PianetaPSR
FARMER JOURNALISM
 
AGRIREPORTER

Coltivo grano, sforno pane, tifo Farinetti

Emanuele Michilli racconta in un articolo la sua storia di giovane agricoltore marchigiano e ammette: siamo bravi a produrre ma pecchiamo in marketing - Intanto approda nelle vetrine di Eataly
Emanuele Michilli

Vi racconto la mia azienda: 40 ettari nelle Marche,  in località Collina a Montemonaco, in provincia  di Ascoli Piceno.   La nostra azienda agricola esiste da diverse generazioni. Ma l'ultima  prima di noi, è stata quella di nonno Michele. La abbiamo rilevata con mia moglie  e mio zio e proprio a mio nonno  abbiamo dedicato il nome dell' azienda; insomma, c'è stato un salto generazionale perché i miei genitori non si occupavano di agricoltura.
Coltiviamo grano sia tenero che duro (destinati in gran parte alla panificazione), mais, e poi  ortaggi, ceci, cicerchia, legumi, destinati soprattutto all'agriturismo. La mia sfida? si è trattato solo di reinterpretare l'agricoltura in chiave moderna adattandola al contesto sociale contemporaneo (la nostra è diventata un'azienda biologica),  ma badando bene a  lasciare intatti sapori e tradizioni, che partono dal lavoro dei campi per arrivare alla  nostra tavola, e soprattutto la qualità del cibo che rimanda ad una consequenziale qualità della vita, oggi appannaggio di pochi. E poi, per quanto riguarda il progetto che avevo in mente, c'è stato un mix fra spirito imprenditoriale (molto) , ma anche, come nel caso del primo insediamento o dell'acquisto del forno e dell'impastatrice a braccio tuffante, dei fondi del Psr, di cui ho potuto usufruire.
Già, il grano....e il pane. Sicuramente il principe della produzione è il pane del contadino, lievitato solo con pasta madre, mescolata a farina macinata a pietra e acqua purissima dei monti sibillini. la lavorazione è esattamente quella che si svolgeva nelle campagne ai tempi dei nostri nonni, quando le cose venivano fatte con la giusta proporzione di tempo e qualità. Ogni fila viene lavorata a mano dopo una lunga lievitazione che termina con la cottura nel forno a legna. Solo dopo un lento raffreddamento avvenuto in un panno di stoffa, le file vengono messe in commercio. si ottiene dunque un prodotto dalle alte proprietà nutritive, dal sapore unico e che ha la speciale qualità di mantenersi per più di una settimana,se correttamente conservato.
Poi ci sono i biscotti secchi sempre fatti a mano, senza burro ma con olio extravergine di oliva biologico, i maritozzi senza latte né uova, i ciambelloni e i dolci  delle feste. Infine altri prodotti come la pasta di grano duro, i legumi, le patate, la farina di granturco e le castagne. Tutti prodotti che vengono venduti ma soprattutto cucinati e serviti all' interno del nostro agriturismo.
 
Veniamo a un punto per così dire "dolente", quello della comunicazione e del marketing. Dal nostro punto di vista c'è ancora molto da fare, nel senso che siamo ancora troppo poco sinergici tra marchigiani. Non si è del tutto consapevoli dello straordinario mix di cui potremmo essere capaci in termini di risultati , se solo si mescolassero insieme il gran numero di ingredienti che una regione come le Marche riesce ad offrire.
Pecchiamo in comunicazione e mancano sinergie imprenditoriali e istituzionali forse proprio perché da una parte si eccelle nella produzione mentre dall' altra , c'è una sorta di  "ingenuità commerciale" che andrebbe diversamente gestita al livello di marketing, con più lungimiranza e competenza. Sicuramente l'economia regionale ne trarrebbe giovamento al momento in cui tutte le aziende agricole del territorio si ritrovassero a suonare armonicamente nella stessa orchestra con un direttore pragmatico e consapevole che essere incisivi sui fatti e snelli nella burocrazia è la chiave della competitività.
 
Per quanto riguarda le culture biologiche il territorio si sta lentamente sensibilizzando, anche se ci sono troppi pochi centri in cui quest'aspetto possa essere messo chiaramente in luce per il consumatore. Creare e mantenere un centro di soli prodotti bio a km 0 significa andare incontro ad un impegno economico spesso insostenibile e quindi si scende al compromesso di far arrivare sulla tavola del consumatore i prodotti agricoli attraverso canali per così dire ibridi, dove a volte il messaggio che si vuole trasmettere si perde tra i messaggi promozionali delle multinazionali anche quando si tratta di negozi specializzati. Per noi marchigiani è importante valorizzare il "terroir "  perché ciò che stiamo facendo ha un valore inestimabile per il nostro territorio ma non ne siamo coscienti così come non lo è il consumatore. Solo a quel punto potremmo essere vincenti e competitivi.
 
Qualcosa di importante, però, noi abbiamo cercato di farlo. Con molta soddisfazione siamo presenti nella vetrina Eataly ed è un'esperienza davvero rilevante. E' perfettamente in linea con il concetto di distribuzione che ogni agricoltore sogna di avere:  purtroppo non ci sono abbastanza Farinetti in Italia.
 
Mi piace concludere con i nostri prossimi progetti: sicuramente arricchire le coltivazioni  dando all' agricoltura un' importanza che non sia fine a se stessa bensì parte integrante di un progetto che comprenda molti  aspetti di un economia sostenibile e che quindi possa dar vita ad una serie interessante di attività collaterali. Sarà importante divulgare il nostro operato mettendolo alla portata di tutti attraverso corsi e fattorie didattiche e organizzando visite nella nostra azienda. specializzarsi nella produzione di biscotti per erboristerie; sviluppare maggiori collaborazioni con aziende vinicole del territorio per la produzione delle nostre ciambelline al vino. Comunque comunicheremo tutte le nostre iniziative attraverso il nostro sito www.agrimichele.com,  anch'esso presto oggetto di rinnovamento. Infine non mancheremo di mantenere forte l' impegno di restare sempre attenti ad eventuali suggerimenti e proposte.

 
 
 

Emanuele Michilli
Azienda agricola Michele - Il forno di collina,
loc. Collina - Montemonaco (AP)

PianetaPSR numero 22 - giugno 2013