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MONITORAGGIO

La spesa dei Psr alla prova dell'ultimo miglio

I dati di ottobre segnalano che entro fine anno vanno spesi ancora 673 milioni fondi pubblici, di cui 370 come quota Ue - In ritardo le Regioni del Sud che rischiano il disimpegno.

L'attenzione sul disimpegno dei fondi europei rimane in questo periodo sempre alta. Rilanciata anche dalla  famosa lettera dell'Unione Europea all'Italia che, tra i vari punti, contiene anche la sollecitazione per un "migliore utilizzo dei fondi europei". Va anche ricordato che la scorsa settimana è stato dato il via libera dal Commissario europeo per le politiche regionali Johannes Hann e dall'allora ministro per le Politiche regionali Raffaele Fitto alla riduzione del cofinanziamento nazionale per liberare circa 8 miliardi di euro di fondi strutturali a rischio disimpegno al 31 dicembre. Le risorse così liberate saranno reinvestite per interventi a favore del Mezzogiorno (Piano Eurosud) attuando altresì  una delle cosiddette misure per lo sviluppo "a costo zero".
Dal canto suo, il Fondo agricolo per lo sviluppo rurale (feasr) ha al suo attivo circa 2.669 meuro di risorse erogate dal 2007 ad oggi, di cui 1.151 meuro a favore delle regioni obiettivo convergenza. Solo nel 2010 i fondi Ue impiegati per le aree rurali sono stati circa 985 meuro: di questi,  513 meuro per interventi agro-ambientali (Asse 2) mentre 384 meuro sono stati gli interventi a favore della competitività (Asse1).
In quest'ultimo anno la spesa erogata ammonta 606 meuro di cui 225 meuro per l'agro-ambiente e 306 meuro per la competitività delle imprese agricole.

 

L'impegno annuale delle risorse e la necessità di spenderle nei due anni successivi (regola "n+2") ci accompagnerà fino al 2015, ma in questo periodo la partita risulta essere assai delicata in quanto rappresenta anche la cartina di tornasole per l'allocazione delle quote per la prossima programmazione (2014-2020) il cui negoziato è ufficialmente partito lo scorso 12 ottobre 2011 con la presentazione delle proposte legislative da parte del commissario europeo Dacias Ciolos. Il monitoraggio mensile al 31 ottobre mostra che entro fine anno i Psr italiani devono ancora spendere 370 meuro di fondi Ue (pari a 673 meuro di spesa pubblica complessiva) suddivisi in 291 meuro per le regioni del Sud e 76 meuro per le regioni del Centro-Nord, mentre nel mese di ottobre del 2010 la quota ancora da liquidare era pari a 320 meuro.

Pagamenti Programmi per Anno ed Asse

Grafico 1
Grafico 1
 
 
Grafico 2
Grafico 2

La "tabella di marcia" di quest'anno mostra quindi un ritardo di una mensilità rispetto al 2010 (infatti nel mese di settembre dello scorso anno i PSR dovevano spendere circa 368 meuro).Al terzo trimestre 2011 l'avanzamento complessivo della spesa risulta del 30,87% con una capacità di spesa Italia rispetto all'assegnato Feasr 2009 dell'82,09%. Confrontando la capacità di spesa delle singole regioni (grafico 1),emerge un'Italia a due velocità: molte regioni del Centro-Nord hanno già superato ampiamente la soglia del disimpegno e stanno già attingendo ai fondi delle annualità 2010 e 2011 (risorse in disimpegno nel  2012 e 2013) mentre le regioni del Sud devono ancora spendere una fetta importante di risorse per superare la loro soglia di rischio.
Infatti, entro fine anno rimangono da liquidare risorse pari a  113 muro per la Sicilia, seguono la Puglia e la Calabria con 58 meuro, la Basilicata con 51 meuro e la Campania con 30 meuro. Per quanto riguarda le regioni competitività, la regione Sardegna deve spendere ancora 38 meuro, cui segue il Lazio con 20 meuro e il Molise con 11 meuro di risorse Feasr (grafico 2).

 

L'efficienza di utilizzo delle risorse e la capacità delle regioni di spendere quanto loro assegnato diventerà nei prossimo futuro sempre più strategico e indispensabile.
Non a caso la proposta di regolamento sullo sviluppo rurale prevede l'introduzione di una riserva di performance da destinare agli stati membri pari al 5% dei fondi e distribuita sulla base del raggiungimento nel 2019 di obiettivi intermedi predefiniti (c.d. milestone) e collegati alle sei priorità individuate.
Inoltre, il nuovo regolamento prevede l'introduzione di una condizionalità ex-ante, cioè gli Stati membri devono garantire prima dell'inizio della programmazione una serie di condizioni essenziali che assicurino un' efficienza organizzativa ed amministrativa nella gestione dei futuri PSR.
Due importanti strumenti per garantire sia la spesa che il raggiungimento degli obiettivi in un contesto dove viene sempre più chiesto all'agricoltura di contribuire alla fornitura di beni pubblici e assicurare il raggiungimento degli obiettivi di Europa 2020.
 

Luigi Ottaviani

 
 
 
 

PianetaPSR numero 4 - novembre 2011