Gode di ottima salute l'agricoltura biologica in Italia: crescono superfici coltivate e operatori certificati, tra agricoltori, trasformatori e importatori; volano le esportazioni e aumentano i consumi in netta controtendenza rispetto al resto del settore alimentare. A confermarlo è l'indagine Ismea-Sinab presentata alla 25ma edizione del Sana di Bologna, che traccia un settore vincente, nonostante la crisi.
Rispetto al 2011, dopo un triennio di stagnazione, le superfici coltivate senza l'uso di prodotti chimici sui campi sono pari a 1.167.362 ettari (+6,4%), con un'incidenza di oltre il 9% rispetto a quella agricola utilizzata, toccando uno dei valori più alti a livello mondiale. In testa alla classifica regionale ci sono Sicilia, Puglia e Sardegna, rispettivamente con 193.352 ha, 171.122 ha e 132.219 ha; gli aumenti più significativi si registrano in particolare in Umbria (+33,7%), Trento e Bolzano (+24,6%) e Puglia (+25,5%), mentre calano in Abruzzo (-10,9%), Lombardia (-9%) e Liguria (-6,2%).
Tutti numeri che posizionano l'Italia sesta nella classifica globale come presenza di superfici bio, mentre è in ottava posizione per numero di aziende agricole pari a circa il 3% di quelle totali. Tre i principali orientamenti produttivi, secondo l'indagine: foraggi, cereali e pascoli, seguiti dall'olivicoltura. Aumentano anche le produzioni animali, in particolare suini (+32,2% con 42.872 capi contro i 32.436 del 2011) e api (+29,2% con 128.241 contro 99.260).
Un trend favorevole che impatta positivamente anche in chiave occupazionale: sull'occupazione, con una crescita del 3% anche per 'gli addetti ai lavori': Su un universo di 49.709 aziende certificate, 40.146 produttori esclusivi, 5.597 preparatori (comprese le aziende che fanno vendita al dettaglio), 3.669 che effettuano attività di produzione e di preparazione, 297 gli importatori.
Quanto alla distribuzione degli operatori sul territorio, come per gli anni passati, primeggia la Sicilia, seguita dalla Calabria tra le regioni con maggiore presenza di aziende agricole biologiche; mentre per il numero di quelle di trasformazione, la leadership spetta all'Emilia Romagna seguita da Lombardia e Veneto. La dinamicità del settore è anche testimoniata dall'andamento sostenuto dei consumi. In tempi di crisi, numeri come quelli del biologico, che nei primi sei mesi del 2013 attestano all'8,8% la crescita della spesa domestica, rappresentano una rarità in un panorama nazionale caratterizzato da consumi alimentari fortemente negativi (-3,7%). Trend che addirittura accelera nel mese di luglio, mettendo a segno +9,2%, in base all'ultimo aggiornamento del Panel Ismea Gfk-Eurisko, grazie agli ottimi risultati riscontrati in tutti i comparti più rappresentativi.
Alla buona performance sul mercato interno, si affianca anche un crescente orientamento all'export degli operatori nazionali. Gli ultimi dati indicano un fatturato oltre frontiera superiore al miliardo di euro, importo che rappresenta più di un terzo del giro d'affari complessivo del biologico italiano (pari a 3,1 miliardi).
Sabina Licci
PianetaPSR numero 24 - settembre 2013