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AMBIENTE
FLOROVIVAISMO

Quella siepe che fa "respirare" le autostrade

Viaggio nel distretto florovivaistico del Piceno, che ha puntato sulle piante ornamentali che captano CO2 e benzopirene - Dalla Turchia agli Emirati Arabi crescono le forniture per i mercati esteri 
 

immagine di repertorio

Lungo la costa picena dell'Adriatico, nelle Provincie di Ascoli Piceno e di Fermo, si concentra un importante distretto florovivaistico, con una particolarità: una quota importante delle piante ornamentali coltivate sono destinate ad "addobbare" e far respirare le autostrade. Il paese di Grottammare (AP)  costituisce il cuore pulsante di questo sistema, le cui radici risalgono all'800, quando famiglie (o meglio "dinastie") di coltivatori e poi di imprenditori conosciute ormai in tutto il mondo, come i Marconi, iniziarono l'attività  della coltivazione di piante ornamentali. Le aziende hanno poi saputo, negli anni, moltiplicarsi ed evolvere per rispondere alle richieste del mercato, sino a raggiungere oggi una specializzazione, che  permette loro di affermarsi nel mercato globale.
Non è un caso infatti che nonostante i venti della crisi italiana abbiano inciso molto nella Regione, sfrondando pesantemente i settori tradizionali dell'industria manifatturiera picena delle multinazionali e del calzaturiero fermano, in questo lembo di terra marchigiana il comparto florovivaistico, dalle radici ben salde, ha saputo e potuto difendersi in una tenuta sostanziale garantendo occupazione e reddito. Un successo di questi tempi.
Il microclima, garantito dalla combinazione di un'ideale esposizione alla luce, l'aria mite del mare adriatico ad est e la protezione dei Sibillini ad ovest, garantisce un habitat ideale per la coltivazione di piante mediterranee come l'alloro, il pitosforo, l'oleandro, il leccio e il viburno su tutte, ma anche palme e camelie di primissimo ordine. In questo contesto, si è sviluppato il distretto florivaistico che conta attualmente oltre 300 le aziende, generalmente a conduzione familiare. Di piccole dimensioni che vanno da 3-4 addetti, fino alle 20 unità per le aziende più strutturate. Il fatturato complessivo è stimato introno ai 150-200 milioni di euro, tenendo conto dell'indotto.  L'attrattività economica ha fatto si che negli ultimi anni l'area di produzione si sia allungata sulle aste fluviali del Tesino, del Tronto e dell'Aso in una riconversione no-food dei terreni e delle attività scarsamente remunerative.
Oltre alla qualità estetica e ornamentale, il successo di queste piante è legato anche alle molteplici interazioni virtuose con la protezione dell'ambiente: la capacità di depurazione, di barriera antitutto (rumore, vento ecc), di captazione di C02 (se l'uomo in un giorno consuma 3 chilogrammi di ossigeno e una macchina in 5 minuti ne consuma ben 12 kg se ne intuisce la funzione fortemente ecologica e il grande beneficio che si arreca alla natura e all'uomo) e di benzopirene. Sono caratteristiche fondamentali che spiegano il successo di questo segmento di di florovivaismo, che ormai è proiettato anche fuori dai confini nazionali, come dimostra la recente fornitura di 40mila oleandri piantumati in Albania. Nel  tempo la presenza dei floricoltori piceni si è consolidata in tutta l'area mediterranea, del Mar  Nero e della Turchia fino alle terre dell'Est Europa e degli Emirati Arabi dei signori del petrolio.
Importante è anche il positivo rapporto tra il distretto florovivaistico e l'attività turistica locale. La riviera offre il turismo come fondamento dell'economia nei mesi estivi,; un turismo che, nel caso specifico di Grottammare, si coniuga con un paesaggio ed uno stile unico ed attrattivo a cui anche i vivai, preservati dagli attacchi della speculazione edilizia (Il comune prosegue nelle scelte di sviluppo sostenibile: dal vecchio Piano taglia circa un milione di metri cubi potenzialmente edificabili e salva oltre 20 ettari di terreno sul mare destinati ad alberghi per restituirli ai vivai), danno il loro contributo di bellezza: le piante sono quelle che lo stile liberty ripropone nelle belle case e nelle ville della riviera adriatica. Per tutto il periodo dell'anno, il florovivaismo dà certezze di lavoro e reddito a migliaia di famiglie.
La crescita del distretto è stata sostenuta anche dall'innovazione, sia sul piano produttivo (produzione sempre più sostenibile a basso impatto, gestione dell'acqua, ecc.) ma anche in quello dei servizi al cliente. Uno dei tanti esempi è fornito dall'esperienza dell'azienda Balestra: le piante del suo vivaio oggi hanno un particolare codice a barre (QR) che racconta tutta la loro vita in un click. Grazie a questo codice, attraverso uno smartphone, è possibile conoscere tutto della pianta ed apprendere consigli utili alla sua cura, dai luoghi nei quali alloggiarla, fino alla luce, alla temperatura ideale da garantire e alla riserva d'acqua da considerare.
In un francobollo di territorio italiano, dunque, possiamo ritrovare una sintesi delle capacità e vocazioni tradizionali coniugate con le necessità e le sfide di un nuovo mondo ed una prospettiva di economia locale solida e pronta a creare occupazione e sviluppo al passo con i tempi, dove le giovani generazioni stanno costruendo il loro futuro nel solco della tradizione coniugata con l'innovazione .

 
 
 
 

Avelio Marini
a.marini@ismea.it


 
 
 

PianetaPSR numero 17 - gennaio 2013