I giovani imprenditori credono sulla rilevanza della formazione quale strumento per il successo della propria impresa. Una formazione che ha come finalità quella della gestione da parte del giovane delle informazioni e conoscenze che sono sempre più importanti per l'acquisizione delle competenze necessarie ai processi decisionali sia di tipo strategico che operativo che una impresa agricola moderna richiede. Questo quanto emerge dall'indagine effettuata dalla Rete Rurale Nazionale sui fabbisogni di formazione dei giovani imprenditori agricoli su un campione stratificato su base regionale di 800 imprenditori agricoli che hanno usufruito di un premio di primo insediamento sia nell'attuale programmazione (2007-2013), sia in quella passata (2000-2006).
L'attenzione dei giovani riguardo ai temi rispetto ai quali sentono la necessità di informazione e formazione specifica sono prioritariamente quelli legati alla crescente richiesta di sostenibilità dei processi agricoli e di salubrità e qualità dei prodotti alimentari: al primo posto infatti nella rilevanza degli argomenti da trattare nei corsi professionalizzanti e di aggiornamento vi sono le tecniche di produzione sia nel caso di allevamenti che di orientamenti colturali vegetali.
Una opinione questa che accomuna sia i giovani nei primi anni di insediamento sia quelli con maggiore esperienza in termini di anni.
Entrambe queste categorie di giovani agricoltori sembrano avere idee molto chiare rispetto a quanto debba essere internalizzato nell'impresa e nel ruolo dell'imprenditore in termini di conoscenze e competenze, e quanto possa, invece, essere delegato a consulenti esterni: tra le prime, come detto, quelle relative le tecniche produzione e di gestione dei processi produttivi, alla commercializzazione dei prodotti e all'introduzione di innovazioni; le seconde riguardano quelle relative all'amministrazione e alla contabilità dell'impresa, al rapporto con il mercato dei capitali e alla conoscenza delle normative.
L'indagine ha riguardato sia i corsi "professionalizzanti", previsti per i giovani privi della sufficiente esperienza in azienda (come richiesto dalla regolamentazione Comunitaria per l'accesso al premio di primo insediamento), sia altri momenti di formazione frequentati, sia infine l'interesse e la disponibilità ad un percorso di formazione continua.
Dal campione esaminato emerge che poco più di un terzo degli intervistati ha frequentato un corso "professionalizzante". In relazione agli argomenti, gli aspetti normativi sono stati i più trattati (presenti nel 58% dei corsi seguiti dagli insediati da meno di cinque anni e nel 45% oltre i 5 anni), seguiti a ruota dagli argomenti riguardanti gli aspetti generali produttivi del settore vegetale (rispettivamente 50% e 44%) e animale (45% e 27%). In questo si nota una prima contraddizione rispetto alle attese dei giovani imprenditori che pongono al terzo posto, in termini di importanza, le conoscenze di tipo normativo ed al primo quelle inerenti le tecniche di produzione vegetale e di allevamento.
Importante è anche lo spazio che viene lasciato al tema della commercializzazione dei prodotti, nonché all'aspetto delle innovazioni e dell'introduzione delle stesse nelle realtà agricole - rurali. Solo un numero ridotto di giovani fa riferimento alla presenza nel corso di argomenti riguardanti l'accesso al credito e ai finanziamenti, agli strumenti agevolativi esistenti per questa problematica ed agli aspetti amministrativi e alle attività connesse all'agricoltura: non sembrano quindi sufficientemente trattati argomenti sempre più rilevanti per la gestione dell'impresa, come quelli riguardanti il controllo di gestione e la gestione finanziarie dell'attività che costituiscono attualmente elementi chiave nel successo delle imprese soprattutto nella fase di start-up.
La maggioranza degli intervistati si dichiara soddisfatto sia del corso nel suo complesso, sia degli argomenti trattati, con particolare apprezzamento laddove sono stati affrontati aspetti relativi alle tecniche colturali e di allevamento ed alle principali innovazioni che riguardano questa attività. Ciò in coerenza con le opinioni descritte riguardo alle conoscenze e competenze proprie di un imprenditore agricolo di successo.
Tuttavia, nonostante la generale soddisfazione, il corso professionalizzante sembra rimanere un'esperienza isolata e "datata" e non l'inizio di un percorso di formazione continua: non sono state create relazioni continuative post corso né con i docenti né con gli altri allievi imprenditori (il 62% degli insediati da meno di cinque anni ha risposto di non essere più in contatto con i frequentati dei corsi, mentre la stessa risposta è stata data dal 76% degli over cinque anni).
Dall'indagine emerge, quindi, la necessità di strutturare un adeguato network post corsi professionalizzanti al fine di mantenere vivi e continui i contatti che si vengono a istaurare tra le varie realtà agricole e rurali in quanto la principale motivazione (oltre a quella derivante dall'instaurarsi di rapporti personali duraturi durante il corso) riguarda il mantenimento e ricorso ai contatti creatisi riguardo lo scambio di informazioni e di esperienze tecniche e produttive. Vi è infatti una forte consapevolezza nei giovani imprenditori della necessità di una informazione/formazione continua basata sull'interazione non solo con il "sistema istituzionale della conoscenza" (enti di ricerca e trasferimento tecnologico), ma con altri agricoltori "esperti", nel senso letterale della parola e cioè con chi ha affrontato già il problema, ne ha avuto esperienza e ne ha trovato soluzioni di successo che possono essere trasferite anche se con le dovute contestualizzazioni.
Questo positivo atteggiamento emerge anche dalle risposte relative alla sezione finale del questionario, circa l'interesse e disponibilità dei giovani a migliorare la propria professionalità con attività di formazione continua. I due terzi dei giovani imprenditori intervistati dichiarano di essere interessati ad ulteriori attività di formazione. Tra queste, quelle che sembrano riscuotere maggiore successo tra gli intervistati ci sono la partecipazione a convegni e seminari ed a corsi di durata di due tre giorni massimo ed, infine, la partecipazione a fiere.
Questa ultima tipologia viene considerata importante per la propria professione dal 90% degli intervistati principalmente per aggiornamenti sulle tecniche e sulle innovazioni tecnologiche. Circa il 55% degli giovani partecipa abitualmente a fiere in Italia, mentre solo il 12% va a questa tipologia di eventi all'estero.
Vi è invece scarsa esperienza e quindi attesa rispetto a nuove forme e metodi di formazione come la Formazione a distanza, che appare poco utilizzata sia nei corsi professionalizzanti sia negli altri corsi e che invece costituisce uno degli strumenti chiave per l'informazione e formazione individuati dal Piano Strategico Nazionale. Gli investimenti nelle infrastrutture per la Banda larga e l'evoluzione degli strumenti e metodologie di E-learning unite alla diffusione di "Social Network" tematici e specializzati sul Web - tra cui va ricordata anche "YouRuralNet.it" la Comunità di pratica per i giovani in agricoltura, creata dalla Rete Rurale nazionale - possono contribuire notevolmente alla diffusione di strumenti adeguati ad una formazione "personalizzata" e "On-demand" che sembra costituire l'aspettativa dei giovani imprenditori. Si tratta infatti di strumenti che consentono l'incontro e scambio di conoscenze e la loro elaborazione anche a distanza (tra tecnici, esperti ricercatori e agricoltori ed anche tra agricoltori stessi) anche nel caso di problematiche fortemente contestualizzate come sono quelle relative a tecniche e processi produttivi caratterizzati da una forte sostenibilità ambientale. Strumenti che però non possono sostituire del tutto i luoghi classici della scambio delle informazioni, dell'ibridizzazione delle conoscenze, della validazione delle innovazioni come convegni, seminari e fiere che sono considerate dai giovani, come detto, i luoghi privilegiati e preferiti per questo tipo di attività.
E' quindi auspicabile che nel panorama dell'offerta di attività di informazione e formazione istituzionale prevista dai Piani di Sviluppo Rurale e dalla Rete Rurale Nazionale stessa vi sia una finalizzazione a favore dei giovani ed al trasferimento di innovazione di iniziative interattive all'interno di questi eventi, con la creazione e/o sviluppo di incentivi alla partecipazione da parte di giovani imprenditori anche attraverso strumenti quali i servizi sostitutivi, voucher. Senza tralasciare la possibilità, sempre più diffusa, di partecipazione a distanza e la disponibilità di materiali e di gruppi di lavoro e feed-back attraverso le moderne tecnologie di telecomunicazione via Internet.
Elisabetta Savarese
e.savarese@ismea.it
Flaminia Ventura
f.ventura@ismea.it
PianetaPSR numero 13 - settembre 2012