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OSCAR GREEN

Innovazione e fantasia la ricetta anti-crisi

Allevamento di maiali con web cam, miele con etichetta braille e primo yogurt al latte d'asina: sette storie di successo da raccontare firmate dai giovani della Coldiretti 
foto dei premiati
Premiati

Dal miele con l'etichetta braille all'ospedale con menù a km 0, dal maiale sull'i-pad al primo yogurt di latte d'asina, passando per il vino per l'imperatore. Mai come quest'anno il binomio creatività e innovazione ha fatto da protagonista negli "Oscar Green" 2011, il premio per i Giovani della Coldiretti con l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Under 40 preparati professionalmente che, a colpi di idee, entusiasmo e passione, sono riusciti a scacciare la crisi dai campi.
Nell'edizione 2011, dopo una selezione durata un anno, sono stati sette i giovani agricoltori premiati dalla Coldiretti, ognuno con una storia da raccontare nelle diverse categorie che sono 'Stile e cultura d'impresa', 'Sostieni lo sviluppo', 'Esportare il territorio', 'categoria oltre la filiera', 'campagna amica', 'in-generation', 'paese amico'.
Nell'azienda agricola Ca Lumaco (Mo), l'emiliano Manuele Ferri ha portato il 'grande fratello' nella sua stalla con una web cam, consultabile anche tramite iPhone che segue i suoi maiali dal primo giorno di vita, in modo da garantire salumi  assolutamente tracciabili. L'allevamento è della razza Mora Romagnola ed è supervisionato 24 ore su 24 da sofisticate telecamere controllabili da un pc o un telefonino, a partire dalla sala parto. Successivamente, la marchiatura avviene con un microchip che permette di risalire all'albero genealogico dei piccoli maiali; acquistando i salumi aziendali è quindi possibile conoscere alimentazione, controlli veterinari, igiene degli ambienti e persino la cura della stagionatura delle carni.
E' in Basilicata l'azienda apistica De Angelis (Pz) di Gianni Infantino, una realtà imprenditoriale che parla di solidarietà, avendo deciso di stampare in braille l'etichetta del suo miele. L'azienda oggi conta 100 arnie e produce circa 30 quintali di miele l'anno; un ciclo impegnativo che punta su un'agricoltura coinvolgente, dove conoscenza, qualità e solidarietà sono le componenti che rendono il lavoro dell'impresa agricola indispensabile.
E' trentina invece l'azienda vitivinicola Pravis (Tn) di Erika Pedrini, nel cuore della Valle dei Laghi, a nord di Riva del Garda, dove si producono i vini dell'impero Austro-Ungarico, dal Negrara al Franconia, al Groppello. Grande attenzione anche alla cantina articolata su tre livelli, in modo che i passaggi del vino possano avvenire per caduta e non attraverso pompe idrauliche, ottimizzando le risorse nel rispetto dell'ambiente e risparmio di energia. Un occhio particolare è dedicato all'export, che assorbe il 60% della produzione aziendale.
Un altro riconoscimento arriva in Abruzzo, dove Cristian Merlo produce il primo yogurt con la d'asina nella sua azienda agricola Ciucolandia (Aq). Ha scommesso su un alimento naturale di origine animale che, secondo studi scientifici, vanta le caratteristiche più vicine al latte materno, utile quindi per i bambini che sono allergici a quello vaccino. Il prodotto nasce nella sua fattoria, per essere ogni giorno lavorato, trasformato e consegnato a tutti i clienti direttamente dalle sue mani.
Filippo Tramonti, socio del consorzio Agrario Forlì-Cesena-Rimini (Fc) ha giocato la carta della filiera del grano duro 100% italiana, riconoscendosi nella punta di diamante della pasta Ghigi, sesto produttore nazionale con 500 mila quintali di pasta italiana, rigorosamente ogm free. Altra vincitrice è Elena Comollo fondatrice della cooperativa AgriCoPecetto (To), condotta  da giovani produttori piemontesi che operano nel rispetto di un'agricoltura eco-compatibile, privilegiando la filiera corta, promuovendo il consumo di prodotti agricoli di stagione, i gruppi di acquisto e soprattutto il km0. E' di Amos Franco Cippi (Cn), infine, il binomio ospedale-valorizzazione del territorio, offrendo nella mensa solamente pasti a km0 con i prodotti locali, creando una forte intesa con l'impresa agricola locale per una scommessa di qualità. Nelle cucine c'è ogni primizia: dagli ortaggi, alla carne, alla frutta, preparati con le ricette della tradizione piemontese. Si tratta di un modello considerato oggi da esportazione, che vanta già grandi numeri: 4 miliardi di pasti in 4 anni, 1 milione di euro di prodotti locali acquistati presso le imprese agricole del territorio, 32 milioni di fatturato per una realtà che conta 850 dipendenti.


Sabina Licci

 
 
 
 

PianetaPSR numero 5 - dicembre 2011