E' entrato in vigore il decreto legislativo n. 150 del 14 agosto 2012 (G.U. n. 177 del 30/08/2012), di recepimento della Direttiva 2009/128/CE, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari, sia in ambito agricolo che extragricolo.
La Direttiva 2009/128/CE va collocata in una serie di atti legislativi comunitari emanati nel 2009, che comprende anche il regolamento n. 1107/2009 (immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari) il regolamento n. 1185/2009 (statistiche sui prodotti fitosanitari) e la direttiva 2009/127/CE (macchine per l'applicazione dei prodotti fitosanitari), tutti orientati al conseguimento di una maggiore consapevolezza dei rischi connessi all'uso dei fitofarmaci.
Con il decreto legislativo n. 150/2012 si avvia la procedura che porterà all'adozione del Piano di Azione Nazionale (PAN), prevista entro il 26 novembre 2012, che rappresenta il documento programmatico con il quale l'Italia definirà i propri obiettivi, le misure, le modalità e i tempi per la riduzione dei rischi e degli impatti sulla salute umana sull'ambiente e sulla biodiversità, dovuti all'utilizzo prodotti fitosanitari.
La prossima tappa sarà la costituzione del Consiglio Tecnico Scientifico, come previsto all'articolo 5 del citato decreto legislativo, che sarà composto da esperti in rappresentanza sia della diverse istituzioni statali competenti, sia delle Regioni e Province autonome. Sarà il Consiglio, infatti, a proporre il PAN al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali che lo adotterà con proprio decreto, di concerto con i Ministeri dell'ambiente e della salute, nonché d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano.
Il Consiglio ha una funzione di assoluta rilevanza anche nel corso dei 5 anni di programmazione del PAN. Il decreto legislativo n. 150/2012 prevede, infatti, che i tre Ministeri competenti (Mipaaf, Mattm e Salute) e le stesse Regioni e Province autonome, nell'azione di programmazione, attuazione, coordinamento e monitoraggio delle misure previste si avvalgano del supporto del Consiglio. Esso provvederà anche a consultare periodicamente i portatori di interesse.
Con riferimento all'elaborazione del PAN, è in fase di completamento l'attività di un gruppo ristretto di esperti delle Amministrazioni sopra indicate (Ministeri e Regioni) che ha lo scopo di armonizzare i documenti prodotti da quatro distinti gruppi di lavoro che sono stati impegnati nell'analisi delle possibili misure attuative, inerenti alle diverse materie di intervento previste dalla Direttiva 2009/128/CE.
Un passaggio importante, propedeutico all'adozione del PAN, sarà la consultazione pubblica, in conformità a quanto previsto dalla stessa Direttiva 2009/128/CE, articolo 4.
Circa i contenuti del Piano e le specifiche misure applicative, occorre attendere quindi la pubblicazione del testo, ai fini della consultazione degli stakeholders. Per tale motivo non si ritiene utile né opportuno, in questo momento, esprimere qualsivoglia giudizio di merito.
L'impianto complessivo della direttiva e, quindi, del decreto legislativo di recepimento, è orientato all'istituzione di un quadro organico di misure, aventi come obiettivo la riduzione progressiva dell'impiego dei prodotti fitosanitari, ma soprattutto il loro corretto utilizzo, a beneficio degli stessi operatori agricoli, della popolazione interessata, dei consumatori e dell'ambiente. Per tale finalità si prevede l'applicazione di una serie di principi, anche di tipo comportamentale, e l'adozione di un nuovo modello produttivo (difesa integrata) che affianchi all'impiego dei prodotti fitosanitari, adeguate tecniche agronomico-colturali in grado di determinare una riduzione del rischio connesso all'uso degli stessi, salvaguardando comunque la capacità produttiva dell'azienda.
Nello specifico, le azioni che saranno sviluppate nel PAN, in conformità a quanto previsto dal decreto legislativo n. 150/2012, sono le seguenti.
FORMAZIONE - In primo luogo sarà disciplinato un nuovo sistema di formazione, gestito dalle Regioni e Province autonome, che dovrà prevedere il rilascio di tre tipi di autorizzazioni: per l'utilizzatore professionale, per il distributore e per il consulente. Il PAN individuerà i soggetti da abilitare, la durata dei corsi, le modalità di rilascio delle abilitazioni e del relativo aggiornamento. L'importanza della diffusione capillare della conoscenza è facilmente comprensibile: solo attraverso una adeguata consapevolezza dei rischi connessi all'uso dei prodotti fitosanitari, infatti, e delle tecniche alternative che ne determinano un più razionale uso, potranno essere raggiunti gli obiettivi prefissati. L'obiettivo della riduzione dell'uso dei prodotti fitosanitari e/o del loro corretto impiego, è raggiungibile non attraverso l'imposizione di regole, ma solo attraverso una completa condivisione delle ragioni che le giustificano.
MACCHINE IRRORATRICI - Un'altra azione significativa, chiaramente indicata dalla stessa direttiva, riguarda l'obbligo del controllo funzionale delle macchine impiegate per la distribuzione dei prodotti fitosanitari, entro il 26 novembre 2016. Il PAN indicherà i dettagli di questa complessa operazione che vedrà impegnate le Regioni e le Province autonome a garantire il rispetto della scadenza sopra indicata, anche attraverso il rilascio delle autorizzazioni ad un adeguato numero di Centri Prova incaricati di effettuare i controlli. Il controllo funzionale delle macchine irroratrici è strettamente correlato all'obiettivo del corretto impiego dei prodotti fitosanitari, atteso che una macchina perfettamente funzionante garantisce una omogenea distribuzione della giusta quantità di prodotto, riducendo le quantità irrorate ed evitando una eccessiva dispersione nell'ambiente.
TUTELA DELLE ACQUE E DELLE AREE SPECIFICHE - Scorrendo l'articolato del decreto legislativo si individua un altro grande tema di interesse. Esso riguarda la protezione dell'ambiente acquatico e dell'acqua potabile e la riduzione dell'uso dei prodotti fitosanitari o dei rischi in aree specifiche.
La materia è particolarmente complessa. L'ambito di competenza riguarda infatti sia il settore agricolo che quello extragricolo. Per quest'ultimo si citano a titolo di esempio, le linee ferroviarie, le strade e le zone frequentate dalla popolazione (giardini pubblici, parchi giochi ecc...).
Il Piano d'Azione Nazionale dovrà rispondere in maniera equilibrata alle diverse esigenze che riguardano sia l'aspetto della tutela ambientale e della biodiversità, sia l'aspetto economico dei soggetti destinatari di eventuali misure di riduzione dell'impiego di prodotti fitosanitari.
DIFESA INTEGRATA- C'è poi un altro settore di intervento ben definito e non meno importante di quelli già esaminati, che riguarda le tecniche produttive. Secondo la previsione dell'articolo 19 del decreto legislativo n. 150/2012, a partire dal 1° gennaio 2014 gli operatori agricoli devono applicare i principi generali della difesa integrata obbligatoria, definiti in un apposito allegato (III). Ciò vuol dire che non ci sarà più l'agricoltura che abbiamo conosciuto fino ad oggi, atteso che la difesa integrata obbligatoria prevede l'applicazione di tecniche di prevenzione e di monitoraggio delle infestazioni e delle infezioni, l'utilizzo di mezzi biologici di controllo dei parassiti, il ricorso a pratiche di coltivazione appropriate e l'uso di prodotti fitosanitari che presentano il minor rischio per la salute umana e l'ambiente.
Sarà il PAN a definire le concrete misure da applicare ed il ruolo nonché il livello di assistenza che dovranno assicurare le istituzioni, sia centrali che periferiche.
In tale ambito trovano naturale collocazione la promozione di tecniche produttive volontarie quali la produzione integrata, così come definita dalla legge n. 4 del 3 febbraio 2011, e l'agricoltura biologica disciplinata dal Regolamento comunitario n. 834/2007.
Completano l'impianto complessivo degli interventi le misure relative alla corretta manipolazione e stoccaggio dei prodotti fitosanitari ed il trattamento dei relativi imballaggi e delle rimanenze.
Ovviamente è previsto che gli effetti delle azioni che saranno poste in essere sia misurato attraverso idonei indicatori, i cui dati dovranno essere notificati periodicamente alla Commissione europea.
A conclusione di questa breve disamina del testo del decreto legislativo n. 150/2012 si ritiene opportuno porre l'accento su due principi che il legislatore ha ritenuto di sottolineare e che dovranno fare da guida alle Amministrazioni che avranno il compito di definire concretamente le azioni attuative. Essi riguardano la necessità di armonizzare tali misure con le politiche di sviluppo rurale, con la condizionalità e con i provvedimenti relativi all'organizzazione comune dei mercati, nonché di tener conto, nella stesura del PAN, dell'impatto sanitario, socio-economico, ambientale ed agricolo delle misure previste.
Pasquale Falzarano - Costanzo Massari
PianetaPSR numero 14 - ottobre 2012