La misura agroambientale costituisce uno degli interventi più importanti e conosciuti dei Programmi di Sviluppo Rurale (PSR). Attraverso questa misura, identificata per convenzione con il codice 214, sono erogati dei pagamenti agli agricoltori che, in modo volontario e per una durata compresa tra 5 e 7 anni, sottoscrivono dei "contratti" agroambientali, ovvero si impegnano ad eseguire delle pratiche finalizzate al miglioramento dell'ambiente e del paesaggio agrario.
Le risorse destinate all'agroambiente sono ingenti e si avvicinano a 4 miliardi di euro, che rappresentano oltre il 22% della spesa pubblica complessiva assegnata ai PSR. Nelle intenzioni delle Autorità di gestione dei programmi, questa somma dovrebbe servire a finanziare oltre 220.000 contratti, per una superficie sottoposta ad impegno prossima a 2,9 milioni di ettari.
Ma come sta andando la misura 214 che, come detto, rappresenta un elemento fondamentale della strategia ambientale dello sviluppo rurale in Italia? Per dare una risposta a questo quesito, fornendo dati che siano certificati, comparabili tra i 21 PSR attivi nel nostro Paese e il più possibile aggiornati, si può fare riferimento alle Relazioni Annuali di Esecuzione (RAE), ovvero a quei documenti di monitoraggio previsti dalla regolamentazione comunitaria, che riportano numerose informazioni sull'avanzamento finanziario (risorse erogate) e sulle realizzazioni, risultati e impatti conseguiti dalle misure.
I dati ricavati dalle ultime Relazioni Annuali di Esecuzione disponibili (anno 2010) indicano che la misura agroambientale, dopo un avvio piuttosto stentato, in parte giustificato dal fatto che erano ancora attivi molti contratti sottoscritti nel precedente periodo di programmazione ma comunque inferiore alle aspettative, ha subito una forte accelerazione sia in termini di risorse spese, arrivate ormai a circa il 40% del programmato, che di beneficiari, contratti e superfici sottoposte ad impegno.
A fine 2010, il numero di soggetti beneficiari della misura 214 era infatti di quasi 66.000 unità, i contratti sottoscritti si avvicina alla soglia dei 100.000 (98.000 per la precisione) - la differenza è dovuta al fatto che uno stesso soggetto può sottoscrivere più di un contratto agro ambientale - e la superficie agricola sottoposta ad impegno prossima a 1,65 milioni di ettari: Questi valori sono ben superiori a quanto osservato nel 2009, in cui i beneficiari erano 37.000, i contratti sottoscritti 70.000 e le superfici inferiori a un milione di ettari, e fanno ben sperare sulla capacità della misura di raggiungere gli obiettivi stabiliti in sede di programmazione.
Per quello che riguarda le tipologie di intervento più significative, i dati delle RAE 2010 confermano il ruolo fondamentale dell'agricoltura biologica e di quella integrata, su cui si concentrato oltre il 60% delle superfici ed il 55% dei contratti complessivamente sottoscritti in Italia (vedi grafici).
Così le misure agroambientali hanno ingranato la marcia
L'azione a sostegno dell'agricoltura biologica, in particolare, sembra essere quella più significativa, con circa 26.000 contratti sottoscritti e 640.000 ettari di superfici sottoposte a impegno (il dato non tiene conto delle superfici in conversione), pari al 39% del totale in termini di superficie agricola e al 27% in termini di contratti. Anche l'azione a sostegno della produzione integrata riveste, pur se in misura inferiore rispetto al passato, una notevole importanza, sia per il numero di ettari sottoposti ad impegno (quasi 382.000) che per il numero di contratti (circa 27.500), mentre l'insieme di azioni raggruppate sotto la categoria "tutela del paesaggio", che comprende interventi come la tutela dei pascoli e di altre aree ad elevata valenza naturale, è caratterizzata da un numero di contratti più basso e da una superficie di oltre 330.000 ettari.
Un altro gruppo di azioni significative è rappresentato da quelle comprese nella categoria "estensificazione", per la quale sono stati sottoscritti 15.000 contratti e che sono applicate su circa 148.000 ettari. Le azioni raggruppate sotto la categoria "altro", che comunque comprendono interventi importanti come per esempio l'adozione di pratiche per la riduzione dell'erosione (inerbimento, ecc.) o di determinate rotazioni colturali finalizzate a diminuire la pressione delle pratiche agricole sull'ambiente, sono state invece oggetto di circa 9.700 contratti, per una superficie di circa 156.000 ettari.
Resta, infine, da citare l'azione a favore dell'allevamento delle razze zootecniche in via di estinzione, relativamente alla quale a fine 2010 erano stati sottoscritti oltre 6.000 contratti, per un numero pari a 105.000 unità (in termini di unità di bestiame bovino adulto - UBA).
Augusto Buglione - Stanislao Lepri
a.buglione@ismea.it s.lepri@ismea.it,
PianetaPSR numero 5 - dicembre 2011