PianetaPSR
Riforma PAC

Incentivi su misura ai piccoli agricoltori

Forfait fino a mille euro per gli aiuti diretti senza i vincoli del greening nei Psr azioni specifiche per favorire progetti comuni di filiera e la nascita di small farmers

Le bozze dei regolamenti che disciplineranno la nuova Pac a partire dal  2014, ancora tutti da discutere, introducono diversi elementi di novità. Tra questi, particolare attenzione è posta sulle piccole aziende agricole, il cui ruolo è coerente e strategico rispetto agli obiettivi della Politica agricola europea sempre più impegnata nella difesa dell'ambiente e del territorio, delle produzioni di qualità e dell'occupazione nelle zone rurali. Obiettivi che possono essere perseguiti anche attraverso il sostegno di quelle realtà agricole di medie e piccole dimensioni che caratterizzano in modo particolare il nostro territorio.
Il tentativo da parte della Ue di proseguire su questa linea programmatica è evidente sia nel primo che nel secondo pilastro: nel regolamento pagamenti diretti, infatti, sarà introdotto lo "small farmers scheme", destinato a quegli agricoltori che decidono di aderire volontariamente ad uno schema semplificato che sostituisce tutti gli altri pagamenti del primo pilastro, inclusi gli importi dell'articolo 38, che nella nuova programmazione subentrerà all'articolo 68.
In questo modo, le aziende aderenti beneficeranno di un pagamento forfetario annuale compreso tra i 500 e i 1.000 euro, a fronte, nelle intenzioni del legislatore comunitario, di procedure amministrative sensibilmente semplificate nell'accesso ai finanziamenti. Come è facile prevedere, la maggior parte delle adesioni arriverà dalle aziende di piccole dimensioni, sebbene lo schema del primo pilastro non ponga vincoli di partecipazione legati alla dimensione aziendale.
A rendere ancora più allettante l'adesione, specialmente per i più piccoli, è la prospettiva di essere esentati dal rispetto sia del greening che della Condizionalità, sebbene quest'ultima sia in buona parte costituita da normative comunitarie il cui rispetto deve essere garantito a prescindere, pena, in caso di controlli, il sanzionamento da parte delle autorità competenti. Naturalmente, non sono mancate le prime reazioni di dissenso da parte di alcuni Stati membri, i quali ritengono che queste esenzioni possano mettere a rischio l'efficacia della politica ambientale dell'Unione in ambito agricolo.
Nel regolamento Sviluppo rurale, invece, è prevista l'introduzione del concetto di "small farm" - piccola azienda agricola - la cui definizione sarà lasciata agli Stati membri, in base a criteri che saranno stabiliti dalla Commissione. In questo ambito, è importante segnalare la possibilità per gli Stati membri - le Regioni nel caso dell'ordinamento italiano - di costruire dei "sottoprogrammi tematici", costituiti da un insieme organico di misure il cui scopo è rispondere efficacemente a bisogni specifici del settore agricolo. Sebbene la bozza di regolamento Sviluppo rurale consenta teoricamente di creare sottoprogrammi ad hoc per la ristrutturazione di qualunque settore avente un impatto rilevante sullo sviluppo di una particolare zona rurale, è significativo che il sottoprogramma destinato al sostegno delle piccole aziende agricole sia uno dei quattro esplicitamente citati, insieme al sottoprogramma giovani agricoltori, al sottoprogramma zone montane e a quello filiera corta.
In più, il sottoprogramma piccole aziende agricole, insieme al sottoprogramma filiera corta, potrà beneficiare di un incremento del 10% dei massimali stabiliti dal regolamento per ognuna delle misure in esso contenute, fino ad un'aliquota cumulativa massima del sostegno che non superi il 90%.
Anche nel secondo pilastro, quindi, le istituzioni europee danno prova della propria attenzione nei confronti di quelle piccole realtà agricole che si dimostrano vitali. Lo sviluppo rurale tenderà anche a incoraggiare direttamente lo sviluppo di piccole aziende agricole sia con la misura "Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese", che include appunto aiuti all'avviamento di small farms, sia con la misura "Cooperazione", volta a sostenere i piccoli operatori, comprese quindi le aziende agricole che decidono di organizzare processi di lavoro in comune e condividere impianti e risorse. Questa stessa misura, poi, può sostenere la cooperazione di filiera, sia orizzontale che verticale, per la creazione di piattaforme logistiche a sostegno delle filiere corte e dei mercati locali - entrambi possono risultare particolarmente importanti per garantire sbocchi commerciali alle piccole realtà produttive - e per le attività promozionali a raggio locale connesse allo sviluppo delle filiere corte e dei mercati locali.
A completare il quadro si inserisce anche la misura sui servizi di consulenza, che dovrà vertere su almeno uno dei seguenti quattro elementi: la Condizionalità; il greening; la mitigazione dei cambiamenti climatici e l'adattamento ad essi, la biodiversità, la protezione delle acque e del suolo, la notifica delle epizoozie e delle fitopatie e l'innovazione; lo sviluppo sostenibile dell'attività economica delle piccole aziende agricole.
In conclusione, si può senza dubbio affermare che il progetto europeo sulla nuova Pac fa un ulteriore sforzo per valorizzare le piccole aziende agricole quali elementi qualificanti dell'agricoltura comunitaria, sia per il ruolo di presidio del territorio sia anche, attraverso gli incentivi all'aggregazione funzionale e di filiera, per rafforzare il ruolo economico finanziando progetti per migliorare la commercializzazione dei prodotti locali.

 

Christian Vincentini

PianetaPSR numero 5 - dicembre 2011