Home > Il punto sui PSR > Si riduce la "leva" dei giovani agricoltori
CENSIMENTO ISTAT

Si riduce la "leva" dei giovani agricoltori

Elaborazione RRN dei dati 2010: in un decennio gli "under 40"si sono ridotti con un tasso maggiore rispetto al totale dei conduttori - Qualche idea per aumentare l'attrattività in vista dei nuovi Psr

L'importanza del ricambio generazionale per le politiche di sviluppo rurale, è stata recentemente ricordata anche nella cosiddetta "Dichiarazione di Dublino", nell'ambito del Seminario "Sviluppo rurale: i giovani agricoltori nella programmazione 2014-2010" svoltosi nella capitale irlandese: " I giovani agricoltori sono più produttivi, efficienti e formati degli agricoltori più anziani. Meritano quindi un forte sostegno e parità di condizioni - a tutti i livelli".
Ma gli sforzi fatti in questi anni e le risorse messe a disposizione devono fare i conti con una dura realtà, quella dei numeri: quanti sono oggi i giovani agricoltori e quali sono le priorità delle politiche in loro sostegno? Partiamo dal confronto europeo: secondo i dati Eurostat (al 2010) i giovani conduttori under 35 "pesano" per l'8% del totale. In Italia la media è più bassa, il 5% , ben al di sotto di altri paesi come la Polonia (15%), la Repubblica Ceca (12%), l'Austria (11%), la Francia, la Finlandia, la Norvegia (tutti al 9%). Anche nel caso dell'incidenza dei conduttori più anziani sul totale l'Italia presenta un valore peggiore a quello della media europea: il 37% dei conduttori ha infatti più di 65 anni (+7 punti percentuali rispetto al dato complessivo UE-27).
Se passiamo agli under 40 ( è superfluo ricordare che, anche nei Psr, è questa la soglia d'età considerata per essere considerati "giovani agricoltori") gli ultimi dati del censimento Istat del 2010 mettono in luce che il rapporto tra i conduttori con meno di 40 anni sul totale è stato pari al 9,8%; un esame di questo indicatore per Regione e PA fa emergere un campo di variazione pari a circa 8 punti percentuali: dal 6,7% delle Marche al 15,0% della PA di Bolzano. Vicine alla P.A di Bolzano, Lombardia e Valle d'Aosta, con una percentuale di giovani rispettivamente del 14,4% e del 13,9%. Di contro, a far compagnia alle Marche nella lista delle regioni con meno giovani, Abruzzo e Veneto, con il 7,1% e il 6,9%.
Anche fra le conduttrici, si fa sentire la carenza di giovani: Il peso delle conduttrici donne con meno di 40 anni sul totale dei giovani nel 2010 è stato pari al 29,1%, inferiore a quello delle donne considerate nel complesso pari al 33,2%.
Ma è confrontando i dati del censimento del 2000 con quelli del 2010 che si hanno le note più dolenti: i conduttori under 40 passano dai 236.391 del 2000 ai 156.424 del 2010, diminuendo del 33,8% (dunque molto più del calo generale dei conduttori, che è stato, in dieci anni, del 29,8%). Oggi la loro incidenza sul totale è del 9,8%, contro il 10,4% del 2000.
Meglio il dato dell'occupazione giovanile in agricoltura: durante questo periodo di crisi la performance dell'occupazione giovanile è stata migliore nel settore agricolo rispetto a quella registrata per l'intero Paese, facendo rilevare una contrazione ma più contenuta; infatti, sempre secondo i dati Istat, l'occupazione in agricoltura degli under 35, tra il 2008 ed il 2012, si è ridotta dell'8,5% contro il dato complessivo che fa registrare una diminuzione del 17,8%.
Andando all'analisi di quanto fatto attraverso i Psr e di quanto si potrà fare in futuro emerge che in Europa non sempre i paesi con maggiori difficoltà in termini di ricambio generazionale siano stati quelli ad investire maggiormente sulla misura 112 relativa al primo insediamento. In Italia, a fronte di una buona performance riguardante il volume degli investimenti per la misura 112, non si è avuto un analogo trend per il numero dei beneficiari (secondo le analisi delle RAE, per quanto riguarda i beneficiari diretti della misura, a dicembre 2011, la quota raggiunta rispetto a quanto previsto è stata del 31%).
In sintesi, molto c'è da fare per il futuro: con la nuova programmazione dei Fondi strutturali per favorire l'insediamento di giovani nel settore agricolo si dovrebbe: migliorare l'informazione e la formazione agricola per i giovani (modalità e strumenti innovativi esperienziali); rendere più flessibili le regole di accesso agli incentivi per il ricambio generazionale (giovani coppie, part-time, forme associative); realizzare un sottoprogramma giovani con la possibilità di "personalizzare" il Pacchetto Giovani multi-Misura e la creazione di reti intersettoriali anche con risorse degli altri Fondi Comunitari; prevedere premialità per le "buone prassi innovative" e favorire la loro diffusione; realizzare e promuovere network per lo scambio di informazioni, conoscenze e buone prassi; accompagnare con agevolazioni fiscali il ricambio generazionale.
Occorre inoltre promuovere la presenza dei giovani negli organi decisionali delle realtà associative agricole e delle organizzazioni economiche (quota giovani), prevedendo anche servizi sostitutivi; creare luoghi "reali" e virtuali di incontro di giovani che operano in settori diversi dell'economia agroindustriale e delle aree rurali (fiere, Hub ecc); incentivare la residenzialità nelle aziende agricole/zone rurali per famiglie giovani; far gestire da giovani terreni agricoli demaniali o vincolati nei confini urbani rendendoli fruibili ai cittadini; prevedere esperienze di lavoro in aziende agricole condotte da giovani e/o innovative nei Curricula scolastici.
Queste solo alcune idee per contribuire a far crescere quelle percentuali che, ancora ad oggi, nonostante segnali positivi (pensiamo alle performance delle aziende giovani, o al rinnovato interesse giovanile per il ruolo socio/ambientale dell'agricoltore), continuano ad apparire così "povere".

 
 
 

Elisabetta Savarese
e.savarese@ismea.it

 
 
 

PianetaPSR numero 20 - aprile 2013