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Cos'è RRN Magazine

Il Magazine della Rete Rurale Nazionale "RRNmagazine" costituisce uno dei più longevi progetti di comunicazione editoriale del Programma RRN. Nato nel 2011 con uscita quadrimestrale, sta infatti per toccare la soglia dei 10 anni di attività. Rappresenta l'anima di approfondimento di PianetaPSR, testata di informazione online della Rete Rurale.
Obiettivo di RRN Magazine è quello di fornire approfondimenti tematici, favorire la conoscenza e agevolare il trasferimento di esperienze e innovazioni, anche allargando lo sguardo a quello che accade in contesti internazionali. Rappresenta uno spazio di confronto e riflessione, di approfondimento scientifico e di opinione sui temi di maggior rilievo del settore, sulle sue criticità e sulle sfide per il futuro.
Il target al quale RRNmagazine si rivolge è diversificato. Il suo coinvolgimento riguarda il vasto pubblico di soggetti che operano o sono potenzialmente interessati all'azione della politica di sviluppo rurale, ma anche tutti quei soggetti che rappresentano da sempre un interlocutore per le istituzioni e per le attività della Rete Rurale (imprenditori, valutatori, consulenti, Istituzioni locali e territoriali, comunità scientifica e accademica, società civile, mondo associativo, Centri di ricerca, mondo produttivo ed economico, studenti).
La pubblicazione è disponibile su questo sito e può essere richiesta nella versione cartacea contattando la nostra redazione magazine.rrn@crea.gov.it

Buona lettura!
La Redazione di RRNmagazine


Ultimo numero

RRN MAGAZINE / numero 20 aprile 2024

Filiere in sinergia

Promuovere lo sviluppo rurale attraverso l'integrazione di filiera.
 

Lo sviluppo delle aree rurali dipende anche dal potenziamento delle filiere produttive, specialmente quando queste sono intimamente legate alla cultura, alle tradizioni e alle vocazioni specifiche del territorio in cui operano.
Tale dinamica risulta particolarmente evidente se si analizza lo sviluppo territoriale partendo dal settore agroalimentare e forestale. I fattori endogeni, legati al territorio e all'ambiente, influenzano le scelte produttive e i processi di produzione. Questi fattori si trasformano in vocazioni che spesso vanno oltre la produzione primaria, coinvolgendo anche il settore manifatturiero, il turismo, la ristorazione e tutti i settori a monte e a valle della filiera.
Si tratta di una visione "strategica" del territorio, in cui l'analisi di tutte le componenti presenti, la loro diversa combinazione e il diverso grado di radicamento forniscono un quadro teorico più appropriato nello studio delle realtà a vocazione rurale ed agroalimentare.
A partire dagli anni '90 del secolo scorso, il dibattito sulle politiche e gli strumenti previsti in favore dello sviluppo del settore agroalimentare e delle aree rurali, si è arricchito di numerosi contributi che individuano la necessità di interpretare i processi di sviluppo socio-economico e produttivo attraverso una chiave di lettura territoriale e di tarare l'offerta di strumenti d'intervento sulla base delle specifiche esigenze che emergono in ambito locale, tenendo, dunque, conto delle relative caratteristiche sociali, economiche e produttive. Tale quadro, si coniuga con la necessità di alimentare percorsi di sviluppo basati su modelli di programmazione bottom-up, nei quali gli attori locali individuano autonomi percorsi di sviluppo fondati sulle caratteristiche e le specificità dei territori interessati. Tra questi i progetti integrati di filiera, attivati nei Programmi regionali di sviluppo rurale, e i Distretti rurali e agroalimentari di qualità previsti dalla legge n. 317/1991.  Nel tempo, si sono aggiunti altri strumenti - contratti di rete, Bio-distretti, Distretti del Cibo, la cooperazione prevista dai Programmi di sviluppo rurale, solo per citarne alcuni - calibrati su esigenze sempre più specifiche di sviluppo della filiera, ma comunque accomunate dall'idea che cooperare crea occasioni di sviluppo.
Oggi più che mai, anche grazie alle risorse messe a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per finanziare Distretti e filiere, il tema della cooperazione, e delle forme che essa può assumere, è centrale, in particolar modo per quando riguarda i Distretti del Cibo. È per questo motivo che abbiamo voluto dedicare un numero del Magazine al tema della collaborazione lungo la filiera agroalimentare, in particolare quella che avviene in ambito distrettuale.
La prospettiva assunta è duplice, da un lato, con gli articoli introduttivi abbiamo voluto sottolineare l'importanza della cooperazione per il settore agroalimentare anche in chiave storica, ripercorrendo le tappe che hanno permesso l'affermarsi di specifiche politiche di intervento pubblico. Dall'altro ci siamo soffermati sulle esperienze locali, riportando storie che potessero raccontare i processi di integrazione e ne spiegassero punto di partenza e risultati raggiunti. Il risultato è un racconto a più mani che si avvale anche di esperienze di ricercatori e attori di lungo corso, capaci di trasmettere la passione di chi nel quotidiano ha dedicato tempo ed energie per definire, o mettere in pratica, politiche e progetti di sviluppo territoriale.
La stessa passione che abbiamo messo in questa pubblicazione l'ha sempre dimostrata Gerardo Delfino, Dirigente di ricerca dell'INEA di recente scomparso, che ha promosso, coinvolgendo molti degli autori che hanno contribuito a questo numero, le prime ricerche sul tema della distrettualità in agricoltura e, più in generale, dello sviluppo locale partecipato.
A Gerardo va ancora una volta il nostro grazie per averci trasmesso passione e metodo.
A lui dedichiamo questo numero.

 

Serena Tarangioli e Francesco Licciardo
CREA - Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia