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Innovazione, la password per l'Agricoltura 20.20

Il futuro si gioca sulla doppia sfida competitività-ambiente: da Orizzonte 2020 una dote di 4,7 miliardi - E con il PEI lo Sviluppo rurale traghetterà la tecnologia nelle aziende agricole.
budget di Orizzonte 2020 per l'innovazione

In vista della nuova programmazione 2014-2020, una delle principali potenze agricole mondiali, l'Unione Europea, lancia la propria sfida per un settore primario maggiormente competitivo e sostenibile. La linea è tracciata e gli obiettivi sono noti. La posta in gioco è alta: riuscire, nei prossimi anni, a produrre di più attraverso un uso efficiente delle risorse naturali. Legame indissolubile quindi tra incremento della produttività e rispetto dell'ambiente. Sono molti i fattori da considerare nell'immediato futuro, delineati nella Comunicazione della Commissione UE "La PAC verso il 2020[1]". Innanzitutto la domanda mondiale di derrate alimentari (e quindi pure di mangimi, fibre, biomassa e biomateriali) in forte aumento da circa un decennio, anche per via del crescente sviluppo economico di Asia ed America Latina, è destinata ad accelerare ulteriormente ed entro il 2050 e ne è previsto un aumento di circa il 70%, secondo stime FAO. A tale fenomeno dovrà necessariamente seguire un aumento dell'offerta; anche da parte dell'UE, in virtù del ruolo chiave che oggi riveste negli scambi internazionali. L'Unione è infatti uno dei principali "player"sui mercati con una quota pari al 18% delle esportazioni alimentari mondiali, per un valore annuo di 76 Miliardi di euro.
Se il sistema agricolo mondiale (ed anche europeo) non sarà in grado di rispondere alle nuove sfide in termini di maggiore produttività, gli effetti, oltre che sui mercati, potrebbero essere molto significativi anche per le relazioni internazionali. Nel medio-lungo periodo inoltre i mercati agricoli mondiali potrebbero essere caratterizzati da una grande incertezza e volatilità dei prezzi, che non lascia ben sperare[2].

L'Unione Europea dovrà necessariamente fare la sua parte. Dovrà rimanere sempre al centro dell'azione la ragione stessa della nascita della PAC: "food security" e certezza nell'approvvigionamento delle derrate alimentari per i cittadini europei. Ma non è tutto. Ci sono anche ragioni più strettamente economiche. Un settore primario forte ed in buona salute è vitale per sostenere l'agroindustria europea, che rappresenta oggi uno dei settori più vitali dell'economia UE con circa 17 milioni di addetti (pari al 7,6 % dell'occupazione totale europea) e la leadership conquistata nelle esportazioni mondiali di questo comparto.
Inoltre, aspetto prioritario, il necessario aumento della produttività dell'agricoltura europea, atteso per il 2020, dovrà tradursi effettivamente in aumento del reddito per chi coltiva la terra, grazie anche alla riduzione dei costi di impresa. Per di più, la quota di valore aggiunto destinata agli agricoltori nell'ambito della filiera alimentare si è progressivamente ridotta negli ultimi dieci anni. Bisogna ripartire quindi dal fare impresa: senza un incremento della redditività delle aziende agricole anche raggiungere la sostenibilità ecologica del "modello agricolo europeo" sarà cosa difficile. Il problema è proprio questo. Come far coesistere l'esigenza di maggiore produttività e redditività dell'agricoltura europea, entro il 2020, con un territorio naturale che è stato sottoposto negli ultimi 50 anni a sollecitazioni molto pesanti. I dati sono allarmanti.

 

Secondo la Commissione UE[3], il 45 % dei terreni europei presenta problemi di qualità del suolo, evidenziati da bassi livelli di materia organica, e quasi un quarto di essi è afflitto da un grado di erosione moderato o elevato. Circa il 40% dei terreni agricoli è esposto all'inquinamento da nitrati, con rischi per la qualità delle risorse idriche. Anche la biodiversità europea è fortemente minacciata e negli ultimi 20 anni il trend è ulteriormente peggiorato: le popolazioni di uccelli in habitat agricolo sono diminuite del 20-25 % e le farfalle comuni del 70%. Le ripercussioni economiche della perdita di biodiversità possono essere importanti. Secondo dati forniti dall'iniziativa, lanciata dalla Commissione europea, denominata "The Economics of Ecosystems and Biodiversity (TEEB)", il valore economico della conservazione della biodiversità è elevato: lo studio[4] fa riferimento, tra le maggiori criticità prese in esame, all'opera di impollinazione delle api, oggi fortemente minacciata, assegnandole un valore annuo di circa 15 miliardi di Euro[5].

Il Programma quadro di ricerca e innovazione "Orizzonte 2020"

Di fronte a queste sfide la risposta non può che essere innovazione e maggiori risorse per la ricerca in agricoltura. Per accrescere la competitività del settore primario una delle vie indicate è la riduzione dei costi: riuscire a produrre con minore utilizzo delle risorse idriche, minore impiego di energia, meno fertilizzanti (soprattutto fosforo ed azoto) e minori pesticidi. Inoltre un migliore stato dei suoli europei, risorsa essenziale per la produzione agricola, rappresenta secondo la Commissione[6], un elemento attraverso il quale sarà misurato il successo o il fallimento dell'adozione, entro il 2020, di modelli di produzione più sostenibili.

É con questo spirito che il 30 novembre scorso, la Commissaria europea alla ricerca e l'innovazione Máire Geoghegan-Quinn ha presentato a Bruxelles "Orizzonte 2020" il nuovo quadro strategico europeo per la ricerca e per l'innovazione in Europa[7]. "Orizzonte 2020" mette a sistema tutti gli strumenti europei per la ricerca attualmente operanti nel periodo 2007-2013: il 7° Programma Quadro per la Ricerca (FP7), il Programma Quadro di Competitività ed Innovazione (CIP) e l'Istituto Europeo per l'Innovazione e la Tecnologia (EIT).
Forte di una dotazione complessiva di circa 87.7 Miliardi di Euro, circa 26 Miliardi in più rispetto al 2007 - 2013 (segno di un chiaro orientamento strategico), il nuovo pacchetto di misure dedicherà due terzi delle risorse alla ricerca applicata ed all'innovazione, mentre un terzo riguarderà la ricerca accademica.
Il Budget stanziato per "Orizzonte 2020" è quindi ripartito in 3 priorità principali alle quali l'Unione affida la propria iniziativa.
Il Pilastro dell'"Eccellenza scientifica" con una dotazione finanziaria di 27.8 Miliardi di Euro, prevede interventi volti a favorire lo sviluppo delle scienze di base e per consolidare lo "Spazio europeo della ricerca" al fine di rendere il sistema UE il più competitivo su scala mondiale.
La Priorità "Leadership industriale" mira ad accelerare lo sviluppo delle tecnologie e delle innovazioni a sostegno delle imprese, per aiutare, in particolare, le PMI europee a divenire soggetti economici di rilevanza internazionale (dotazione di 20.2 Miliardi di Euro).
Infine l'ultima sezione è dedicata alle "Sfide per la società" (dotazione di 35.8 Miliardi di Euro) ed affronta direttamente le priorità politiche e le sfide sociali identificate nella strategia "Europa 2020"[8] orientando gli sforzi di ricerca per conseguire gli obiettivi politici dell'Unione. All'interno di questa sezione è incluso uno specifico sostegno ai temi agricoli che beneficeranno complessivamente di una dotazione di circa 4.6 Miliardi di Euro.

Le attività di ricerca che si intendono finanziare in campo agricolo sono particolarmente ambiziose.
Le azioni in tema di "Agricoltura e silvicoltura sostenibili" hanno come finalità un uso efficiente delle risorse, a basse emissioni di carbonio e con una maggiore produttività, sviluppando al tempo stesso servizi, idee e nuove politiche per la popolazione rurale. In ambito "Agroalimentare" le attività di ricerca si concentreranno su prodotti alimentari maggiormente sani e sicuri, che utilizzino metodi di trasformazione alimentare con minore impiego di risorse e che producano meno rifiuti, sottoprodotti e/o gas ad effetto serra. Infine per quanto riguarda la "Bioindustria", obiettivi sono la maggiore efficienza, le basse emissioni di carbonio, la trasformazione dei processi e dei prodotti industriali convenzionali in prodotti e processi biologici, lo sviluppo di bioraffinerie che utilizzino biomassa, rifiuti biologici, biotecnologici e sottoprodotti derivati dalla produzione primaria.
Le azioni di "Orizzonte 2020" si suddividono, tra l'altro, in azioni "dirette" ed "indirette". Le azioni di ricerca "dirette" sono avviate dal "Centro Comune di Ricerca" della Commissione europea (JRC).
Probabilmente di particolare interesse per il sistema nazionale della ricerca, saranno le azioni di ricerca "indirette"[9]. Esse possono essere realizzate beneficiando di un finanziamento, dai soggetti stabiliti in uno Stato membro o in un Paese associato o costituiti a norma del diritto dell'Unione, da tutte le organizzazioni internazionali di interesse europeo ed infine da soggetti stabiliti in un Paese terzo individuato nel programma di lavoro. Per la partecipazione alle "azioni indirette" tramite "sovvenzioni" si applicano le seguenti condizioni: ad un'azione dovranno partecipare almeno tre soggetti giuridici; ognuno di essi deve essere stabilito in uno Stato membro (o un Paese associato); in nessun caso due di questi soggetti possono essere stabiliti nello stesso Stato membro (o Paese associato); infine, tutti e tre i soggetti devono essere indipendenti l'uno dall'altro. Altre forme di finanziamento saranno gli "appalti pubblici", i "premi" e gli "strumenti finanziari".
Le proposte di ricerca saranno valutate sulla base dei seguenti criteri di aggiudicazione: eccellenza; impatto; qualità ed efficienza di attuazione[10].

Gli strumenti per la ricerca, dunque, sono stati presentati e sono ulteriormente rafforzati dalla Commissione europea per il settennio 2014-2020. La partita da giocare è ora sul versante nazionale dove sarà fondamentale lavorare attentamente anche nella fase di "pre-sviluppo" dei progetti di ricerca, al fine di assicurare l'aderenza con le necessità e le priorità nazionali, evitando una possibile frammentazione delle proposte, nonché puntando su programmi dotati della necessaria "massa critica".

Il contributo dello sviluppo rurale per l'innovazione 

La politica di sviluppo rurale (II pilastro della PAC) avrà invece un compito fondamentale: sarà il ponte tra ricerca e mondo delle imprese.
I nuovi PSR avranno la missione di promuovere il trasferimento delle conoscenze e dell'innovazione, per collaudare ed applicare nelle aziende agricole/forestali i risultati della ricerca di"Orizzonte 2020" (inclusi i risultati della ricerca europea e/o nazionale dell'attuale periodo di programmazione) in termini di pratiche, processi, tecnologie, servizi e prodotti innovativi.

Il nuovo "Partenariato Europeo in materia di produttività e sostenibilità dell'agricoltura" (qui denominato PEI) sarà una delle grandi novità della nuova politica di sviluppo rurale per il 2014-2020[11].
La Commissione intende, attraverso questo strumento, rimuovere uno dei frequenti ostacoli ai processi innovativi: la distanza tra i risultati della ricerca e l'adozione di nuove pratiche/tecnologie da parte degli agricoltori, delle imprese e dei servizi di consulenza. "Spesso le nuove metodologie impiegano, infatti, troppo tempo per arrivare sul terreno ed i bisogni pratici degli agricoltori non sono comunicati in modo sufficientemente efficace alla comunità scientifica: ne consegue che l'applicazione pratica di innovazioni importanti non avviene su scala sufficientemente ampia e settori di ricerca promettenti non sempre ricevono l'attenzione che meriterebbero", secondo la Commissione[12].
Per superare questo gap strutturale, l'Unione mette in campo uno dei principi ispiratori delle politiche rurali dell'ultimo ventennio: la progettazione guidata "dal basso".
La proposta è fortemente innovativa e prevede la costituzione di "Gruppi operativi" su tematiche di interesse comune che dovranno mobilitare intorno allo stesso progetto di "spin-off" per il trasferimento dell'innovazione (nelle fasi di "sviluppo", "collaudo" ed "applicazione") soggetti diversi quali: agricoltori, consulenti, imprenditori, ricercatori, ONG.
La progettazione avverrà dunque dal basso. Ogni Gruppo Operativo avrà il compito di elaborare un piano che descriva il progetto innovativo da realizzare e soprattutto i risultati ed il concreto contributo della loro iniziativa per l'incremento della produttività in agricoltura, attraverso una gestione maggiormente sostenibile delle risorse[13].
Il nuovo FEASR contribuirà direttamente, finanziando, tramite la nuova misura cooperazione[14], la costituzione, la gestione, la programmazione (inclusi studi propedeutici, animazione e divulgazione dei risultati), nonché le iniziative dei "Gruppi operativi".

In base alla recente comunicazione della Commissione[15], i settori prioritari, in cui i "Gruppi operativi" potranno avviare le proprie azioni innovative, sono al momento cinque:
*         l'incremento della produttività agricola attraverso un uso più efficiente delle risorse naturali, inclusi progressi sul fronte della difesa fitosanitaria integrata ed il controllo biologico delle fitopatie/parassiti;
*         soluzioni innovative a sostegno della bioeconomia, con particolare riguardo alla bioraffinazione, il riciclaggio e l'uso intelligente della biomassa derivante da materiali di scarto delle colture, delle attività forestali e dei rifiuti alimentari, oltre ad alcuni interventi nella selezione genetica;
*         sviluppo di servizi ecosistemici e sistemi agroecologici integrati come la valorizzazione della biodiversità dei suoli, il sequestro del carbonio, la ritenzione di acqua, la stabilità e la resilienza dell'ecosistema e le funzioni di impollinazione, inclusi una migliore gestione dei terreni, nuovi sistemi agroforestali, conservazione degli ecosistemi e l'aumento della diversità genetica in agricoltura;
*         diffusione di prodotti e servizi innovativi per la catena integrata di approvvigionamento, con particolare riguardo all'innovazione gestionale che permetta agli agricoltori di rafforzare il loro ruolo nella filiera, ad esempio nell'ambito di organizzazioni di produttori e tramite filiere corte, oltre alla possibilità di attivare sistemi di monitoraggio efficaci dei residui presenti nei prodotti alimentari (ad. es. pesticidi);
*         infine, interventi nella qualità e sicurezza degli alimenti e stili di vita sani, attraverso l'elaborazione di nuovi "schemi di qualità alimentare" o "benessere degli animali", incluso lo sviluppo del potenziale commerciale della biodiversità (ad. es. il potenziale delle piante medicinali come fonte di materia prima), l'uso di ingredienti sani nei prodotti (ad. es. latte o olio con l'aggiunta di acidi grassi omega 3) ed infine lo sviluppo di migliori imballaggi per i prodotti alimentari.

Le esigenze di una regia di collegamento

Come ricorda la Commissione[16],  l'iniziativa PEI deve contribuire al raggiungimento degli obiettivi di "Europa 2020"[17] per una "crescita intelligente, sostenibile e solidale". Le attività dei "Gruppi operativi" oltre ad innestare nuove tecniche ed approcci economici nelle aziende agricole/forestali, saranno fondamentali anche per informare la comunità scientifica sui nuovi fabbisogni di ricerca del settore agricolo. Un ruolo di cerniera, fondamentale per la buona riuscita dell'iniziativa, sarà svolto dalla nuova Rete PEI, istituita a livello comunitario, la quale, tra i suoi vari compiti[18], avrà anche quello di comunicare tempestivamente al mondo dei "Gruppi operativi" i risultati della ricerca maturati nel contesto del quadro strategico "Orizzonte 2020", supportando l'implementazione degli interventi innovativi e tenendo i rapporti con la comunità scientifica.
La nuova Rete Rurale Nazionale, che tra le sue priorità avrà la funzione di "promuovere l'innovazione nel settore agricolo[19]", dovrà invece sostenere la ricerca partner per la nuova misura cooperazione (art. 36), inclusi i nuovi "Gruppi operativi". Attività, questa, strategica per incentivare, nel territorio nazionale, progetti con la necessaria "massa critica" e per informare i soggetti interessati (in particolare imprese e distretti) circa le possibilità, in termini di maggiore competitività, generate dalle azioni innovative.  Un aspetto, decisivo, infatti per il successo dell'iniziativa PEI sarà la mobilitazione del settore privato e delle imprese agricole, che dovranno sfruttare le possibilità di incremento della redditività e crescita sostenibile, offerte dai nuovi settori e dalle nuove tecniche.

Il quadro presentato dalla Commissione è molto ambizioso. Sicuramente gli obiettivi sono strategici, l'approccio presentato per i "Gruppi operativi" è d'avanguardia ma la governabilità del sistema non è semplice. Vi sono molti interrogativi aperti sulle modalità di funzionamento della strategia PEI, soprattutto in relazione alla necessità di trasformare, effettivamente, i "Gruppi operativi" in soggetti capaci di innescare processi di sviluppo con obiettivi misurabili, piuttosto che nuovi partenariati semplicemente indirizzati a chiedere dei finanziamenti. Inoltre i costi amministrativi, che dovranno sostenere le Autorità di Gestione e gli Organismi Pagatori, potrebbero essere consistenti, soprattutto per le attività di selezione, pagamento, monitoraggio e controllo. Questo rischia di depotenziare il valore aggiunto dell'iniziativa PEI, anche in termini di costi/benefici.
Intanto Bruxelles anticipa: sarà elaborato, a breve, un "piano strategico di attuazione" che, insieme al costituendo "Comitato direttivo PEI" presso la Commissione, darà indicazioni operative sulle modalità con cui conseguire gli obiettivi. Finalità della recente Comunicazione della Commissione è anche quella di iniziare a stimolare un dibattito all'interno degli Stati Membri[20]. In vista della nuova programmazione 2014-2020, anche il sistema di sviluppo rurale italiano dovrà essere pronto a definire con chiarezza i settori di intervento prioritari, i meccanismi di collegamento con il mondo della ricerca nazionale e le regole di funzionamento che possano permettere alle aziende agricole italiane di investire nei settori con le maggiori potenzialità di crescita. Ed ai cittadini di beneficiare di un'agricoltura più sostenibile.
 

Riccardo Passero


[1]"La PAC verso il 2020". COM (2010) 672
[2]"La PAC verso il 2020". COM (2010) 672
[3]Comunicazione relativa al Partenariato europeo per l'innovazione (PEI) "Produttività e sostenibilità dell'agricoltura".COM (2012) 79 del 29 Febbraio 2012.
[4]EU Initiative TEEB Volume 1. Ottobre 2010  "The Economics of Ecosystems and Biodiversity: Ecological and Economic Foundations"
[5]Comunicazione relativa al Partenariato europeo per l'innovazione (PEI) "Produttività e sostenibilità dell'agricoltura". COM (2012) 79 del 29 Febbraio 2012.
[6]Comunicazione relativa al Partenariato europeo per l'innovazione (PEI) "Produttività e sostenibilità dell'agricoltura". COM (2012) 79 del 29 Febbraio 2012.
[7]Comunicazione sul Programma quadro di ricerca e innovazione "Orizzonte 2020" COM(2011) 808  - Proposta di decisione COM(2011) 811 - Proposta di regolamento COM(2011) 809.
[8]EUROPE 2020 A strategy for smart, sustainable and inclusive growth. COM(2010) 2020.
[9]Proposta di Regolamento che stabilisce le regole di partecipazione e di diffusione nell'ambito del programma
quadro di ricerca e di innovazione "Orizzonte 2020" (2014-2020). COM(2011) 810.
[10]Proposta di Regolamento che stabilisce le regole di partecipazione e di diffusione nell'ambito del programma
quadro di ricerca e di innovazione "Orizzonte 2020" (2014-2020). COM(2011) 810.
[11]Proposta di Regolamento sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo
rurale (FEASR). COM(2011) 627.
[12]Comunicazione relativa al Partenariato europeo per l'innovazione (PEI) "Produttività e sostenibilità dell'agricoltura"COM (2012) 79 del 29 Febbraio 2012.
[13]Art. 63, Proposta di Regolamento sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR). COM(2011) 627.
[14]Art. 36, Proposta di Regolamento sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR). COM(2011) 627.
[15]Comunicazione relativa al Partenariato europeo per l'innovazione (PEI) "Produttività e sostenibilità dell'agricoltura"COM (2012) 79 del 29 Febbraio 2012.
[16]Communication, Europe 2020 Flagship Initiative : "INNOVATION UNION", COM (2010) 546.
[17]In particolare tra gli Obiettivi che l'Unione Europea si è data entro il 2020, ricordiamo: innalzamento al 75% del tasso di occupazione (per la fascia di età compresa tra i 20 e i 64 anni);  aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo al 3% del PIL dell'UE; riduzione delle emissioni di gas serra del 20% (o persino del 30%, se le condizioni lo permettono) rispetto al 1990; ottenimento del 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili ed aumento del 20% dell'efficienza energetica. EUROPE 2020 A strategy for smart, sustainable and inclusive growth. COM(2010) 2020.
[18]Art. 53 Proposta di Regolamento sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR). COM(2011) 627.
[19]Art. 55 Proposta di Regolamento sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR). COM(2011) 627.
[20]Comunicazione relativa al Partenariato europeo per l'innovazione (PEI) "Produttività e sostenibilità dell'agricoltura"COM (2012) 79 del 29 Febbraio 2012.
 
 
 
 

PianetaPSR numero 8 - marzo 2012