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TERREMOTO

Sos da Mantova: "anche da noi aziende in ginocchio"

Silenzio dei media e pochi aiuti: un migliaio di aziende denunciano  danni per oltre 240 milioni -  E con le stalle fuori uso strutture mobili per la mungitura del latte per il Parmigiano

Relegata nel cono d'ombra dell'informazione dai media,  che accendono i riflettori esclusivamente sul «terremoto in Emilia», in secondo piano anche nella scala degli aiuti finanziari stilata dai diversi livelli istituzionali, anche Mantova fa i conti con il terremoto e la lista dei danni in agricoltura.
Una prima stima dei danni provocati dal sisma per la terra di Virgilio è di 670 milioni di euro; un conto approssimato per difetto, visto che non tiene conto dei 7.100 edifici crollati o lesionati. E come in Emilia, anche per l'agricoltura mantovana il bollettino delle perdite economiche è molto lungo, con cifre che complessivamente superano i 240 milioni, ripartiti fra agricoltura (116 milioni e 849 aziende colpite) e agroalimentare (124,5); dato, quest'ultimo, che comprende ben 80 milioni di euro di perdite per Grana padano e Parmigiano reggiano, che lasciano a terra oltre 460mila forme.
La sola Latteria sociale Mantova ha perso nel crollo delle scalere più di 120mila "ruote" di Grana padano. Compagni di sventura sono altri 26 stabilimenti agroalimentari: caseifici, anzitutto, ma anche cantine e latterie. Danni anche a quattro consorzi di bonifica - Burana, Emilia Centrale, Terre dei Gonzaga e Navarolo - per un ammontare di 39 milioni di euro.
«Il sisma ha colpito un'area che interessa oltre il 51% delle imprese agricole a livello provinciale, con un'incidenza della Sau del 46%», riassume Paolo Carra, presidente di Coldiretti. Lacerata anche la zootecnia, seppure in misura minore: una ventina di allevamenti da latte devono fare i conti con l'inagibilità totale o parziale delle stalle. Ma alcune di queste aziende, situate nel comprensorio del Parmigiano reggiano, devono sopravvivere con strumentazioni di mungitura mobili e non hanno avuto il via libera dal Consorzio di tutela di trasferire la mandria nelle strutture messe a disposizione dall'Associazione mantovana allevatori, situata nel distretto del Grana padano. E questo nonostante fosse stato assicurato l'impiego di foraggi aziendali e non di insilati. L'ente di viale Kennedy a Reggio Emilia, quartier generale del Consorzio del Parmigiano, si è mostrato inflessibile.
Nel complesso, al di là dell'immediatezza dei numeri, lo scenario è alquanto preoccupante, perché accanto ai crolli di case, chiese, aziende e certezze, la popolazione mantovana terremotata fa i conti con anche con episodi esecrabili di sciacallaggio. «Non sono risparmiate nemmeno le batterie dei trattori o il carburante agricolo», denuncia Marco Speziali, presidente di Apima Mantova, realtà che al momento è esclusa da ogni attenzione, nonostante i quattro milioni di euro di danni censiti.
Nella tragedia, non manca qualche notizia positiva.  La Latteria S. Maria Formigada, terza realtà cooperativa per la produzione di Grana padano in provincia di Mantova, riuscirà a coprire i danni del terremoto. «Sono cadute 8mila forme, delle quali 300-400 irrecuperabili, oltre al crollo delle scalere, che abbiamo dovuto rimpiazzare  - riassume il residente, Isalberto Badalotti -. Ma lo scorso dicembre abbiamo esteso la copertura assicurativa anche agli eventi da catastrofi». Dei 3 milioni di danni complessivi, il 50% è già stato saldato dall'assicurazione.

 
 

Mario Cariello

 

PianetaPSR numero 12 - luglio e agosto 2012