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SPORTELLO GIOVANI
 
INDAGINE RETE RURALE

Giovani europei e aree rurali: se le conosci, le ami

Le riposte degli studenti: il 60% disposto a lavorare nelle aree rurali - Gli olandesi puntano su internet, per i francesi conta il sostegno alla famiglia, in Italia piace l'agriturismo.

La presenza di imprenditori agricoli under 35 attualmente si attesta in Europa attorno al 6%. Oltre ai problemi strutturali legati al ricambio generazionale (difficoltà di accesso al credito e alla terra, burocrazia, frammentarietà dell'informazione sulle possibilità di finanziamento e di formazione, carenza di servizi di base per la cura e l'assistenza delle persone) esistono delle problematiche che alterano la rappresentazione stessa della figura dell'agricoltore e della vita nelle aree rurali. È ormai diffusa la consapevolezza che per la crescita del settore agricolo non basta attingere al ricambio generazionale su scala familiare, ma sarà fondamentale attuare una strategia in grado di attrarre giovani "neorurali" ad investire il proprio futuro in agricoltura.
Da questi presupposti è nata l'"indagine sulla percezione delle aree rurali da parte dei giovani " condotta dalla Rete Rurale Nazionale italiana insieme ad altri 8 Paesi Europei (Olanda, Francia, Finlandia, Belgio, Polonia, Svezia, Lettonia e Malta). Ben 1.563 le interviste raccolte in giro per l'Europa fra i ragazzi degli ultimi due anni delle scuole superiori e del primo anno di Università (età media 19 anni), interviste i cui risultati tracciano un quadro interessante e variegato di cosa la "community" dei ragazzi europei pensa dell'agricoltura e del futuro delle aree rurali.
Più del 60% dei ragazzi ha dichiarato di aver considerato l'idea di poter svolgere in futuro la propria attività lavorativa in un'area rurale. Le aree rurali sono un posto "dove natura e uomo sono in equilibrio" per più di un terzo degli intervistati, mentre per poco meno di un terzo sono un posto "dove sarebbe bello vivere". Un dato molto significativo: se si abita in campagna, le aree rurali piacciono ancora di più (+16%). Sempre i giovani che abitano nelle aree rurali hanno una disponibilità ancor più alta a lavorarci (+8% rispetto ai "cittadini") e a diventare imprenditori agricoli (+21% ).
Altri risultati: le aree rurali sono considerate più idonee per la qualità della vita, ideali per far crescere bene i bambini; l'allevamento è al primo posto fra i "mestieri" agricoli preferiti dai giovani; l'industria di trasformazione e confezionamento, sanità e assistenza sociale i settori dove lavorerebbero oltre a quello agricolo. Chi vuole diventare imprenditore agricolo sottolinea però che le difficoltà maggiori sono legate alla mancanza di risorse per gli investimenti e al timore di non aver un reddito sufficiente per sé e per la famiglia. In generale, i ragazzi chiedono più spazi ricreativi e attività extrascolastiche (soprattutto quelle sportive); le ragazze sentono il bisogno di più scuole e università (e più luoghi di cultura). Ancora, la dimensione ideale dove vivere è rappresentata da centri cittadini fra 5.000 e 10.000 abitanti.
Interessanti le differenze rilevate tra i Paesi, seppur accomunati da un giudizio positivo sulla vita e il lavoro nelle aree rurali. Queste alcune considerazioni più significative: Il ruolo delle aree rurali per lo sviluppo del Paese viene definito "indispensabile" in Olanda (54%), Italia (40%), Lettonia (38%) e Finlandia (36%). In Polonia tale percezione risulta in crescita (72%). Importante, ma in declino, in Francia (57%) e Belgio (48%), mentre a Malta prevalgono gli indecisi (31%).
E' necessario sottolineare come sulle prospettive di crescita sia più fiducioso chi vive a contatto con le aree rurali. Infatti viene riconosciuto "ruolo rilevante ed in crescita" in prevalenza da coloro che vivono in tali aree (36% contro il 17% dei ragazzi che vivono in centri urbani), mentre un "ruolo importante ma in declino" da coloro che vivono in aree urbane (36% contro il 30% dei ragazzi che vivono in aree rurali). Questo dato varia tra i diversi Paesi Europei coinvolti ed è influenzato dalla residenzialità dei ragazzi, come nel caso della Francia in cui il numero degli intervistati vivono in prevalenza nelle aree urbane (circa il 64,8%).
Differenze si rilevano anche su un aspetto che interessa molto da vicino i ragazzi: come rendere più attrattive le aree rurali. In generale sono gli impianti sportivi (47% degli intervistati), pub, disco pub e lounge bar (42%), agriturismi (33%), gli elementi su cui puntare. Ma per gli italiani e i belgi, al primo posto ci sono "pub, disco pub e lounge bar", mentre per i francesi gli "eventi culturali multimediali (musica/arte/video ecc.)". Un'opzione, questa degli eventi multimediali, anche qui chiaramente più apprezzata da chi ha una più ricorrente esperienza "urbana".
Soffermando l'attenzione alla "visione" del settore agricolo, viene apprezzato dai giovani intervistati  prima di tutto perché consente di sviluppare una attività propria (26%), di sviluppare un rapporto con la natura (20%) e permette di lavorare in un ambiente adatto per una famiglia e per i bambini (17%). Da tutti i ragazzi di tutti i Paesi coinvolti al primo posto tra i fattori positivi troviamo il collegamento tra l'agricoltura e lo sviluppo di un'attività imprenditoriale autonoma: in Francia e in Belgio, però, tale fattore è al secondo posto, mentre al primo posto ha prevalso una visione che predilige il contatto con un ambiente adatto per famiglia e bambini
Quanto a esperienza in agricoltura, quasi la metà dei ragazzi (49%) e la maggioranza delle ragazze (73%) non hanno alcuna esperienza nel settore agricolo. I Paesi "con più esperienza" sono la Finlandia (73% ha avuto almeno un'esperienza in azienda agricola); Polonia (80%), Olanda (65%) e Lettonia (50%). Finlandia e Polonia sono anche i Paesi in cui è più alta la percentuale di coloro che vorrebbero diventare imprenditori agricoli (72% e 58%).
Quali le difficoltà per avviare un'azienda agricola? La mancanza di risorse per gli investimenti è il fattore più importante per i ragazzi italiani (66% degli intervistati), la terra è il fattore maggiormente limitante per quelli olandesi (85%), maltesi (66%) e finlandesi (56%); il reddito insufficiente per sé e per sostenere una famiglia è l'elemento che invece maggiormente frena le nuove generazioni francesi (67%)
Per i giovani, nel caso dovessero avviare un'azienda agricola, risulta fondamentale poter sviluppare le seguenti attività: la vendita diretta dei loro prodotti (48% degli intervistati); un'attività complementare come l'agriturismo (41% degli intervistati - ma in Italia l'opzione "agriturismo" è al primo posto con quasi il 60% degli intervistati); le produzioni biologiche (37% degli intervistati, tale percentuale sale al 44% passando al secondo posto in termini di importanza se il totale viene ponderato in maniera da pesare tutti i Paesi allo stesso modo a prescindere dal numero di interviste realizzate).
Per chiudere, alla domanda "Come saranno le aree rurali in futuro", la risposta prevalente data è che vengono considerate un "luogo dove poter vivere lontano dal caos della metropoli e sviluppare un proprio progetto di vita e lavorativo" (31% delle preferenze espresse ponderate ). Spicca però l'Olanda: per i ragazzi olandesi la risposta prevalente (30% delle preferenze espresse) è stata quella di "un luogo dove grazie a internet le distanze con la città e con i mercati si accorceranno e dove converrà investire", a testimonianza del ruolo fondamentale che la rete digitale potrà svolgere in futuro per queste aree.

 
 

Elisabetta Savarese - Andrea Festuccia - Elena Angela Peta - Flaminia Ventura

 
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PianetaPSR numero 15 - novembre 2012