea sino ad oggi nell'ambito del gruppo di lavoro PAC Rete rurale, e delle quali si riporta una prima illustrazione di sintesi su alcuni casi aziendali reali (per bovini da carne e da latte; ovini e grano duro) che fanno parte del più ampio panel di aziende coinvolte nel lavoro in questione, consente già alcune prime valutazioni qualitative di impatto delle novità proposte con la riforma.
Dagli esempi, non statisticamente rappresentativi,  riportati nel seguito,  emerge che in entrambe le ipotesi, e in maniera crescente passando dall'ipotesi A alla B, l'impatto della riforma peserebbe in proporzione soprattutto sul settore zootecnico (si veda in particolare la zootecnia da carne o le aziende ovicaprine) così come forte sarebbe l'impatto della riduzione dei pagamenti diretti nel settore del grano duro.
Appare inoltre evidente come il greening abbia un impatto meno forte nelle aziende estensive (si veda l'articolo specifico) e nelle aree meno intensive. 
L'impatto del greening è molto diversificato in base al riparto colturale standard di ciascuna azienda. Negli approfondimenti settoriali seguono delle valutazioni su casi reali.
In generale, aziende maggiormente vitali ed inserite in logiche di filiera, mostrano una minore dipendenza dalla PAC e quindi in grado di assorbire meglio il contraccolpo della riduzione dei pagamenti diretti.
Un ruolo fondamentale è giocato dagli aiuti accoppiati che mostrano, in particolare per alcuni settori  tra quelli qui esaminati (zootecnia da carne e grano duro), un contributo importante nel garantire un margine lordo positivo. Pertanto secondo questa logica, appare abbastanza evidente come la semplice ipotesi base (A) sarebbe da scartare, prefigurando uno scenario post-2013 di riproposizione di una versione rinnovata dell'articolo 68 attuale.
Altrettanto dicasi per gli aiuti a superficie del secondo pilastro, che in particolare nei casi presentati finora per il settore ovino (ma non solo) rappresentano un elemento stabilizzatore del reddito e di rafforzamento della strategia di promozione di aziende sostenibili anche sotto il profilo del benessere animale.

Camillo Zaccarini Bonelli


Il peso degli aiuti Ue sul bilancio delle aziende agricole:

 
 
 
 
 
 
 
 

PianetaPSR numero 3 - ottobre 2011