La regionalizzazione dei pagamenti diretti rappresenta una delle più importanti novità previste dalle proposte della Commissione per la riforma Pac post 2013. Dopo una fase transitoria facoltativa, questo meccanismo - che prevede a regime nel 2019 un sostegno omogeneo per tutti i settori - segna il punto di rottura con i pagamenti storici e apre un orizzonte di grandi incertezze per il futuro. Con esso dovranno fare i conti soprattutto gli agricoltori di quei Paesi che finora non l'avevano applicata, tra cui l'Italia. Come reagiranno i diversi comparti agricoli all'applicazione di un sostegno omogeneo proposto dalla Commissione?
Confronto tra titolo storico, margine lordo e sostegno omogeneo per settore
Per dare una prima risposta a questo quesito, Inea in collaborazione con il Mipaaf, ha svolto un'indagine basata su dati Rica, assumendo come premio unico l'importo pari a 298,21 euro a ettaro (massimale finanziario, incluso il greening, ripartito sugli ettari rilevati dall'Istat). Da questa elaborazione emergono differenze rilevanti se guardiamo all'incidenza dei pagamenti diretti sui redditi delle colture, in particolare per gruppi colturali: seminativi, colture industriali, pascoli permanenti e colture permanenti.
Da un punto di vista economico, i pagamenti diretti svolgono un ruolo essenziale per la competitività delle imprese su mercati maturi, caratterizzati oggi da una concorrenza crescente. La valutazione del sostegno pubblico da erogare, e la scelta dei settori cui orientarlo, è quindi un fattore critico per sostenere le imprese affinché esse non perdano la convenienza a stare sul mercato, con conseguente abbandono della produzione. In tal senso, il sostegno omogeneo proposto dalla Commissione per il post 2013 sembrerebbe garantire una risposta efficiente in termini di sostegno al reddito unicamente per le colture estensive a seminativo, per le superfici foraggere e a pascolo permanente; fa eccezione la coltura del riso che, per il suo elevato margine lordo, risulterebbe eccessivamente penalizzata da un titolo regionalizzato di molto inferiore rispetto all'attuale livello di sostegno.
Per le principali colture industriali italiane (quali pomodoro, tabacco, barbabietola e patata), il sostegno al reddito disaccoppiato nello scenario post 2013 sembrerebbe, di contro, restituire una risposta negativa in termini di sostegno: con l'applicazione di un titolo omogeneo, difatti, diminuirebbe drasticamente l'incidenza del pagamento diretto sul reddito della coltura, con conseguente inefficacia di un pagamento poco inferiore a 300 euro.
Lo stesso discorso può valere per alcune colture permanenti tipiche del mediterraneo, in particolare oliveti e agrumeti, per le quali il titolo storico ha sempre rappresentato un sostegno efficace, costituendo una fetta consistente del margine lordo della coltura. Ugualmente, per le colture che non beneficiano oggi degli aiuti disaccoppiati, ovvero buona parte dei frutteti e vigneti, il sostegno unico non sarebbe sufficiente visto che di tratta di colture con un margine lordo molto elevato.
Da un punto di vista settoriale, dunque, il sostegno omogeneo a livello di 298 euro/ettaro non costituisce un sostegno al reddito efficace né per le colture che attualmente percepiscono livelli di titolo elevati, a causa della esiguità dei nuovi pagamenti, né per gli altri comparti produttivi, dove gli stessi pagamenti non hanno una incidenza significativa in ragione di livelli reddituali già consistenti.
Colture industriali: confronto tra titolo storico, margine lordo colturale e futuro titolo omogeneo
Colture permanenti: confronto tra titolo storico, margine lordo colturale e futuro titolo omogeneo
Forti penalizzazioni si avrebbero per la zootecnia dei bovini e degli ovini, anche per la definizione della nuova disciplina proposta in sede di Commissione, che sembra quasi aver dimenticato il settore, caratterizzandosi in un trend di aiuti basati esclusivamente sulla superficie. In particolare verrebbero meno i pagamenti diretti per gli allevamenti senza terra (salvo limitati aiuti accoppiati) che nello scenario attuale rappresentano il 50% del margine lordo.
Di fronte all'eloquenza dei numeri, è plausibile che i futuri pagamenti diretti regionalizzati possano risultare efficaci solo per determinati settori e colture. Uno sguardo d'insieme ci viene fornito dalle prime elaborazioni per settore, sintetizzate nel grafico riportato all'inizio di questo articolo; ulteriori dettagli sull'argomento saranno a breve disponibili nel documento di lavoro Mipaaf - Inea "Incidenza dei pagamenti diretti sui redditi agricoli".
Appare evidente che, per il settore dei seminativi, lo scenario non cambia radicalmente rispetto allo status quo, subendo una penalizzazione meno marcata rispetto alle colture industriali o, peggio ancora, delle colture permanenti.
Consapevoli che un ritorno a pagamenti accoppiati su larga scala non sarebbe compatibile con i vincoli degli accordi internazionali e dei regolamenti comunitari, si potrebbe pensare di rendere più efficace il pagamento disaccoppiato per il maggior numero di colture; ovvero, laddove il pagamento non è adeguato, si possono ipotizzare tre differenti livelli di sostegno per i principali gruppi colturali: seminativi, pascoli permanenti e colture permanenti, favorendo le colture più a rischio a scapito dei settori con un margine lordo non eccessivamente elevato, che non sembrerebbero soffrire del passaggio da un sostegno storico a un aiuto omogeneo.
Zootecnia: fine dei titoli speciali
La tabella fa riferimento alla scomparsa dei titoli speciali, prescindendo da eventuali futuri sostegni specifici
Pensare a tre differenti livelli del valore dei titoli potrebbe mitigare, a Wto neutro, gli effetti di un flat rate omogeneo per l'Italia; inoltre, un sostegno più mirato alleggerirebbe la pressione sugli aiuti accoppiati. Questa soluzione, da un lato renderebbe più mirato il titolo disaccoppiato, di contro però non garantirebbe un sostegno al reddito efficace per i settori che necessitano di aiuti accoppiati specifici, in particolare gli allevamenti bovini da carne, gli ovicaprini, il riso, gli oliveti, ed altre colture industriali italiane, per le quali sarebbe utile pensare a soluzioni ad hoc, verosimilmente tramite pagamenti specifici accoppiati, o vagliare misure alternative che garantiscano la sopravvivenza dei settori.
Simona Romeo Lironcurti
PianetaPSR numero - 7 febbraio 2012