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Riforma PAC

Budget Ue, una complicata partita a scacchi

Il punto sul negoziato sulle prospettive finanziarie  con il solito braccio di ferro tra "rigoristi" e sostenitori di una Pac più ambiziosa - Tra le novità una riserva speciale per le crisi

Pausa estiva, tempo di bilanci e chiarimenti sul futuro Quadro finanziario pluriennale (Qfp) post 2014-2020. Un tema comune, riproposto in più occasioni dal Parlamento europeo e dagli Stati membri riguarda la sequenza dei negoziati: la nuova Pac sarà approvata solo dopo il compromesso sul quadro finanziario pluriennale.
In proposito. la Presidenza danese per facilitare i lavori ha lasciato in dote alla Presidenza cipriota una negotiating box, con le tabelle che dovranno essere compilate con i dati di bilancio e di ripartizione al fine di giungere ad un accordo entro il mese di dicembre 2012. In generale, alcune posizioni sono ancora distanti e molti osservatori vedono la Presidenza irlandese nel I semestre 2013 come un interlocutore chiave per chiudere l'accordo.
Mentre il negoziato va avanti, la Commissione Europea il 6 luglio 2011 ha aggiornato la proposta sul quadro finanziario pluriennale con le cifre relative all'ingresso della Croazia nell'Unione a 28. Si tratta di un'allocazione di 458 milioni di euro nella rubrica II relativa all'agricoltura.
E' utile ricordare alcune differenze tra la Pac e il Qfp. Infatti, le nuove regole del Trattato di Lisbona prevedono che il quadro finanziario pluriennale, che fissa gli importi dei massimali annui degli stanziamenti per impegni per categoria di spesa e del massimale annuo degli stanziamenti per pagamenti, sia adottato con regolamento del Consiglio all'unanimità.
Diverso è il caso dei regolamenti della Pac che sono adottati a maggioranza dal Consiglio e dal Parlamento in procedura di codecisione.
Nel Qfp trovare da un lato il giusto equilibrio tra una rigorosa disciplina di bilancio e la prevedibilità della spesa e, dall'altro, la flessibilità necessaria a consentire all'Unione di rispondere a eventi imprevisti, sarà sempre un esercizio politico difficile.

tabella. Quadro finanziario pluriennale 2014-2020

La Commissione propone miglioramenti mirati, ma limitati alle disposizioni esistenti in materia di flessibilità. Ovvero, nella proposta si aumentano gli importi massimi disponibili ogni anno sia per lo strumento di flessibilità che per l' Ear (riserva per gli aiuti d'urgenza). Inoltre, la possibilità di usare negli esercizi finanziari successivi le quote inutilizzate degli importi annuali massimi viene estesa all'anno n+3 per lo strumento di flessibilità e introdotta per la prima volta, fino all'anno n+1, per la riserva per gli aiuti d'urgenza (quest'ultima previa introduzione di una disposizione nel regolamento finanziario).
Data la vulnerabilità del settore agricolo alle grandi crisi, si propone come novità una nuova riserva speciale per le crisi del settore agricolo, con un importo annuo di 500 milioni di euro da attivare oltre i limiti dei massimali del quadro finanziario. La procedura di attivazione di questa riserva è identica a quella per il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione. Le disposizioni dettagliate concernenti il diritto a ricevere assistenza da questo Fondo saranno stabilite nel relativo atto giuridico.
Completando il quadro sul negoziato, durante i lavori si sono formati diversi gruppi. Un gruppo di 10 Stati membri contributori netti al bilancio della Ue (Austria, Danimarca, Finlandia, Francia, Italia, Germania, Olanda, Svezia, Repubblica Ceca, Gran Bretagna) i quali vogliono ridurre il quadro finanziario di circa 100 miliardi di euro, fissandolo all'1% del Pil europeo anziché 1,11%. Dall'altro lato gli amici della Coesione, tra i quali i nuovi Stati membri insieme a Grecia, Spagna e Portogallo, tutti grandi beneficiari di questo tipo di fondi e, inoltre, in una situazione economica di crisi.
All'interno di questi due blocchi ci sono delle posizioni trasversali e conservative in favore della Pac di Stati membri come Francia, Spagna, Irlanda, Belgio, Germania, Austria e Italia, tutti beneficiari netti con un importante settore agricolo, insieme a Romania, Bulgaria ed Ungheria interessati a mantenere una rubrica agricola ambiziosa.
Sebbene prevedere l'esito di un negoziato non sia mai semplice, ci sono dei segnali che fanno prevedere la scelta di un budget europeo leggermente inferiore a quello attuale o al massimo pari a quello proposto dalla Commissione, di certo non più ambizioso. Probabilmente a farne le spese saranno le politiche della competitività e meno la rubrica agricola. Molti contributori netti difendono in termini nominali i massimali del I pilastro, in gran parte pagamenti diretti, e probabilmente la distribuzione delle risorse del I pilastro sarà vicina alla proposta della Commissione, salvo piccoli aggiustamenti. Tuttavia le perdite di alcuni Stati membri potrebbero essere parzialmente compensate dai fondi del II pilastro.

 
 
 

Francesco Tropea

PianetaPSR numero 12 - luglio-agosto 2012