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CONVEGNO "AGRIYOU"

Giovani folli e sognatori? No, solo imprenditori

Alla nuova Pac chiedono più budget dedicato, priorità e accesso al credito per eliminare i vincoli all'ingresso. E in azienda puntano alla redditività. Sono i nuovi agricoltori europei.

Un'occasione per fare il punto sulla nuova Pac e sulle proposte di regolamento riguardanti i giovani, ma più in generale un modo per incontrare giovani agricoltori di altri paesi, aderenti al Ceja (l'organizzazione dei giovani agricoltori europei) e scambiare idee, opinioni, esperienze, stabilendo delle priorità per il futuro. Questo è stato il seminario "Agriyou", organizzato dall'Agia, l'organizzazione dei giovani della Cia, a Roma dal 20 al 22 Marzo.
Non è mancato poi il confronto con le istituzioni (presenti il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, e il Presidente della Commissione Agricoltura al parlamento europeo, Paolo De Castro) e con il mondo accademico. Un confronto che ha trovato molti punti di incontro, superando il campo della Pac, sul concetto di redditività dell'impresa. Sulla riforma Pac, comunque, era incentrato il ciclo di seminari di Agriyou, cofinanziato dalla Commissione europea-DG Agri, che ha girato l'Italia in questi mesi per mettere a confronto giovani agricoltori, addetti ai lavori,  imprenditori, agronomi e agrotecnici, studenti, giovani della città,  su temi quali la competitività dell'impresa, il ricambio generazionale, la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari, l'assetto del territorio, la tutela dell'ambiente e del paesaggio rurale. E sulle nuove proposte di regolamento Pac,  Ceja e Agia hanno espresso parziale soddisfazione, considerando molto positivo che la Commissione europea abbia accolto, nel progetto di riforma, la proposta di avere una "enveloppe" a favore dei giovani agricoltori. Gli Stati membri possono infatti destinare fino al 2% del massimale nazionale annuale al finanziamento di un pagamento supplementare a giovani agricoltori che abbiano diritto al pagamento di base. Il sostegno è concesso sotto forma di pagamento supplementare annuale per un periodo massimo di cinque anni; il suo importo è calcolato dagli Stati membri moltiplicando il 25% del valore medio dei titoli all'aiuto detenuti da tutti i beneficiari per il numero di titoli detenuti dal singolo beneficiario destinatario del pagamento supplementare, rispettando i seguenti limiti massimi del numero di titoli all'aiuto che possono essere concessi: a) 25, negli Stati membri in cui la dimensione media nazionale delle aziende agricole è inferiore o uguale a 25 ettari; b) tra 25 e un numero pari alla dimensione media nazionale delle aziende agricole, negli Stati membri in cui questa è superiore a 25 ettari.

 

A tal proposito, Ceja e Agia chiedono però che venga superato il vincolo della superficie media e che sia reso obbligatorio il livello del 2% (in realtà "a botta calda"a ottobre Il Ceja aveva chiesto esplicitamente di far salire il livello dal 2 al 3%) per tutti gli Stati membri.  Questa misura deve inoltre rimanere supplementare a quanto previsto nel Psr a favore del ricambio generazionale.  Un'altra area di insoddisfazione riguarda la definizione di agricoltore attivo; la UE dovrebbe, dicono,  definire un elenco di criteri oggettivi e tangibili a livello europeo, in base al quale gli Stati membri potrebbero definire al loro interno gli agricoltori attivi. Per quanto riguarda il secondo pilastro, Agia e Ceja hanno accolto con favore la decisione di inserire un rapporto di cofinanziamento 80/20 per le priorità, come gli aiuti all'insediamento dei giovani, e invitano il Consiglio e il Parlamento europeo ad approvare tale misura. Chiedono una semplificazione delle procedure per richiedere gli aiuti all'insediamento, spesso troppo complicate dagli elevati requisiti nazionali. Apprezzata anche la possibilità di promuovere dei sottoprogrammi per i giovani imprenditori, ma in più si chiede alla Commissione di dare una priorità ai giovani in tutti i sottoprogrammi.Agia propone poi che vengano introdotti a livello europeo due nuovi temi: affiancamento e accesso al credito. Agia ritiene che lo strumento del prepensionamento non abbia realmente consentito il ricambio generazionale e non lo vorrebbe quindi riproposto nella nuova Pac. Al suo posto, propone la misura dell'affiancamento che dovrebbe permettere, attraverso la possibilità di usare il premio di primo insediamento, di costituire società miste (giovane/anziano) o l'ingresso del giovane in società già costituite, a condizione che sia una maggioranza di giovani o che il giovane diventi capo dell'azienda.  Per l'accesso al credito si chiede il varo di un piano europeo sul credito, che aiuti il giovane nell'accesso al bene terra. Un'azione da inquadrarsi nell'ambito del Quadro Strategico Comune, per essere trasversale a tutti i Fondi di intervento. L'associazione dei  giovani della Cia si dichiara poi a favore dell'abolizione dei diritti di reimpianto dei vigneti, considerandoli vincoli inutili e aggiuntivi (su questo punto non risulta ad oggi una posizione comune delle tre maggiori organizzazioni giovanili) e per superare il sistema delle quote di produzione. L'intervento del Ministro Catania ha puntato dritto al problema: lo scarso ricambio generazionale dell'agricoltura europea (solo il 6% delle aziende sono condotte da giovani) risente di un fattore culturale (che si sta superando) e di uno economico. "Se il lavoro agricolo ha una redditività inferiore alla media" - ha affermato il ministro - è difficile, per un giovane, sceglierlo". Sulla riforma Pac il ministro ha ribadito i punti chiave della posizione italiana: sostenere la rilevanza del budget agricolo, ma la sua ripartizione tra gli Stati membri dovrà esser corretta e tener conto delle diverse realtà agricole, non fermandosi solo alle superfici. Rivolgendosi ai giovani, il ministro Catania ha voluto mandare ancore un altro importante messaggio: il vero problema  va al di là della Pac, e riguarda il rapporto con il mercato, dove bisogna aumentare la quota di valore del lavoro dell'agricoltore (ferma al 15% circa, un valore troppo basso). La scommessa, quindi, è l'aggregazione dell'offerta, la cooperazione, l'organizzazione di prodotto, forme societarie nuove. ''Il Governo- ha concluso Catania - ha fatto un primo importante passo con l'articolo 62 del decreto liberalizzazioni, ma proprio l'aggregazione dell'offerta può garantire una migliore applicazione della legge, perché conferisce maggiore forza anche al singolo per imporne il rispetto".
Un problema, quello della redditività, molto sentito dai giovani, che nel corso dell'incontro hanno avuto modo di raccontare i casi di "successo creativo" portati avanti da giovani agricoltori italiani ed europei: c'è chi con la diversificazione è riuscito a creare un polo d'aggregazione per i giovani dove sentire concerti dal vivo mentre gustano il latte, il parmigiano e il prosciutto dell'azienda; chi prende in gestione i bovini di altri allevatori nel periodo invernale, dandoli indietro in estate; chi ha creato una piccola centrale idroelettrica in azienda.  Terra, lavoro e fantasia. Ma è Chiara, giovane imprenditrice della Toscana, che riporta tutti con i piedi per terra: "Ci dicono di sognare e di essere "folli", parafrasando Steve Jobs "ma noi chiediamo solo di essere dei manager in grado di garantire redditività alla nostra azienda, e di esser formati a questo"

 
Andrea Festuccia

a.festuccia@ismea.it

 
 
 

PianetaPSR numero 8 - marzo 2012