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FONDAZIONE EDMUND MACH

Genetica molecolare, la nuova frontiera agricola

Produttività sostenibile:è la sfida di Francesco Salamini, presidente del centro di S.Michele all'Adige dove la ricerca è al top - Qui sono stati decodificati i genomi di vite, melo e fragola
Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige

Essere in grado di conservare la fertilità dei suoli per far fronte al crescente fabbisogno alimentare attraverso il miglioramento genetico molecolare. E' la sfida che si è posta l'Istituto agrario di San Michele all'Adige a 16 km da Trento, diventato nel 2008 Fondazione Edmund Mach (Fem), fiore all'occhiello della ricerca in Italia. E' qui, infatti, che sono stati decodificati i genomi di vite, melo, fragola e quest'anno anche della Drosophila suzukii, dannoso parassita proveniente dal Sud-est Asiatico che dal 2008 sta causando gravi danni alla frutta di tutta l'area mediterranea.
"La Fondazione si sta preparando al futuro, guardando con grande attenzione al tema della sostenibilità attraverso il miglioramento genetico molecolare", spiega Francesco Salamini che presiede il Fem, dopo aver diretto dal 1985 al 2002 il dipartimento di Miglioramento genetico e fisiologia delle piante della Max-Planck di Colonia, la più importante istituzione europea del settore.

 
Ricercatori al lavoro in un vigneto sperimentale

"L'intensificazione ha un impatto negativo sugli ecosistemi naturali non agricoli - sottolinea Salamini - per questo i sistemi agricoli in tutto il mondo sono alla ricerca di soluzioni per ridurre il supporto chimico all'agricoltura". Nel lungo periodo, spiega il presidente, dovranno essere adottati metodi di conservazione della fertitilità dei suoli e l'azione centrale da mettere in atto propone soluzioni radicali in grado di sviluppare nuovi sistemi agricoli intensivi e, nonostante questo, sostenibili ed è qui che le conoscenze relative ai genomi e alla genetica molecolare delle piante possono contribuire.
"Il miglioramento genetico convenzionale - conclude Salamini - continuerà ad avere una funzione, ma di più può essere ottenuto con il miglioramento genetico molecolare ed è su questo che si sta lavorando qui a San Michele".
Interessante la storia dell'Istituto creato nel 1874, quando la Dieta regionale tirolese di Innsbruck deliberò di attivare a San Michele, sulle proprietà dell'ex convento agostiniano, una scuola agraria con annessa stazione sperimentale per la rinascita dell'agricoltura del Tirolo. Un'attività iniziata subito con Edmund Mach, primo direttore che proveniva dal centro sperimentale di Klosterneuburg (Vienna).
La vocazione dell'istituto, da sempre, è stata quella di dedicarsi agli studi in campo viti-enologico, diventando vero punto di riferimento per il settore. Oggi la Fondazione svolge attività di ricerca scientifica, istruzione e formazione, consulenza e servizio alle imprese nei settori agricolo, ambientale e agroalimentare su una superficie di 14 ettari tra aule, serre, laboratori, uffici e 70 ettari di area verde. C'è anche un'azienda agricola che si estende su una superficie di 100 ettari coltivati a vite e melo, una cantina e una distilleria.

 
 
 
 

Sabina Licci

 
 
 

PianetaPSR numero 14 - ottobre 2012