La Corte dei Conti UE ha recentemente pubblicato i risultati di un "audit" condotto sull'applicazione della misura 121 in Europa nella programmazione 2007-2013. La misura, diretta all'ammodernamento delle imprese agricole, rappresenta una delle principali linee di intervento della politica di sviluppo rurale, con 11,1 miliardi di euro programmati a livello UE corrispondenti a circa l'11% del budget complessivo. In Italia la dotazione della misura è pari a circa 2,9 miliardi di euro di spesa pubblica, dei quali, al 30 giugno, risultano spesi circa 1,3 miliardi.
L'indagine è stata condotta su un campione di 10 Programmi di Sviluppo Rurale, distribuiti su altrettanti Stati membri. Per l'Italia è stato preso in esame il PSR della Regione Veneto. Il primo aspetto valutato dalla Corte è stata la focalizzazione degli interventi finanziati rispetto alle priorità comunitarie ed ai fabbisogni individuati nello specifico Programma. In particolare, gli auditor hanno verificato che nel Programma e nei bandi fossero chiaramente stabiliti vincoli di ammissibilità e criteri di priorità sufficienti ad indirizzare gli interventi alle priorità e agli obiettivi fissati in sede comunitaria e nazionale. Il quadro emerso su questo punto è variegato, con la presenza di PSR virtuosi, nei quali i finanziamenti sono stati fortemente focalizzati alle priorità, e altri nei quali sono state riscontrate forti carenze. Un risultato lusinghiero è stato conseguito su questo aspetto dalla Regione Veneto, le cui procedure sono state evidenziate come "buona prassi".
Strettamente legato al problema della focalizzazione degli interventi è un secondo punto critico rilevato dalla magistratura contabile comunitaria, rappresentato dall'inadeguatezza del sistema comune di monitoraggio e valutazione rispetto alla necessità di far emergere il grado di rispondenza della misura alle priorità dell'Unione. La Corte ha in particolare osservato: "gli indicatori [..] non sono pertinenti ai fini del monitoraggio della misura in cui i progetti finanziati rispondono a determinate priorità dell'UE, o alle specifiche azioni della misura, come la qualità, la diversificazione intra ed extra-aziendale [..] in quanto non vengono raccolti dati al riguardo".
I servizi della Corte hanno poi valutato come la misura 121 sia stata utilizzata per perseguire le "nuove sfide" derivanti dall'Health Check della PAC. In particolare, è stato verificato in che misura le dotazioni aggiuntive attribuite alla misura a seguito del processo di revisione della PAC siano effettivamente state destinate agli scopi previsti. La Corte ha rilevato che la normativa non garantisce un effetto aggiuntivo delle nuove risorse rispetto agli obiettivi. Il regolamento prevede infatti che "un importo pari" al finanziamento supplementare deve essere destinato dai programmi a interventi coerenti con le nuove sfide. Basandosi su tale principio, nei programmi in cui erano previsti interventi coerenti con le nuove sfide precedentemente all'Health Check, le nuove risorse potrebbero essere utilizzate in sostituzione invece che in aggiunta di quelle precedentemente programmate, cosa che la Corte ha puntualmente rilevato in alcuni dei PSR esaminati.
Un altro aspetto valutato è stata la presenza negli interventi di quello che viene definito nella relazione "effetto inerziale". Cioè il finanziamento di progetti che sarebbero stati comunque realizzati dai beneficiari anche senza il sostegno pubblico. Ciò si verifica senz'altro, a giudizio della Corte, nel caso in cui siano finanziate opere già realizzate dai beneficiari. La raccomandazione conseguente è che la normativa per la prossima programmazione preveda la finanziabilità delle sole opere iniziate dopo la decisione dell'amministrazione di concedere l'aiuto. Tale richiesta è più restrittiva rispetto alla posizione della Commissione, confermata anche nella proposta di regolamento per lo sviluppo rurale 2014-2020, che pone il vincolo temporale della finanziabilità al momento della presentazione della domanda e non della sua approvazione.
Infine, l'audit ha preso in esame l'efficacia delle procedure di erogazione degli aiuti nel valutare la redditività delle imprese e la sostenibilità economico-finanziaria degli investimenti. La Corte osserva che la redditività economica degli investimenti dovrebbe "essere dimostrata prima della concessione della sovvenzione, al fine di evitare l'erogazione di aiuti a favore di aziende a rischio di fallimento e di garantire la sostenibilità dell'investimento selezionato". Risulta del resto evidente come, il finanziamento di operazioni non sostenibili produca un grave danno all'efficacia del programma. Dalla verifica è emerso che tutti i programmi controllati richiedevano ai potenziali beneficiari degli elementi che comprovassero la sostenibilità delle operazioni. Tuttavia, è stata rilevata una forte variabilità del livello e dell'ampiezza della documentazione richiesta, che in alcuni casi era chiaramente insufficiente. Alcuni programmi, pur prevedendo la presentazione di un piano finanziario per l'iniziativa, non attribuivano allo stesso il dovuto peso nelle procedure di selezione. Di conseguenza, la Corte raccomanda alla Commissione l'introduzione di vincoli più stringenti per la programmazione 2014-2020.
Questa raccomandazione conferma la natura strategica del progetto della Rete Rurale Business Plan On Line, condiviso con l'Associazione Bancaria Italiana, che offre alle regioni un servizio on line di redazione e valutazione dei progetti di investimento nelle imprese agricole che può essere utilizzato per l'erogazione degli aiuti di diverse misure, compresa la misura 121. Gli obiettivi che animano il progetto sono esattamente quelli identificati dalla Corte: migliorare la qualità e l'uniformità delle procedure di valutazione della sostenibilità economico-finanziaria delle operazioni sovvenzionate. Tra le regioni che hanno utilizzato lo strumento per il periodo 2007-2013 è presente la regione Veneto (le altre sono Molise e Piemonte) che, come detto, rientra tra quelle visitate dalla Corte ai fini della verifica. L'audit tuttavia, è avvenuto durante l'avvio del progetto, che dunque non è stato esaminato ma solo visionato dai magistrati contabili comunitari.
Roberto D'Auria - Mario Guido
r.dauria@ismea.it - m.guido@ismea.it
PianetaPSR numero 13 - settembre 2012