Continua a crescere l'Italia dei prodotti a denominazione di origine, mantenendo la leader mondiale del comparto per numero di produzioni certificate, con 248 prodotti iscritti a fine 2012 nel registro Ue su un totale di 1137, di cui 154 Dop, 92 Igp e 2 Stg. E' la fotografia scattata al sistema italiano delle produzioni agroalimentari di qualità certificata nel 10° rapporto Qualivita-Ismea che ha chiuso il 2011 con un volume prodotto pari a quasi 1,3 milioni di tonnellate, un fatturato alla produzione di 6,5 miliardi di euro e al consumo di 12 miliardi di euro, in crescita, questo, del 5,3% rispetto all'anno precedente. In espansione il trend delle vendite sui mercati esteri, visto che la quota dell'export raggiunge il 34 per cento.
Dal punto di vista produttivo, il sistema - Dop coinvolge un esercito di 84mila aziende nazionali, che garantiscono l'approvvigionamento delle materie prima destinate al circuito della qualità certificata. Nel 2012 sono 9 i prodotti italiani che hanno ottenuto la registrazione europea, mentre 5, invece, le richieste alla modifica del disciplinare. Il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, intervenuto alla presentazione del rapporto, ha voluto ricordare il percorso fatto dagli inizi degli anni '90 sul tema della qualità e delle denominazioni d'origine, quando non si aveva ancora la percezione di quanto questa realtà potesse essere importante per la politica dell'agroalimentare italiano. Un sistema che però, secondo Catania, ha ancora bisogno di tanto lavoro, sia sul piano interno, consolidando il contrasto all'illecito dilagante, sia sul piano comunitario, battendosi per avere una regolamentazione più adeguata a tutela delle denominazioni d'origine in sede internazionale.
Tornando al rapporto, le migliori performance in volume sono ottenute da aceti balsamici (+7%) e olio extravergine di oliva (+7,6%), in calo invece i quantitativi dei formaggi (-1,7%), stabili, invece, gli andamenti di ortofrutta, cereali e prodotti a base di carne.
Incidenza % del numero di riconosciment e del fatturato alla produzione (anno 2011)
Sviluppando il confronto per tipologia merceologica, in molti comparti, come si rilevava anche negli anni passati, vi è un'asimmetria tra incidenza delle denominazioni e del valore di mercato. Negli ortofrutticoli, ad esempio, il numero delle Dop pesa sul totale per un 39% ma il fatturato complessivo appena del 6%; stessa cosa per gli oli di oliva, rispettivamente con il 17% e l'1%.
La top ten per fatturato alla produzione (mln €)
E parlando ancora di fatturato alla produzione, il sistema conta sì 248 prodotti a denominazioni, ma continua ad essere estremamente concentrato: nel 2011, infatti, le prime dieci Dop e Igp totalizzano quasi l'84% del giro d'affari.
Nella classifica Qualivita, che misura appunto le performance economiche, il primo posto spetta al Parmigiano Reggiano Dop (2,29 miliardi il fatturato al consumo con una crescita del 15% in un anno), il secondo a pari merito Grana Padano Dop (1,49 miliardi, +7%) e Aceto Balsamico di Modena Igp (433 milioni, +7%). Seguono poi Mela Alto Adige Igp, Prosciutto di Parma Dop, Pecorino Romano Dop, Gorgonzola Dop, Mozzarella di Bufala Campana Dop, Speck Alto Adige Igp, Prosciutto San Daniele Dop, Mela Val di Non Dop, Toscano Igp, Mortadella Bologna Igp, Bresaola della Valtellina Igp e Taleggio Dop.
Sabina Licci
PianetaPSR numero 16 - dicembre 2012