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DIGITAL DIVIDE

Così avanza la banda larga nelle aree rurali

Il punto sull'attuazione della Misura 321 del Psr che finanzia il progetto: le scelte delle Regioni, tra l'attuazione diretta o l'accordo di programma con il Mise per fare sinergia

L'Agenda digitale della Commissione europea ha confermato l'obiettivo della strategia EU2020 di portare la banda larga di base a tutti i cittadini europei entro il 2013, nonché quello di assicurare che gli stessi, entro il 2020, abbiano accesso a connessioni molto veloci superiori a 30 Mbit/s. Un altro obiettivo molto ambizioso è quello di far abbonare almeno il 50% delle famiglie a servizi internet con una velocità di connessione superiore a 100 Mbit/s .
In tale ambito, come già sottolineato in passato, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha ricondotto e collegato nel Piano Strategico Nazionale (PSN) la priorità strategica relativa alla banda larga alla Misura 321 "Servizi essenziali per l'economia e la popolazione rurale". Tutto ciò, al fine di favorire la crescita, la diversificazione, le innovazioni nell'economia delle aree rurali e la riduzione dell'isolamento fisico e geografico nelle zone più marginali. Le Regioni e le Province autonome hanno successivamente modificato i programmi di sviluppo rurale per il periodo 2007-2013 per attivare la misura.
La dotazione finanziaria dell'intervento ammonta a circa 149 milioni di euro fra finanziamenti comunitari provenienti dal FEASR e dai finanziamenti nazionali, così come evidenziato nella seguente tabella:

Il progetto d'intervento pubblico "Banda larga nelle aree rurali" promosso dal Mipaaf è stato approvato dalla Commissione europea nel 2012 e tutte le Amministrazioni vi hanno aderito, tranne le P.A. di Trento e Bolzano e la Regione Valle d'Aosta che hanno scelto di realizzare l'intervento attraverso altre forme di finanziamento. Il progetto è destinato solo a quei comuni che rientrano nella categoria di "aree bianche" ovvero zone del territorio nazionale classificate come aree rurali intermedie e aree rurali con complessivi problemi di sviluppo in cui le infrastrutture a banda larga sono inesistenti e non si prevede che verranno sviluppate nel medio termine di 3 anni.
L'individuazione delle aree ammissibili all'intervento pubblico è stata effettuata mediante una consultazione pubblica che ha definito la mappatura delle aree rurali su cui intervenire.
La misura è attuata in maniera coerente, complementare e sinergica rispetto al Piano nazionale Banda larga del Ministero dello Sviluppo Economico che ha l'obbiettivo di abbattere il digital divide in Italia consentendo l'accesso alla  banda larga a tutta la popolazione che ad oggi ne è esclusa. L'implementazione delle infrastrutture di rete pubbliche da parte del Ministero dello Sviluppo Economico avviene attraverso la propria società in house Infratel S.p.A. soggetto attuatore del Programma Nazionale banda larga.
La maggior parte delle Regioni ha quindi siglato un accordo di programma con il Ministero dello Sviluppo Economico per la realizzazione degli interventi mentre la Liguria, il Friuli Venezia Giulia, l'Umbria ed l'Emilia-Romagna hanno delegato altri soggetti in house.
Il progetto si attua attraverso due tipologie di intervento. La prima prevede la realizzazione di infrastrutture di proprietà pubblica di "backhaul" in fibra ottica e la successiva messa a disposizione delle infrastrutture realizzate agli operatori, anche nuovi entranti, di servizio fisso e mobile. Il backhaul in fibra ottica costituisce il primo elemento necessario per favorire l'evoluzione verso la rete di nuova generazione (NGN), ha una durata di almeno 30 anni e, essendo una rete aperta ed accessibile, ne possono beneficiare tutti gli operatori interessati.
La seconda tipologia è basata sul sostegno all'acquisto di terminali di utenza,  quali ad esempio quelli satellitari, che possano garantire una connessione veloce laddove le condizioni fisiche dei territori non permettono la realizzazione delle opere infrastrutturali terrestri.
Tutte le regioni hanno  attivato la prima tipologia, mentre la seconda, sarà attuata nelle aree che non riusciranno a essere coperte dalle infrastrutture in fibra ottica.
Al momento attuale, tutte le Regioni hanno definito le convenzioni con i soggetti che realizzeranno la fibra ottica, nella maggior parte dei casi sono stati pubblicati i bandi di gara per la progettazione esecutiva e la realizzazione delle infrastrutture e sono stati avviati i lavori nelle Regioni Abruzzo, Calabria, Campania, Liguria, Piemonte, Sardegna, Toscana e Veneto. Alcune tratte di fibra ottica risultano già completate in Calabria, Liguria, Piemonte, Sardegna, e Veneto.
La fase successiva a quella della realizzazione delle infrastrutture sarà quella della gestione delle stesse attraverso le attività di manutenzione ordinaria e straordinaria dell'infrastruttura e la cessione agli operatori delle telecomunicazioni delle infrastrutture a condizioni eque e di mercato.
Molte Amministrazioni hanno previsto il completamento dei lavori entro il 2013 in accordo con l'obiettivo di portare la banda larga a tutti i cittadini entro tale termine.

 
 
 

Pasquale Giantomasi
p.giantomasi@mpaaf.gov.it

 
 
 

PianetaPSR numero 20 - aprile 2013