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INDAGINE CENSISI/COLDIRETTI

Agricoltura, modello di aggregazione in tempo di crisi

Coabitazione in famiglia, la cucina e la spesa sottocasa sono comportamenti che hanno radici nella tradizione contadina - Catania: un settore che va rivalutato in termini culturali ed economici

L'agricoltura salva le famiglie in tempo di crisi, costituendo allo stesso tempo un nuovo modello di sviluppo per il Paese. E' il messaggio contenuto nella ricerca realizzata da Censis-Coldiretti "Vivere insieme, vivere meglio", che fotografa un mondo agricolo in cui tipicità del territorio e l'autenticità nel rapporto con il cibo sono i valori su cui oggi si fa maggiormente leva e che stimola ed incentiva la rete di protezione familiare. Un settore che al tempo stesso ben si sposa con il web, utilizzato da un numero crescente di consumatori per confrontare qualità e prezzi dei prodotti o per acquisto on line, visto che la parola d'ordine è ormai far quadrare i  conti a fine mese, ma anche più semplicemente andare alla scoperta di nuove ricette sui blog.
L'agricoltura, come ha affermato il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, è stata vista nel corso degli ultimi 50 anni più come un fardello che un'opportunità; una lunga emarginazione culturale ed economica, cui occorre mettere fine facendo in modo che l'opinione pubblica e le classi dirigenti percepiscano il comparto nella giusta maniera, utile al paese e alle famiglie.
E la crisi, in questo senso, sembra dare una mano. Secondo la ricerca, infatti, un terzo degli italiani di tutte le fasce di età (oltre il 31%) coabita con la madre o con il padre e oltre il 40% vive a non più di 30 minuti dall'abitazione dei genitori. La solidità dei legami familiari è confermata dal fatto che più della metà degli italiani (il 54%) vive in prossimità di parenti stretti, massimo a mezz'ora a piedi dalla propria abitazione e il 54% preferisce vivere in un luogo dove le persone si conoscono, si frequentano, sinonimo di qualità della vita. Un bisogno di vicinanza che si evince anche da un 85% di cittadini che continua a fare la spesa alimentare quotidiana sotto casa, più spesso nei piccoli e spesso antieconomici negozi di quartiere dentro un raggio percorribile a piedi in un massimo di venti minuti; preziosi punti vendita che svolgono un importante ruolo sociale.
In Italia, secondo il rapporto, vivono da sole 7,4 milioni di persone, con un aumento del 24% tra il 2006 e il 2011, con punte del 54% in Sardegna, del 45% in Abruzzo e del 42% in Umbria. Il momento di fare la spesa è dunque quello più importante per parlare e stringere rapporti nel paese ma anche nel quartiere, superando le attività spirituali e le visite mediche. Una crisi che, secondo Coldiretti e Censis, ha stimolato gli italiani a riscoprire il piacere di stare a casa e preparare tavole imbandite per parenti e amici soprattutto nei giorni festivi, durante i quali si raggiunge il record di oltre un'ora (69 minuti) davanti ai fornelli. Dall'indagine emerge che ogni anno gli italiani, in media, dedicano alla preparazione dei pasti un tempo pari a 11 giorni; una passione che coinvolge anche gli uomini (8 giorni) e che comune testimonia un ritorno al ruolo centrale della cucina in senso lato nella vita delle famiglie.
La riscoperta del fai-da-te in cucina si riflette anche nel fatto che 7,7 milioni di italiani si portano al lavoro cibo preparato in casa, e di questi 3,7 milioni dichiarano di farlo regolarmente. Il 15% si porta la 'gavetta' in ufficio per risparmiare, ma anche per essere sicuro della qualità del pranzo o, semplicemente, perché preferisce ricordare sapori e profumi casalinghi. Un'esigenza riconosciuta da molti datori di lavoro che hanno reso disponibili spazi dedicati per riscaldare il pasto e condividerlo spesso insieme ai colleghi. E così il pranzo in ufficio è diventato anche un'occasione di scambio gastronomico e culturale, confermato anche dall'ormai diffusissimo rito dell'aperitivo. Un appuntamento del dopo lavoro in bar e locali che coinvolge 16,5 milioni di italiani, di cui 2,5 'regolari', dimostrando ancora una volta l'importanza  nella vita quotidiana delle relazioni conviviali che si instaurano intorno al cibo e che creano anche sempre più valore economico nella società di oggi.
E ancora, c'è un 29% di italiani che dichiara di fare ricerche sul web per confrontare qualità e prezzi dei cibi; un fenomeno che riguarda quasi 15 milioni di persone, di cui 415mila che partecipare regolarmente a community on line centrate sul cibo. Con la crisi, infine, torna il 'fai da te' casalingo con l'aumento record della spesa in farina, uova o burro che registra +6% nei primi sei mesi dell'anno, in controtendenza rispetto all'andamento generale. Si torna infatti a preparare in casa il pane, la pasta, le conserve, lo yogurt e le confetture, azioni che oltre a essere divertente e salutari aiutano a risparmiare e a garantirsi la qualità degli ingredienti utilizzati.

 
 

Sabina Licci

 
 
 

PianetaPSR numero 14 - ottobre 2012