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SFIDE ZOOTECNICHE

Stalla modello e caseificio per chiudere la filiera

Così nelle montagne bergamasche i fratelli Gusmini hanno realizzato un moderno allevamento dove convivono vitelli e capre - Un progetto innovativo realizzato con l'apporto dei fondi Psr
Stalla

C'è chi in tempo di crisi vuole andare avanti, far crescere l'azienda di famiglia trovando nuovi sbocchi e prospettive al passo con i tempi. E' il caso di Giovanni Gusmini, 33 anni che insieme al fratello Angelo, sono titolari della Società agricola Barbis, piccola realtà di allevamento incuneata nelle montagne della Valle Rossa nel comune di Cene (Bg). E di voglia di fare ne ha davvero tanta, visto che appena 15 giorni fa ha inaugurato la nuova stalla dell'azienda progettata e realizzata secondo i canoni più rispettosi dell'ambiente, in chiave di funzionalità e innovazione, essendo un esempio concreto di 'filiera chiusa' come piace definirla Giovanni. Un mondo, infatti, che non si ferma all'allevamento, perché la stalla si completa con un caseificio per la trasformazione e uno spaccio aziendale per la vendita diretta. Una filosofia di vita in cui coesistono passato e futuro.
Investire in tempo di crisi è una sfida, anche in agricoltura.
Abbiamo voluto proseguire l'attività di famiglia nell'azienda di proprietà dal 1903, coniugando la nostra storia con l'innovazione, per stare al passo con i tempi. Da qui la produzione di formaggio di capra per trovare un nuovo mercato e sviluppare un prodotto innovativo ma radicato sul territorio.  
Agricoltore per passione?
Sicuramente, una scelta maturata però nel tempo. Ho lavorato per nove anni in uno stabilimento tessile come operaio, per tre come muratore nell'impresa edile a cui poi ho affidato la costruzione della stalla e poi finalmente nel 2002 ho deciso di mettermi in proprio nel settore agricolo continuando il lavoro svolto dai miei antenati".
Con quale strategia alla luce delle tante esperienze?
Il nostro lavoro si basa su tre fattori fondamentali, la ricerca della qualità del prodotto, lo sviluppo di nuovi mercati e la creazione di una parte organizzativo-manageriale dell'azienda per svilupparla e proiettarla nel futuro. Tutto questo mantenendo le nostre antiche radici, credendo nel contatto profondo con il territorio in cui viviamo. Non è un caso che abbiamo voluto mantenere il soprannome di famiglia nella denominazione sociale della nostra azienda 'barbis', appunto, che in bergamasco significa "baffi". Il soprannome fu dato ai miei antenati Gusmini perché tutti i capifamiglia li portavano.
Qual è la vostra principale attività?
Con la nuova azienda, costituita insieme a mio fratello, nasce anche l'idea di produrre e vendere formaggi di capra, mantenendo comunque anche l'originario allevamento di bovini con la linea vacca-vitello, di cui vendiamo la carne. Abbiamo una gamma di prodotti che comprende i derivati di latte caprino, dallo stracchino e lo stracchino freschi e stagionati, dal burro alla ricotta di capra".
L'inaugurazione della nuova stalla è stato un bel passo?
Indubbiamente, un piccolo traguardo raggiunto dopo tanto tempo. E' un progetto che risale ad oltre sei anni fa e che siamo riusciti a realizzare ora. La stalla, costruita dalla società Wolf System Haus in legno lamellare, ha uno specifico valore aggiunto perché abbiamo dato vita ad una vera e propria filiera chiusa. La struttura, infatti, è composta da tre parti: il ricovero animali, il caseificio e lo spaccio. Un'idea innovativa che ci ha permesso di salire in graduatoria per quanto riguarda i Psr. Per l'inaugurazione, avvenuta sabato 1° dicembre scorso, abbiamo organizzato una vera e propria festa con i prodotti locali e dell'azienda, non poteva mancare una torta fatta di ricotta di latte delle nostre capre. Il pomeriggio abbiamo avuto il "porte aperte" per la clientela per farci conoscere.
Una progetto impegnativo, mi sembra, anche dal punto di vista economico?
La spesa effettiva di tutta la costruzione è stata di circa 750 mila euro supportata da due mutui bancari, con il fondamentale l'apporto dei  Psr. Abbiamo partecipato alla misura 112 'Insediamento giovani agricoltori'  per un importo erogato in 6 mesi di 38 mila euro e alla 121 'Ammodernamento delle aziende agricole', dove su una spesa preventiva di 540mila euro il contributo regionale è stato del 50%".
Benessere e animali per voi è un binomio imprescindibile.
Assolutamente. L'azienda possiede più di un centinaio di capre e una ventina di bovini. Per quanto riguarda il vitello, l'allevamento segue il sistema definito 'Linea Vacca-Vitello', vale a dire che l'animale cresce nei primi mesi di vita bevendo esclusivamente il latte materno. Dopo lo svezzamento viene nutrito con fieno e un giusto apporto di mangime naturale. Per l'allevamento ovi-caprino, gli animali sono alimentati nei primi mesi di vita con latte in polvere di alta qualità. Una volta adulti si nutrono con fieno, erba medica e miscelone. Inoltre durante la mungitura viene somministrata loro un'adeguata razione di mangime".                
Quali progetti avete per il futuro?
Valorizzare i nostri prodotti ampliandone la gamma, ma anche fidelizzare il consumatore attraverso il contatto diretto della vendita. Puntiamo poi ad aumentare l'innovazione tecnologica aziendale e a migliorare sempre più il benessere animale. Dal punto di vista della commercializzazione invece, vogliamo creare una linea strategica di marketing aziendale".

 
 

Sabina Licci  

 
 
 
 
 
 

PianetaPSR numero 16 - dicembre 2012