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YOUTH IN COUNTRYSIDE

Più servizi per evitare la fuga dei giovani

Incontro a Budapest fra associazioni giovanili agricole, amministratori locali, ong e reti rurali europee: priorità al miglioramento della qualità della vita contro lo spopolamento 
 
Incontro Budapest fra giovani agricoltori

Non solo social network: è questa la prima considerazione che viene in mente a giudicare dai progetti presentati in Ungheria dal 7 al 9 novembre scorsi e condivisi fra chi si occupa in Europa, a vario titolo, di agricoltura e sviluppo rurale nell' ambito dei giovani.  Grazie all'evento, dal titolo "Youth in Countryside", organizzato dagli ungheresi (in partnership la Rete Rurale e l'associazione di giovani agricoltori Agrya), è stato possibile concentrare in due giorni un volume di progetti in grado di fornire un quadro su quanto, in Europa, si sta facendo per favorire il ricambio generazionale nelle aree rurali e, più in generale, migliorane la qualità della vita. 
Forse è proprio sul secondo punto che sembrano concentrarsi i progetti europei, che puntano a creare, nelle aree rurali, le condizioni per evitare lo spopolamento e far emergere elementi di appeal affinché i giovani vi innestino il proprio progetto di vita e di lavoro. Creare servizi, dunque, o coinvolgere concretamente i giovani nei processi decisionali, con progetti in cui i social network, per una volta, fanno solo da sfondo. Un'esigenza di concretezza che sembra essere stata colta dal Ministero dello sviluppo rurale ungherese, che, con un budget di tutto rispetto (100 milioni di euro) ha dato vita al progetto di "Integrated Community Service Center", pensato in primis per i giovani, ma in realtà a servizio della popolazione delle aree rurali. Il progetto risponde al problema della mancanza di spazi comuni e di servizi, allo stato di degrado dei palazzi pubblici, ed ha permesso, dopo una gara pubblica, di appaltare la costruzione o il rifacimento di nuovi spazi integrati con: scuola, centri educativi, corsi di studio e master per i giovani, servizi medici, una programmazione mensile di attività per i giovani e, in 150 cittadine rurali, l'inserimento dei servizi postali all'interno di questi centri. 
Ma per convincere i giovani a restare non basta creare le strutture ed i servizi, occorre anche coinvolgerli nei processi decisionali: ed ecco il caso slovacco (Youth council and rural development), un "Consiglio dei giovani del paese", un organo di autogoverno costituito da ragazzi, con un "capo villaggio" che funge da mediatore fra le problematiche dei giovani e i referenti amministrativi. Un  forum fisico con uno statuto, una pianificazione annuale, e che si "pubblicizza" attraverso operazioni di marketing a basso costo (spesso "non convenzionale"). A finanziarlo, la Fondazione "Intenda", in collaborazione con i Ministeri dell' educazione e dello sviluppo rurale slovacchi. Un'esperienza, quella del Consiglio dei giovani, presente anche in altre aree europee, come in Francia, e raccontata qui dalle autorità locali della regione Provence-Alpes-Côte d'Azur.   In Finlandia la ong Sepra, che opera nelle aree rurali, e ha a disposizione 5 milioni di euro di fondi del Leader 2007-2013, ha puntato invece sul coinvolgimento dei giovani locali come tutor o trainer dei vari progetti sul territorio, a cominciare da quelli dedicati alle scuole. Un modo per dare un'opportunità lavorativa e cominciare a costruire in loco il proprio futuro. Il problema dell'abbandono delle aree rurali accomuna tutti i Paesi, ed azioni di contrasto al fenomeno sono previste in molti progetti: può essere esemplificativo in tal senso il progetto della Rete Rurale Francese, un film di 52 minuti (titolo: "Les Jeunes font leur film"), un film-intervista a giovani francesi nati nelle aree rurali, che hanno fatto un'esperienza di qualche anno in grandi città, e che raccontano perché hanno deciso di tornare a vivere nel loro paese d'origine. A testimonianza di quanto sia importante oggi (questo un altro "focus" della conferenza) mostrare il lato "motivazionale" che risiede dietro la scelta di un giovane di intraprendere il proprio progetto di vita nelle aree rurali. Anche i progetti dedicati ai più piccoli risentono della necessità di dare concretezza alle idee: e si torna in qualche modo all'antico, con le cacce al tesoro organizzate dalla ong polacca "Foundation of Active people and Places", che hanno coinvolto migliaia di bambini provenienti dalle città alla scoperta delle aree rurali del Paese, o delle scuole di musica popolare organizzate da "Aktion Ostrobothnia", un Gal finlandese, un'occasione per far ricoprire in summer school estive ai ragazzi le tradizioni rurali e rinsaldare il legame fra città e campagna. In Estonia, la Tartu Rural Development Association" ha invece puntato sulla costruzione del "Villaggio del futuro in un metro quadro", un vero e proprio concorso per le scuole delle aree rurali per la realizzazione di modelli in legno e materiali plastici e cartacei di modellini di quello che per i bambini, è il paese ideale: l'obiettivo era quello di far visualizzare loro però il loro compito e il loro lavoro futuro, un'occasione per conoscersi e scoprirsi. Naturalmente la presenza dei social network non è un elemento da sottovalutare: in particolare, la Rete Rurale Nazionale italiana ha presentato YOURural net, la community on line che ha riscosso grande interesse soprattutto perché costruita appositamente per il target dei giovani agricoltori, laddove in Europa la tendenza è ad utilizzare i social network più famosi come Twitter, Facebook, linkedin, anche perché la percentuale di partecipazione degli agricoltori risulta essere minore rispetto a quella degli "addetti ai lavori" ed esperti di sviluppo rurale, mentre in Italia la percentuale è più bilanciata.
 
Andrea Festuccia

 
 
 
 

PianetaPSR numero 4 - novembre 2011