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RETE RURALE EUROPEA

Patto mediterraneo a difesa della qualità

A Salonicco dibattito sulle misure 132 e 133 nelle quali i 7 Paesi hanno investito molto - Le prospettive della nuova Pac e l'ombra dell'accordo Ue-Marocco sul futuro dei mercati.
misura 132

Il 1° Febbraio 2012 si è svolto a Salonicco il primo incontro tematico tra le Reti Rurali Nazionali dei sette Paesi appartenenti all'area mediterranea. L'iniziativa, promossa su proposta della Rete Rurale Italiana, in collaborazione con la Rete e Ministero dell'Agricoltura greco, è stata dedicata ad un primo scambio di esperienze sulle misure qualità dei PSR mediterranei (nello specifico misura 132 "Partecipazione degli agricoltori ai sistemi di qualità alimentare"e misura 133 "Attività di informazione e promozione") con l'inclusione anche degli interventi per l'"Aumento del valore aggiunto della produzione agricola"(misura 123 PSR). Forti di una tradizione ed una visione comune riguardo il settore primario come comparto strategico finalizzato ad una produzione agricola di qualità, i rappresentanti delle Reti Rurali e delle Autorità di Gestione PSR, si sono concentrati sulle esperienze dell'attuale programmazione e sui principali risultati ottenuti, identificando criticità comuni e prospettive future. Innanzitutto la regione mediterranea rappresenta un "unicum" a livello mondiale nel rapporto tra spazio rurale, attività agricola e stile di vita delle popolazioni. Per secoli la pratica agricola, le tradizioni e le produzioni mediterranee hanno "costruito" uno stile di vita che ha accumunato i territori del "Mare nostrum". Questa peculiarità è stata riconosciuta dall'UNESCO che il 16 Novembre 2010 ha annunciato ufficialmente l'inclusione della "dieta mediterranea" nella lista del "patrimonio culturale immateriale dell'umanità". Non solo parole, ma un riconoscimento storico che lega il consumo dei prodotti agricoli mediterranei a specifici effetti benefici sulla salute. L'agricoltura mediterranea ha dunque tutte le carte in regola ed il giusto rango per essere portata al centro delle politiche agricole europee, perché in virtù della propria peculiarità e distinzione, avrebbe la capacità di attrarre nuovi consumatori in un mercato internazionale, spesso dominato da produzioni standard o non differenziate.

 

L'esame delle risorse programmate nei PSR dei sette Paesi mediterranei (Italia, Francia, Spagna, Grecia, Portogallo, Cipro, Malta) mostrano chiaramente una propensione verso una politica di qualità, tipicamente mediterranea, a differenza di quello che accade nel resto dell'UE. Appare chiaro dalle risorse allocate, come oggi ci sia un'Europa a due velocità in tema di qualità: due modelli agricoli con interessi diversi, se non in alcuni casi contrastanti. Una realtà che trova riscontro nei numeri. Per la misura 132 "Partecipazione degli agricoltori ai sistemi di qualità alimentare"il 68 % delle risorse impiegate in Europa sono concentrate nel solo distretto mediterraneo[1]. L'Italia è il Paese che ha maggiormente investito a livello europeo nella misura "PSR 132" con una dotazione complessiva di circa 125 milioni di Euro. Dati, questi, ancora più evidenti se si prendono in considerazione le "Attività di informazione e promozione"  intese ad indurre i consumatori ad acquistare i prodotti agricoli o alimentari tutelati dai sistemi di qualità (Misura 133 PSR). In questo caso, praticamente quasi tutte le risorse impiegate nell'UE per la misura 133, vale a dire l'85 %, sono assorbite dai soli Paesi mediterranei[2]. L'Italia è il primo Paese europeo per risorse allocate nella misura 133 con circa 165 milioni di Euro che attraverso i PSR saranno impegnati fino al 2013. Infine anche gli interventi per l'"Aumento del valore aggiunto della produzione agricola" (misura 123 PSR), vedono due Paesi mediterranei, Spagna ed Italia, in testa alla classifica europea delle risorse impiegate nelle attività di trasformazione e commercializzazione di materie prime agricole, segno evidente di quali siano i territori in cui permane ancora viva un'agricoltura realmente produttiva e capace di stare sul mercato.

misura133

In Italia molte Regioni hanno incluso le misure 132 e 133 all'interno delle strategie di progettazione integrata (Pacchetto Giovani e/o Progettazione Integrata di Filiera). Alcuni rallentamenti nell'avanzamento della spesa di queste due misure possono essere dunque ricondotti anche all'avvio delle strategie integrate che necessitano di tempi tecnici più lunghi rispetto alla gestione di una misura singola. Tuttavia l'esperienza italiana della progettazione integrata rappresenta uno degli elementi di forza del nostro sistema di sviluppo rurale. La capacità di molti operatori del settore (aziende agricole, imprese di trasformazione e commercializzazione) di mettersi insieme per partecipare ad un unico progetto di sviluppo per una stessa filiera è espressione di un sistema programmatorio avanzato, capace di concentrare le risorse pubbliche dei PSR nei settori strategici regionali. L'Italia, da quanto è emerso anche durante l'incontro di Salonicco, è quindi oggi Paese leader nel sostegno alle filiere delle produzioni di qualità e tale approccio integrato è stato molto rafforzato anche nella nuova proposta di regolamento sullo sviluppo rurale 2014-2020, presentata dalla Commissione europea il 12 Ottobre 2011 - COM(2011) 627. Nello specifico, la nuova proposta di regolamento prevede per gli Stati Membri la possibilità di inserire, all'interno dei nuovi PSR, dei "sottoprogrammi tematici" che contribuiscano alla realizzazione delle priorità dell'Unione in materia di sviluppo rurale e rispondano a specifiche esigenze riscontrate in zone di particolare importanza. In questi "sottoprogrammi tematici" soprattutto per quanto riguarda le "piccole aziende agricole", le "zone montane" e le "filiere corte",  la nuova misura che sostiene la partecipazione degli agricoltori ai sistemi di qualità (di cui art. 17 della proposta) è esplicitamente inclusa tra le misure attivabili nell'ambito di questi pacchetti e potrà quindi giocare un ruolo importante anche in futuro. (allegato III della proposta COM(2011) 627).

 

La Commissione ha quindi optato per il mantenimento di una misura simile all'attuale 132 mentre, al momento, non vi sono notizie, nella citata proposta di regolamento, di interventi per la promozione ed informazione dei prodotti tutelati dai sistemi di qualità, come l'attuale 133. Un solo riferimento alle attività di promozione è incluso nella nuova misura cooperazione (art. 36 della proposta COM(2011) 627)  ma limitato al contesto locale nel solo caso di filiere corte. I Paesi mediterranei, intervenuti a Salonicco, hanno espresso la loro preoccupazione per l'assenza nel nuovo quadro programmatorio post-2013 di strumenti adeguati alla promozione dei prodotti agricoli di qualità sui mercati europei e nazionali. Questo rischia di depotenziare le future strategie per il sistema delle filiere nei futuri pacchetti integrati. Il programma del gruppo di lavoro mediterraneo, costituito a Salonicco, ha l'obiettivo di stilare entro giugno prossimo, un documento comune in cui siano evidenziate le criticità delle misure 132 e 133 emerse in questa fase di programmazione e fornire un contributo delle Reti Nazionali anche per il dibattito in corso sul nuovo regolamento 2014-2020 in tema di qualità.
Intanto anche sulla sponda sud del Mediterraneo qualcosa si muove. Il 16 Febbraio 2012 il Parlamento europeo di Strasburgo ha dato il via libera ad un accordo commerciale per la liberalizzazione degli scambi agricoli tra Marocco ed Unione europea. L'accordo, rilancia il progetto di area di libero scambio dei prodotti agricoli nell'intero bacino mediterraneo, che era stato rallentato dai tumulti della Primavera araba, e stabilisce l'aumento delle quote di scambio per una serie di prodotti che potranno essere importati a tariffe doganali basse o pari a zero. Verrà infatti eliminato immediatamente il 55% delle tariffe doganali sui prodotti agricoli marocchini (dal 33% attuale) e il 70% delle tariffe sui prodotti agricoli dell'UE in 10 anni.
Rimangono dunque aperte molte questioni sul tavolo mediterraneo. Le produzioni comunitarie, anche quelle di qualità, sapranno reggere, nel lungo periodo, la concorrenza nel nuovo mercato globale? Prevedere quali saranno gli effetti della progressiva liberalizzazione sugli scambi non è cosa facile. L'apertura dei mercati potrebbe favorire l'esportazione verso i paesi della sponda sud di produzioni "continentali" che l'Europa commercializza molto efficacemente come cereali, latte e carni. Ma cosa succederà ai produttori delle filiere classiche mediterranee della Spagna, del Sud della Francia, dell'Italia o della Grecia? Investire solo sulla qualità dei nostri prodotti, probabilmente, non basterà più. Sarà la capacità del nostro Paese di dotarsi di un sistema logistico ed organizzativo pronto ad integrarsi con le produzioni dei paesi extra-UE che potrà fare la differenza. Scenari, questi, di un mondo che cambia che dovranno essere tenuti in considerazione anche nelle politiche di sviluppo rurale che attendono l'Italia per il 2014-2020.

 
 
 
 
 
 
[1] Misura 132 PSR. Budget totale UE (spesa pubblica) 369 Meuro di cui 252 Meuro allocati nel solo distretto mediterraneo (Italia, Francia, Spagna, Grecia, Portogallo, Cipro, Malta). Fonte Contact Point della Rete Rurale Europea.
[2] Misura 133 PSR. Budget totale UE (spesa pubblica) 358 Meuro di cui 305 Meuro allocati nel solo distretto mediterraneo (Italia, Francia, Spagna, Grecia, Portogallo, Cipro, Malta). Fonte Contact Point della Rete Rurale Europea.
Inoltre l'Italia è il primo Paese europeo per n. di prodotti DOP-IGP-STG con 231 prodotti di qualità riconosciuti dalla Unione Europea.
 
 
 
 
 
 

Riccardo Passero

 
 
 
 
 
 

PianetaPSR numero 7 - febbraio 2012