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ENERGIE RINNOVABILI

Psr, rimpasto finanziario da 530 milioni di euro

Le regioni accelerano la redistribuzione dei fondi per migliorare qualità e quantità della spesa: investimenti aziendali e indennità compensative fanno il pieno, perdono quota agro ambiente e Leader
tabella1. Rimodulazioni finanziarie per Asse primo semestre 2012

Utilizzare i fondi strutturali per battere la crisi; il rilancio della crescita e dell'occupazione passa attraverso il rafforzamento del bilancio Ue in un'ottica di maggiore coesione e responsabilità.
In questi giorni sembra cambiato l'orientamento generale,  tutto di matrice tedesca, di ridurre il bilancio Ue per la prossima programmazione economica 2014-2020 in nome del principio di austerity generale in tempo di crisi, che inevitabilmente avrebbe coinvolto il budget agricolo visto il suo peso specifico all'interno del bilancio comunitario. A ben guardare, i fondi strutturali rappresentano uno dei pochi strumenti attualmente a disposizione per creare crescita ed occupazione senza pesare sui bilanci nazionali già in sofferenza per il continuo aumento dello spread che rende sempre più oneroso il rifinanziamento sul mercato obbligazionario.
La strategia Europa 2020, erede di quella di Lisbona del 2000, aveva come obiettivo il rilancio dell'economia dell'occupazione e la competitività dei Stati membri. Purtroppo, molti provvedimenti presi in questi anni non hanno avuto finora quell'impatto atteso sull'economia e l'occupazione.
Il punto di svolta è la qualità della spesa, elemento fondamentale per creare crescita anche con un budget limitato e moltiplicare così gli effetti benefici sul territorio. Il metodo della riprogrammazione dei fondi, introdotto dal ministro Barca, si è rivelato talmente efficace da essere preso come modello a livello europeo: il patto per la crescita, approvato a fine giugno da Bruxelles, invita tutti gli Stati membri a riprogrammare le risorse al fine di concentrare le risorse su interventi per la crescita e l'occupazione.
Allo stesso modo nel comparto agricolo si fa sempre più strada l'idea che nel processo di applicazione del criterio per ettaro della nuova Politica agricola comune si  dovrà tener conto anche della capacità delle aziende agricole di creare lavoro ed occupazione; trasformando in questo modo la nuova PAC in una vera politica per l'occupazione.
Criterio occupazionale previsto, inoltre, nei criteri di riparto dei fondi per lo sviluppo rurale dove nei vari scenari di ripartizione ipotizzati si prende come riferimento anche il numero di occupati e la produttività del lavoro in agricoltura.
La riprogrammazione dei fondi ha interessato negli ultimi 12 mesi anche l'attuazione dei programmi di Sviluppo rurale 2007-2013, sull'onda dell'estrema volatilità ed incertezza del contesto economico.
Dal secondo semestre del 2011 fino a oggi le regioni hanno proceduto ad effettuare numerosi aggiustamenti nei propri Piani finanziari al fine di calibrare al meglio le risorse all'interno del Psr, facendo attenzione a non stravolgere gli obiettivi prioritari fissati ad inizio programmazione.

 

Complessivamente sono state spostate risorse per circa 530 meuro, importo pari all'ammontare finanziario di un Psr di una regione di media grandezza. Spostamenti che, ovviamente, si sono poi compensati all'interno degli assi con misure che hanno guadagnato risorse ed altre che hanno, invece, subito tagli anche consistenti in un'ottica di tiraggio della spesa.

tabella2. Rimodulazioni per misura

Complessivamente l'Asse che riceve più risorse in questa fase della programmazione è l'Asse 1 con circa 96 meuro di risorse stornate a suo favore.  La regione Veneto trasferisce a tale asse 65 meuro togliendoli in buona parte dall'Asse 2 e dall'Assistenza Tecnica.
Segue la Basilicata con 35 meuro stornati dall'asse 2 a favore dell'asse 1 e la Toscana che sposta dall'Asse 3 e Leader risorse per assegnarle all'asse 1 (30 meuro circa).
In controtendenza la Sardegna che toglie 48 meuro dall'Asse 1 per destinarli in gran parte all'asse agro-ambientale.
L'Asse 2 complessivamente a livello nazionale perde circa 35 meuro. Segue l'Asse Leader con 32 meuro di risorse stornate verso altri assi viste le difficoltà che sta incontrando nell'attuazione degli interventi. L'Assistenza tecnica, infine, cede un ammontare rilevante di fondi pari a 46 meuro. 
Nel dettaglio la misura 121, ammodernamento delle aziende agricole, registra un incremento della propria dotazione pari a 166 meuro destinati alla ristrutturazione, ammodernamento e aumento della dimensione economica delle imprese e la loro aggregazione. Le regioni che si distinguono nel rimodulare tale misura sono Veneto, l'Abruzzo, la Toscana, la Sicilia e la Basilicata.

La misura 126, riguardante il ripristino del potenziale produttivo danneggiato da calamità naturali, ottiene 23 meuro di ulteriori risorse; la modifica è tesa ad incrementare l'aiuto destinato alle imprese agricole danneggiate dagli eventi calamitosi avversi come sisma e nevicate eccezionali.
Le misure 211 e 212, indennità compensative, ottengono dalle rimodulazioni 192 meuro con l'obiettivo di contrastare i fenomeni di abbandono delle attività agricole e quindi del mantenimento degli habitat naturali che garantiscono il mantenimento della biodiversità.
La misura 214 pagamenti agroambientali subisce invece una riduzione a livello nazionale di 134 meuro totali dovuta soprattutto agli spostamenti effettuati delle regioni Veneto, Calabria, Basilicata e Lazio.
Le rimodulazioni dei Psr hanno avuto un'accelerazione anche perché il 2013 sarà l'ultimo anno in cui le regioni potranno modificare i Psr e spostare, quindi, le risorse tra misure ed assi al fine di garantire il pieno utilizzo dei fondi.
Inoltre, la crisi generalizzata e il ristagno dell'economia a livello europeo hanno imposto anche a livello regionale una revisione delle strategie verso quegli investimenti che tengono conto del livello di attuazione delle singole misure e del livello di apprezzamento, in modo tale da massimizzare i risultati e raggiungere così la piena capacità di spesa.
Intanto, il negoziato di riparto dei fondi Ue è già partito e molto probabilmente i paesi che non avranno speso tutta la loro dote subiranno ulteriori tagli al budget. Un motivo in più per non lasciare in cassa nemmeno un euro.

 
 
 

Luigi Ottaviani
l.ottaviani@ismea.it

 
 
 

PianetaPSR numero 12 -luglio e agosto 2012