PianetaPSR
Energie RINNOVABILI/1

Agroenergie, corsia preferenziale per gli agricoltori

Dal biogas alle biomasse si punta alla produzione diffusa con impianti di piccole dimensioni - Tariffe differenziate e bonus, sottoprodotti e digestato: così cambia la mappa degli incentivi

Il Governo italiano intende puntare sulle energie rinnovabili superando in maniera significativa gli obiettivi europei al 2020 passando cioè dal 26% al 32-35% del consumo nel settore elettrico, ma evitando al contempo un forte incremento in bolletta per gli italiani. In tal modo ci sarebbe un avvicinamento ai livelli europei di incentivi unitari, pur rimanendo al di sopra degli altri Paesi, ma con graduale accompagnamento verso la competitività, orami nota come "Grid parity". Stabilizzando l'incidenza degli incentivi sulla bolletta, si produrrebbe una riduzione di spesa di circa 3 miliardi di euro all'anno rispetto al costo inerziale che si sarebbe raggiunto con il precedente regime di incentivi.Ulteriore obiettivo è creare il mix verso le tecnologie, in modo da avere ricadute positive sulla filiera economica del Paese e maggiore contenuto di innovazione.La finalità è quella di porre le basi per uno sviluppo ordinato e sostenibile del settore, attraverso meccanismi di competizione (aste) e governo dei volumi (registri)In questo contesto, verrà emanato il Decreto Ministeriale (Ministero dello Sviluppo Economico, in concerto con il ministero dell'Ambiente e il ministero delle Politiche agricole) attuativo dell'art. 24 del D.Lgs 28/2011 che ridefinisce il Sistema incentivante per le rinnovabili elettriche.
I punti salienti possono essere così riassunti:

 
 

La remunerazione dell'energia prodotta a confronto

livelli di incentivo convergenti verso media UE) €/MWh, valori normalizzati
1 Valori normalizzati a 20 anni e alle ore di producibilità italiane (aggiornati a gennaio 2012). Le forchette sugli incentivi sono dovute alla possibilità di aggiungere premi in base a tecnologia e natura e provenienza della fonte

Le ricadute sul settore agricolo
Di particolare interesse sono le previsioni per il settore agricolo, per il quale si prevedono innanzitutto una tariffa differenziata per taglia di impianto, per tipologia (biogas o combustione di biomasse) e per fonte di approvvigionamento (prodotti, sottoprodotti, rifiuti). Per gli impianti a biomasse e biogas di potenza non superiore a 1Mw alimentati a sottoprodotti, è possibile mantenere la tariffa anche utilizzando una percentuale non superiore al 30% di prodotti. La promozione nell'utilizzo dei sottoprodotti delle filiere agricole, agroalimentari e forestali rispetto agli impianti alimentati a sole colture dedicate. Vi è una priorità di accesso agli incentivi per gli impianti di proprietà di imprese agricole e di piccola dimensione (produzione diffusa). Promozione di comportamenti virtuosi con ricadute di interesse agricolo, attraverso specifici criteri di accesso ai "bonus".
In particolare, per gli impianti a biogas sono state introdotte una taglia di potenza compresa tra 1-300 kW e una tra 300-600 kW con l'obiettivo di venire incontro alle esigenze del settore agricolo. Tra l'altro, è previsto un differenziale tra le tariffe a vantaggio degli impianti alimentati da sottoprodotti rispetto a quelli realizzati con colture dedicate. Ulteriori bonus possono essere cumulati alla tariffa base qualora vi sia uno sfruttamento dell'energia termica ottenuta nel corso del processo di produzione. Tale bonus  è incrementato in caso di rimozione di azoto nel digestato, tema assai caro all'agricoltura.
Riguardo agli impianti a biomasse è stata introdotta una taglia fino a 300 kW, di particolare interesse per il settore forestale e per le potature delle colture arboree, in particolare, per gli impianti a biomasse superiori a 1 Mw, l'utilizzo di biomasse dedicate è stato limitato, riducendo la tariffa base e prevedendo una serie di bonus (riduzione emissioni e particolato, produzione in filiera) fortemente selettivi. Anche per questi impianti, possono essere aggiunti alla tariffa base dei bonus legati ad ulteriori aspetti, come lo sfruttamento dell'energia termica ottenuta nel corso del processo di produzione e un incremento qualora il calore cogenerato sia utilizzato per il teleriscaldamento.
Nel decreto sono stati fissati dei contingenti annuali di potenza installabile, suddivisi per fonte (per il triennio 2013-2015, per biogas e biomasse 145 Mw/anno). Per poter accedere a tale contingente, è stata prevista una griglia di priorità per il settore agricolo: impianti di dimensione ridotta (inferiore 600 kW) e che siano di proprietà di aziende agricole e impianti alimentati a sottoprodotti.
Concludendo, si può affermare che in termini economici, il quadro tariffario definito consente di destinare a "biogas e biomasse" un controvalore annuo di 1 miliardo di euro, per un ammontare complessivo nei20 anni di durata dell'incentivo di complessivi 20 miliardi di euro nominali e 15,8 miliardi di euro attualizzati (Van al 2,5%).
Inoltre, come si è visto, con questo decreto  l'azione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, ha assicurato priorità di accesso a tali incentivi per le imprese agricole. Ora tocca a loro cogliere tali opportunità (orientamento ai sottoprodotti, piccoli impianti, accesso al registro già nel primo bando 2012) prima che lo facciano investitori esterni al settore ,ovvero che rimanga inutilizzato parte del plafond.

 

 
Annalisa Angeloni


 
 
 

PianetaPSR numero 10 - maggio 2012